A Corinaldo rivissuta ancora una volta la tradizione del “Focarone”
In tanti al convento dei cappuccini lunedì 9 dicembre
Anche quest’anno, il Comitato del convento dei frati cappuccini di Corinaldo mantiene una consolidata abitudine: tutti al “Focarone” la sera del 9 dicembre in attesa della venuta della Madonna di Loreto.
Il “Focarone” rinnova una antica tradizione marchigiana di attesa per la festa che cade il giorno successivo. La sera della vigilia, le campagne marchigiane erano costellate di una miriade di fuochi. Anche se proibito, piccoli falò si notano qua e là.
Un tempo questo appuntamento non poteva essere eluso in quanto tradizione consolidata tra gli agricoltori. I nostri nonni, i nostri padri avevano grande rispetto per queste date e per certe abitudini. Nei giorni d’inizio dicembre ci si dava tutti da fare per preparare il gran mucchio di legna da incendiare solo la sera della vigilia. Era un preciso obiettivo quello di avere molto materiale per un gran focarone, possibilmente più grande e vivace di quello dei vicini. Un’occasione magari anche per bere assieme, in allegria, un buon bicchiere di vin brulè e mangiare le caldarroste.
Fuochi accesi allora per rischiarare la via degli angeli, che portavano in volo la Santa casa, la dimora terrena di Maria a Nazareth.
Una specie di aiuto alla navigazione per indicare la rotta. Lunedì sera, 9 dicembre, tutti puntuali alle ore 21 al convento dei frati cappuccini di Corinaldo, per assistere al “Focarone”, alla presenza del guardiano Padre Amedeo, di Padre Stelvio, del sindaco Matteo Principi, dell’assessore Mauro Montesi, dell’ex sindaco Fabio Ciceroni e di molta gente che ha gustato il buonissimo vin brulè. Il “Focarone” brucia in fretta, il vin brulè va bevuto caldo e le castagne devono essere – rigorosamente – mangiate calde.
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