Arena Italia, dopo 44 anni finalmente la rimozione dell’amianto
Mangialardi e Ceresoni promettono inoltre che entro maggio l'area diverrà un parcheggio, poi case e negozi
Circa un mese fa abbiamo chiesto una Commissione Consiliare per sollecitare il Sindaco Mangialardi e l’assessore Ceresoni a intraprendere una iniziativa decisa nei confronti di un problema che si trascina da ben 44 anni (Ceresoni dixit). Stiamo parlando del sito denominato Ex Arena Italia, luogo storico (e purtroppo in totale abbandono, con rischi per l’incolumità fisica alle persone) della nostra città. L’amministrazione si è accorta del problema “SOLO” dopo 4 decenni.
L’8 aprile 2009, una ordinanza (n° 162) dell’allora Sindaco Angeloni descriveva la situazione come assolutamente preoccupante: “Lo stato di conservazione dei materiali contenenti amianto, presenti nell’edificio, risultano essere compromessi per la presenza di lastre deteriorate e non più integre, alcune delle quali sono rovinate a terra, frammentandosi…. La situazione sopra descritta rende possibile il rischio potenziale di presenza di fibre libere di amianto in atmosfera“.
Insomma dopo quasi 9 lustri il Comune si è “svegliato” e aveva “ordinato” alla proprietà di bonificare l’area perché respirare amianto poteva (e può tuttora) provocare danni serissimi alla salute.
Dopo questa ordinanza la proprietà (che in tutti questi anni ha sempre svolto un ruolo propositivo e di ricerca di una soluzione bonificando l’area per quanto possibile) aveva risolto, come richiesto, il problema dell’amianto (con un incapsulamento delle parti deteriorate contenenti la sostanza) ma, secondo un’ispezione della Polizia Municipale effettuata in loco il 16 0ttobre 2009, erano ancora molte le cose da fare. Si parlava di un rischio potenziale di incendio, vista la presenza di vecchi arredi in legno, palco, teli e rivestimenti in moquette. Si segnalava che la parete dell’immobile all’angolo Ancona-mare, presentava profonde fessurazioni oblique che facevano pensare ad un possibile dissesto (crollo) della struttura portante. Quindi oltre l’amianto, rischio crollo e rischio incendio.
Passano ben due anni da questa ispezione (ben 730 giorni) e viene emessa un nuova Ordinanza del Comune (n° 365 del 06/07/2011) a firma del Dirigente Roccato e dell’architetto Ciacci, dove si chiede alla proprietà di prendere dei provvedimenti urgenti, dato che:
A) “Persiste lo stato di completo abbandono dell’area e ciò favorisce il proliferare di erbacce e sterpaglie che in genere costituisce l’habitat ideale per insetti nocivi, ratti ecc ecc“.
B) “L’immobile non ha subito da anni alcun intervento manutentivo ne è stato oggetto di opere finalizzate alla messa in sicurezza della struttura“.
C) “Considerato lo stato di completo abbandono, unito alla pessima conservazione e all’evidente deterioramento della struttura, costituisce anche un pericolo per l’incolumità pubblica e privata“.
Passano altri due anni e arriviamo ad una settimana fa. In una lettera dell’Asur (Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene e Sanità Pubblica) del 20 novembre 2013, la stessa (in nome del Dott. Fiorenzuolo) scrive: “In data 09/10/2013 il personale ispettivo ha proceduto a verificare in proprio lo stato di conservazione della struttura in cemento amianto dell’edificio, giungendo alla conclusione che la stessa si presenta in parte in cattivo stato di conservazione e pertanto….è stata prodotta una specifica relazione al Comune di Senigallia richiedendo contestualmente l’adozione di una Ordinanza con la quale prescrivere alla proprietà di procedere ad idonei interventi di messa in sicurezza dei materiali contenenti amianto“.
Quindi dopo 44 anni che il sito è in stato di abbandono, dopo 20 anni (come Berlusconi) che Mangialardi siede a vario titolo in Consiglio Comunale, solo 10 giorni fa l’Asur scrive al Comune che la questione amianto è ben lungi dall’essere risolta.
Mangialardi e Ceresoni, dopo anni di inerzia, mesi e mesi di promesse non mantenute, ieri [mercoledì 27 novembre, Ndr] (grazie alla nostra denuncia di un mese fa e alla incredibile e certosina pazienza dei cittadini del quartiere) hanno fatto questa solenne promessa: che entro febbraio 2014 sarà effettuata la rimozione completa di tutto il materiale (eternit, ecc ecc) potenzialmente dannoso e che entro maggio/giugno del 2014 l’area sarà completamente ripulita e ceduta in comodato al Comune per fare un parcheggio in attesa di costruire negozi e appartamenti.
Quindi nessun vittoria, nessun vessillo da mostrare con orgoglio, perché 44 anni non permettono a nessuno di usare toni trionfalistici. L’amministrazione (con grave ritardo) ha compiuto solo il proprio dovere. Era ora.
Visto che la pericolosità del sito è destinata a crescere in assenza degli interventi richiesti (e a questo punto promessi), continueremo a monitorare la situazione per vedere se gli impegni saranno mantenuti e siamo convinti che anche gli abitanti del quartiere faranno altrettanto.
da
Roberto Mancini (Gruppo Partecipazione)
Paolo Battisti (Gruppo Partecipazione)
Luigi Rebecchini (Gruppo Misto)
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