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Senigallia contro la pena di morte: il 30 novembre 1786 prima abolizione d’Italia

Adesione della spiaggia di velluto alla campagna Città per la Vita-Città contro la Pena di Morte

Il Municipio di Senigallia durante la Festa dell'Europa (9 maggio 2013)

Senigallia aderisce alla Giornata Internazionale delle “Città per la Vita-Città contro la Pena di Morte” che si celebra ogni 30 novembre nell’anniversario della prima abolizione della pena capitale ad opera di uno Stato, il Granducato di Toscana, il 30 novembre 1786.

Per questo, dal 29 novembre al 1 dicembre, la fontana del Palazzo Comunale sarà illuminata in segno di adesione e sensibilizzazione pubblica così come, negli anni passati, è stata illuminata la facciata del Municipio.

Città per la Vita-Città contro la Pena di Morte” è una campagna mondiale lanciata nel 2002 dalla Comunità di Sant’Egidio. Dalla seconda metà degli anni ’90 la battaglia contro la pena capitale è diventata uno dei terreni di impegno globale della comunità di Sant’Egidio. Estrema sintesi delle violazioni dei diritti umani, la pena di morte rappresenta una forma di tortura, contraddice una visione riabilitativa della giustizia, abbassa l’intera società civile al livello di chi uccide, legittima la violenza al livello più alto e, spesso si fa strumento per colpire minoranze politiche, etniche o religiose.

Oltre 1600 le città aderenti, tra cui 70 capitali nei cinque continenti, che il 30 novembre organizzeranno eventi pubblici per una nuova cultura della vita ed un mondo senza pena di morte. Una battaglia di civiltà e di progresso che vede Senigallia ancora una volta protagonista insieme alle città aderenti a “Città per la Vita-Città contro la Pena di Morte” per ribadire la ferma contrarietà alla pena capitale.

Commenti
Ci sono 4 commenti
Giacomo 2013-11-27 08:26:06
Infatti non si puo' togliere la vita ad una persona, anche se ha ucciso, violentato magari dei bambini, ha commesso qualche strage o altri crimini abominevoli bisogna sempre perdonare e porgere l'altra guancia, bisogna riabilitarli! Inutile chiuderli in cella, magari stanno stretti come qui in Italia, bisognerebbe trovargli un lavoro e reinserirli nella societa'.
Valeria Bellagamba 2013-11-27 19:15:36
Giacomo, si legga "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria, anno di pubblicazione 1764. Magari impara qualcosa...
Graziella 2013-11-27 20:12:58
Per certi reati ci vorrebbe la pena di morte eccome...
Pinella 2013-11-27 20:45:18
Di solito a chiedere la pena di morte per gli stupratori sono quelli che vogliono l'impunità per i frodatori fiscali. Curiose coincidenze.
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