Il 22 novembre 1963 Lee Oswald (forse) uccideva Jfk, John F.Kennedy
Sono passati 50 anni ma tanti dubbi rimangono sulla morte del Presidente degli Stati Uniti
Sono passati 50 anni ormai da quel 22 novembre 1963 a Dallas, quando John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, moriva assassinato a soli 46 anni.
Ancora oggi, quell’episodio non ha una spiegazione universalmente condivisa ed accettata, e la teoria del complotto, diffusasi praticamente subito ma altrettanto in fretta spazzata via dall’immediato arresto di Lee Harvey Oswald, a sua volta ucciso a 24 anni prima di poter essere processato, continua ad essere sostenuta da più parti.
La Commissione Warren, che indagò sulla morte di Jfk, eletto per i Democratici nel 1960 ed esponente di una delle più importanti famiglie statunitensi, affermò ufficialmente che Oswald aveva agito da solo, rigettando quelle teorie cospirazioniste che nel corso degli anni hanno continuato a dare origine a libri, film, dibattiti.
Quello che è certo, è che quella data – 22 novembre 1963 – resta un punto centrale della storia del Novecento, non soltanto americano: ma in particolare negli Stati Uniti la morte di Kennedy fu un vero shock, “la fine del sogno americano di un mondo ed una società migliori“, segnando la vita di almeno un’intera generazione.
La figura dell’ex Presidente rimane a distanza di mezzo secolo un’icona, le sue scelte politiche – analizzate e studiate – tornano puntualmente a comparire nei talk show come punto di riferimento e modello.
Così come compaiono, praticamente con la stessa frequenza, nuove tesi complottistiche, purtroppo mai davvero capaci di risolvere definitivamente un mistero che difficilmente un giorno potrà non essere più tale.
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