Elezioni “calde” 100 anni fa a Senigallia: presunti brogli e assalti alle Chiese
Uno sguardo al novembre 1913, infuocato dalle polemiche tra "popolari" e "cattolici"
Il periodico sguardo di SenigalliaNotizie.it al passato e a vicende più o meno note della realtà senigalliese, si ferma stavolta esattamente a cento anni fa, facendo tappa al novembre 1913.
Siamo nei mesi delle elezioni politiche, particolarmente importanti perché per la prima volta a suffragio quasi universale maschile (la nuova legge allarga il diritto di voto ai cittadini maschi di oltre 30 anni anche se analfabeti e, fra i cittadini maschi dai 21 ai 30 anni, a tutti coloro che sanno leggere e scrivere o in possesso dei requisiti decisi dalle leggi precedenti) e il clima nel collegio di Senigallia non è diverso da quello di altre città più o meno lontane.
La contrapposizione tra partiti “popolari” (socialisti, repubblicani, radicali) e “cattolici” è forte, e le fratture del non expedit di Pio IX, nella città che aveva dato i natali al pontefice, non possono venire cancellate all’improvviso.
I due principali schieramenti politici si affrontano in una campagna elettorale “dai toni decisamente accesi“, che già il 4 maggio 1913 causa degli scontri quando durante la processione di San Paolino la banda musicale dei cattolici suona – in maniera ritenuta provocatoria – proprio sotto la lapide (allora nei pressi del Municipio) dedicata a Girolamo Simoncelli, patriota repubblicano senigalliese condannato (innocente) a morte da Pio IX nel 1852.
Col passare dei mesi, le due principali candidature – quella per i “popolari” del repubblicano e mazziniano Augusto Bonopera (senigalliese) e quella per i “cattolici” di Giovanni Bertini (toscano) – proseguono a sfidarsi nei comizi lungo tutto il territorio; dopo che nel primo turno elettorale escono di scena gli altri due candidati (Domenico Grandi ed Enrico Matteucci), al ballottaggio del 2 novembre 1913 Bertini vince con 4.667 voti, appena 355 in più di Bonopera, che – già deputato – non viene dunque riconfermato.
La reazione delle forze popolari a Senigallia è incredula e rabbiosa e determina ripetute accuse di brogli ed irregolarità, che rendono necessario l’intervento della Giunta delle Elezioni, la quale, alla fine di un complesso iter, conferma l’elezione di Bertini, che diventa dunque assieme al collega Soderini – vittorioso nel collegio di Osimo – il primo deputato cattolico eletto nelle Marche.
Secondo alcune denunce pervenute dopo le elezioni, in un clima politico sempre più infuocato, ci sarebbe stato pure chi – come il sacerdote senigalliese, don Antonio Bucci – “avrebbe dichiarato in chiesa durante la messa che se Bonopera fosse stato rieletto avrebbe abolito il battesimo ed il matrimonio religioso, o avrebbe distrutto le chiese e favorito il divorzio“, al tempo chiaramente ben lontano dal venire legalizzato.
Il giornale repubblicano “La Fiaccola”, denuncia inoltre più volte i “mezzi disonesti” con i quali i cattolici si erano garantiti i voti delle masse contadine locali.
In quei giorni roventi dalle parole si passa anche ai fatti: dopo le elezioni del 2 novembre anticlericali ed anarchici sono accusati di episodi di violenza – tutti senza serie conseguenze – contro i preti, terminati con un assalto alla Chiesa del Portone.
La tensione rimane alta fino alla primavera del 1914, quando la notizia della convalida dell’elezione di Bertini causa a Senigallia uno sciopero generale e un corteo pubblico di protesta.
Poi, il clima si rasserena, anche se per poco: da lì a qualche mese la Settimana Rossa prima (giugno 1914) e – soprattutto – l’ingresso italiano in Guerra (1915) avrebbero obbligato i senigalliesi a vivere ben altri drammi e urgenze.
Per saperne di più si vedano i seguenti volumi (tutti disponibili nella Biblioteca Antonelliana), dai quali sono tratte le citazioni:
L. Montesi “Augusto Bonopera. La vita e l’impegno di un repubblicano”
M.Severini “La rete dei notabili”
G.Monti Guarnieri “Annali di Senigallia”
La foto è stata presa dal sito ufficiale della Parrocchia del Portone
Allegati
Senigallia – Un tuffo nel passato.
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