Il Diario Siriano di Enea Discepoli: combattere senza armi -FOTO
Il fotografo senigalliese racconta la sua esperienza in prima linea con i ‘media-attivisti’
Nonostante la figura del fotoreporter negli ultimi anni abbia perso un po’ di smalto a favore delle agenzie di stampa, c’è ancora chi è disposto a rischiare sulla propria pelle ed andare in prima ‘linea’ per vedere con i propri occhi e documentare con la propria macchina fotografica cosa accade.
E’ il caso di Enea Discepoli, fotografo senigalliese che, negli ultimi mesi, si è recato due volte in prima linea in Siria per dare un volto e una voce a quei protagonisti anonimi e involontari che si trovano a fare i conti ogni giorno con la realtà della guerra civile. Le foto che ripercorrono la sua esperienza siriana sono raccolte nel suo PhotoBook ‘Diaro Siriano’ disponibile su Amazon.it.
Discepoli dopo essere arrivato in Siria ad Aleppo attraversando il confine turco, si è unito ad una Katiba, così vengono chiamati i gruppi armati dei ribelli, e lì ha affiancato quattro ribelli che combattono senza l’ausilio di armi e mitra. Si fanno chiamare ‘Media-attivisti’; il loro simbolo è un caricatore di un fucile automatico contenente una pallottola, una penna stilografica ed una pennetta USB e portano avanti una guerra parallela per mostrare cosa avviene oltre la cortina di fumo dell’informazione data dal Governo Siriano che dipinge le truppe ribelli (ESL) come un manipolo di terroristi.
Partiamo proprio dalla figura dei ‘Media-attivisti’… quant’è prezioso il loro lavoro?
Fondamentale. I Media-attivisti giocano un ruolo importantissimo perché sono l’unica vera fonte di controinformazione che si antepone ai dispacci che vengono divulgati dal governo di Assad. Se non ci fossero loro molto di ciò che sta accadendo in prima linea si perderebbe. E’ incredibile il coraggio con cui questi ragazzi affiancano i soldati in prima linea tenendo l’occhio fisso nel mirino della loro reflex, incuranti del pericolo che stanno correndo. Purtroppo sono tanti quelli che muoiono nel tentativo di raccontare e documentare senza che nessuno li difenda. Gli stessi ribelli, da non molto tempo, hanno accettato di essere accompagnati da questa nuova figura che non imbraccia un Ak-47. Non solo: tengono anche ‘a bada’ le frange qaediste provenienti dalla Cecenia o dall’Iran che cercano di infiltrarsi in questa grande coalizione per prendere il sopravvento e trasformare questa lotta per la liberazione in una Jihad.
Il governo di Assad spesso ha accusato le ESL di voler trasformare il paese in uno stato islamico radicale.
E’ falso: li temono e cercano di arginarli il più possibile, sono considerati una vera e propria spina nel fianco anche perché, rispetto all’esercito di liberazione, hanno attrezzature e preparazione militare. Non è raro che le Katibe si scontrino con commandi Jihadisti. E’ innegabile che siano presenti delle infiltrazioni terroristiche che hanno altri obiettivi ed altri scopi; ma chi combatte il regime non vuole essere confuso con altre identità.
E riguardo l’uso da parte dell’esercito regolare di armi chimiche? Qual è la loro opinione? E su un eventuale intervento da ‘fuori’?
Lo hanno detti gli stessi israeliani che hanno intercettato l’ordine da parte dell’esercito di Assad del lancio di ‘missili sporchi’. L’ordine arrivava dalla brigata comandata dal fratello di Bashar al-Assad. Se lo hanno ammesso loro: non si può certo dire che gli israeliani tengano per i ribelli. Riguardo la risoluzione da parte delle forze Nato che si era vociferata… per certi versi sarebbe stata acqua benedetta. Non dimentichiamoci che siamo comunque di fronte a quella che i tecnici chiamano guerra asimmetrica: da una parte i ribelli formati da volontari ed una manciata di militari disertori armati con fucili leggeri e mortai fatti in casa, dall’altra l’esercito regolare con mezzi pesanti, armi moderne e risorse in quantità ma ti dico che i ribelli non molleranno fino alla fine e non si piegheranno ad Assad. Sta proprio a noi, che lavoriamo nei Media, a denunciare quello che sta facendo e chiedere un intervento quanto meno politico.
Cosa auspichi per la Siria ed il suo popolo?
Riportare la democrazia che c’era prima della dinastia di Assad: la storia ci insegna che prima del colpo di Stato, in Siria, c’era una democrazia, un Parlamento, i Curdi sedevano vicino ai Cristiani che sedevano vicino ai Maroniti. La cultura siriana è di stampo democratico. Loro non prevedono ingerenze esterne, tipo Onu e potenze internazionali, anche se non escludono che possa servire in futuro una forza cuscinetto composta dall’unione di eserciti islamici. Dicono che quando il tiranno sarà abbattuto ci sarà una grande coalizione. Loro stanno già eleggendo i loro rappresentanti che già stanno discutendo a Istanbul: l’obiettivo è quello di creare un nuovo stato islamico democratico moderato dove ci sia spazio per tutte le altre confessioni.
La Siria e il medio oriente :non dare nulla per evidente nella politica come nella vita quotidiana che si va modificando giorno per giorno.Sto seguendo i giovani mediattivisti perché mi ricorda il nostro lavoro di controinformazione negli anni 60 e 70.Radio Alice di Bologna,e prima ancora la stampa alternativa fino alle telestreet ssu su fino all avvento della rete.Evidenza e' una parola superficiale e comoda per rientrare in schemi comodi al nostro palato.L'Area del medio oriente e' un intrico di forze e tensioni sociali,di calore umano e sangue versato,tanto sangue.Per mia esperienza,cioè aver vissuto e seguite le gesta di alcune Katibe (brigate di combattenti)posso testimoniare che sono spinte dal popolo che hanno liberato,nelle zone sotto comando della coalizione la vita e' tornata a scorrere,cibo,sicurezza,riaperte le scuole e delegati di quartiere che provvedono alle necessita primarie.Posso anche testimoniare che le uniche armi che ho visto usare sono armi leggere e dei mortai costruiti in officina ,non certo le sofisticate armi offerte dal quatar o gli Stati uniti..........la piccola porzione di realtà siriana,cioè La città di Aleppo,quasi del tutto liberata dall Esercito Libero mi fa ben sperare proprio perché esistono delle realtà (Aleppo Media Center, Revolution yuoth sirian....)che fanno in modo di verificare giorno per giorno lo stato delle cose,le notizie e riunioni.Tre giorni fa e' stato ucciso in un agguato un giovane giornalista che trasmetteva via telestreet la vita della gente comune e gli sforzi che la coalizione fa.Le primavere arabe sono fallite perché in quei paesi non si era sviluppato il livello politico di mediazione e di elaborazione di piattaforme strategiche.I Siriani sono di altra pasta,tolleranti e ecumenici,mercanti e poeti,intellettuali del mondo arabo........poi se il sig Kiko mi vuole accompagnare a fine mese in Siria gli offrirei il soggiorno.....purtroppo lIslamofobia e' sempre in agguato
Va bene la libertà di opinione, ma ci deve essere pur sempre un limite, soprattutto se si attacca qualcuno in modo pesante e per giunta gratuito.
1) Innanzitutto il Sig. Discepoli ci ha messo nome e faccia per cui mi sembra abbastanza civile in un confronto fare altrettanto piuttosto che celarsi dietro finti pseudonimi. Ma stendiamo un velo pietoso...
2) Peggio ancora: come vi permettete di criticare quella che è un'esperienza personale vissuta sulla propria pelle? Voi ci siete stati forse? Non mi sembra che il Sig. Discepoli stia cercando di farci credere il falso, ha semplicemente raccontato ciò che LUI stesso ha visto e vissuto e come tale va preso. Solo lui conosce le sensazioni che può aver provato e nessuno di noi può dire "non è vero!" E' già apprezzabile avere una sua testimonianza diretta: si può essere d'accordo o meno sull'ideologia che lui dice di aver abbracciato ma questo non ci da il diritto di mettere in discussione una sua esperienza di vita.
3) Gente,una cortesia: documentatevi prima di sparare a zero su una persona che non si è inventata fotoreporter per caso durante una vacanzina fuori porta. Non conosco personalmente il Sig. Discepoli ma dalle ricerche che ho fatto (PRIMA di scrivere il mio commento e per evitare di scriverlo a vuoto!) credo proprio si tratti di una persona che grazie ai numerosi viaggi verso mete difficili abbia molto da raccontarci. Il suo intervento dovrebbe risultare prezioso per comprendere una realtà politica e culturale che di certo molti di noi non conoscono affatto, invece che diventare bersaglio di critiche superficiali.
E che sono impegnato con giovani mediattivisti,fotografi,videomaker,giornalisti,web master e haker....che al posto delle armi usano questi mezzi di comunicazione per contrastare e spero abbattere un Nidam (regime) mafioso,corrotto e crudele.E' anche su queste forze che il popolo siriano,sia esso mussulmano,curdo,cristiano,vincerà
Questione di tempo
Ultima riflessione quando sarà finito il conflitto, racconti ai suoi lettori con quali modalità ha potuto entrare ed uscire da un paese in guerra governato da criminali? Io posso immaginarlo ma sarebbe interessante che lo spiegasse lei ai suoi estimatori.
Poi non capisco cosa dovrei andare in Iran,che conosco bene,anche li regime oppressivo e l'Islam sciita non mi e' troppo congeniale e conosco le maniere dei mercenari iraniani e hizb che stanno combattendo al soldo del regime Siriano e vedo come soluzione umanitaria un corridoio per i civili anche se sono cosciente che una forza di contrapposizione farebbe entrare nel paese forze militari estranee.Infine termino che i lati oscuri ci sono e non ne parlo per ovvie ragioni di sicurezza.Sono disponibile a parlarne con lei a 4 occhi.....ma non credo che accetterà di incontrarmi.....
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