“Senigallia lontana da bisogni popolari: tutta lustrini, paillettes e ammiccamenti”
Iscritti a Rifondazione Comunista chiamano cittadini a presidiare beni comuni: "No privatizzazione farmacie"
Assomiglia sempre di più alla “Milano da bere” questa Senigallia Jamboree fatta di lustrini e paillettes, ammiccamenti e sensibile attenzione nei confronti dei forti.
Siano essi operatori turistici (amanti della precarietà da usare e gettare) o immobiliaristi (l’uno contro l’altro armati e tutti insieme sodali nell’assalto al territorio) e sempre più lontana dai bisogni popolari si chiamino disabili (ai quali si lesinano risorse), migranti (trattati con la “carità” dell’hotel Lory), famiglie indigenti che ricevono sfratti e interruzione dei servizi.
Non stupisce quindi la notizia della privatizzazione prossima delle farmacie comunali. Certo si incomincia con passo felpato, notizie incerte, percentuali rassicuranti (40%?), motivi di efficenza ma il risultato sarà sicuro: un altro pezzo di patrimonio pubblico, peraltro possibile presidio e garanzia per i bisogni sanitari di tutti i cittadini, da regalare ai privati, per reperire quei fondi che serviranno per altre “splendide estati” di caterpilleraggini (oramai stucchevole parodia dell’impegno e della solidarietà) e “Grease” America old style per la felicità di pochi e noti.
Tutto questo tra l’attonito e complice sguardo di una “sinistra del principe” (SEL, PdCI, Verdi) che dissente ma alla fine “non può fare a meno” (perchè la destra come i barbari della poesia di Kavafis è un alibi e una soluzione per loro ipocrisia).
Ci auguriamo invece che di fronte a questa ennesima gaglioffaggine la città reagisca, i cittadini presidino un loro bene e un loro diritto, che le farmacie rappresentano e che magari da qui incominci una discussione su un’altra città possibile. Rifondazione è a disposizione di questo confronto e per questo percorso.
dagli iscritti al Partito della Rifondazione Comunista di Senigallia
Aspettare un altro anno o poco più per il voto alle comunali non è possibile, questi fanno danni ogni giorno che passa, ci stanno portando alla rovina. Bisogna fare qualche cosa sempre nel rispetto delle leggi. Macroeconomia, conti europei, crisi economica e quantaltro sono solo scuse e parole con cui giustificare quello che fanno. Secondo me bisogna fare i conti della serva. Tornare indietro, valorizzare le risorse umane e i gioielli di famiglia, guardare a quello che si ha e non a quello che fanno tutti gli altri, avendo coraggio delle proprie decisioni economiche ricordando come hanno fatto i nostri vecchi rimboccandosi le maniche di camicia.
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