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Case per creare e smerciare a Senigallia merce contraffatta, otto denunce

I Carabinieri scovano una piccola centrale di produzione senegalese a Marotta di Fano - FOTO

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Otto persone – tutte di nazionalità senegalese e residenti a Marotta di Fano (ad eccezione di una, che vi è comunque domiciliata) – sono state denunciate in stato di libertà mercoledì 23 ottobre dai Carabinieri della Stazione di Senigallia con l’accusa di “concorso in ricettazione, in contraffazione di prodotti industriali e in commercio di prodotti con segni falsi”.


Si tratta di: D. O., 43 anni, S. O., 51 anni, S. I., 45 anni, S. B., 49 anni, unico con residenza fuori dal territorio (a San Donato Milanese), S. P., 39 anni, S.M., 46 anni, M. D., 62 anni, M. A., 41 anni. I denunciati – pregiudicati per reati specifici – sono tutti regolari sul territorio nazionale.

La denuncia è arrivata dopo una complessa operazione – ribattezzata “Vu cumprà” – compiuta al fine di contrastare il fenomeno della vendita di capi d’abbigliamento contraffatti da parte di extracomunitari, particolarmente evidente soprattutto nel periodo estivo.
Le indagini – spiega il Comandante della Compagnia di Senigallia, Capitano Lorenzo Marinaccio – hanno dimostrato la presenza di una micro-organizzazione che operava nel territorio. In via Lago Trasimeno 9, a Marotta di Fano, sono stati infatti individuati sei appartamenti e due garage (tutti situati all’interno del medesimo edificio), adibiti ad opificio, magazzino di stoccagggio ed abitazione“.

Gli appartamenti erano di proprietà di S. O., S. I. e M. A., “ed è ragionevole pensare che il loro acquisto sia stato il frutto di un investimento successivo alle attività illecite“, evidenziano ancora i militari.

Attività che avrebbero dato proventi decisamente elevati: “nei magazzini di stoccaggio – sottolinea Marinaccio – abbiamo ritrovato 100 giubbotti, 200 paia di scarpe, 300 borse, 20 maglie, una macchina da cucire, una punzonatrice, 1000 tra bottoni, etichette e cerniere riproducenti marchi e loghi, nonché la somma contante di 1.200 euro. La merce contraffatta (dei marchi Colmar, Moncler, Woolrich, Gucci, Peuterey, Nike, Adidas, Louis Vuitton, Burberry ed altri), alla vendita avrebbe avuto un valore di 750.000 euro“.

Tutto il materiale recuperato è stato sottoposto a sequestro.

I senegalesi erano in pratica degli imprenditori di sè stessi, organizzavano la contraffazione in appartamenti di loro proprietà e poi mettevano la merce sul mercato, in gran parte senigalliese. Le indagini non sono terminate: il passaggio successivo sarà comprendere la provenienza dei prodotti che poi venivano contraffatti a Marotta di Fano“, sottolinea il Capitano della Compagnia, che in conclusione aggiunge: “c’è una sorta di responsabilità etica da parte degli acquirenti della merce contraffatta, perché l’offerta sale proporzionalmente alla crescita della domanda, esattamente come nel caso di altri reati quali lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio di droga. Senza un calo della domanda, è praticamente impossibile pensare di sconfiggere definitivamente e completamente questa forma di illegalità“.

Capi d'abbigliamento contraffatti sequestrati dai CarabinieriMarche contraffatteProdotti Woolrich contraffatti

Commenti
Ci sono 6 commenti
gio 2013-10-25 09:12:29
Ci sarà anche una responsabilità etica da parte di chi acquista come dice il giornalista ma è l'unico modo per combattere la crisi ed avere una borsa o un paio di jeans a costi decisamente bassi.
Se vai a comperare levstesse cose in un negozio ti parte una buonavfetta di stipendio.
La differenza sta nella qualità di quello che compri in un negozio (dovrebbe)nella certificazione del prodotto acquistato nella garanzia della provenienzavdel prodotto
Anni fa ho acquistato in un negozio jeans 150 euro alla sera in una festavsi sono macchiati e la macchis è rimasta jans inservibili
Li ho comperati al mare 15 euro ed ancora li ho
Tra avere e non avere conviene avere a basso prezzo perché una volta acquiststo della certificazione e garanzia datami dal negoziante non so che farmene
stefania 2013-10-25 10:19:26
una volta queste fabbrichette esistevano in zone di mafia: riflettete!
gio 2013-10-25 12:25:58
@ stefania
una volta tanto tempo fa quando esisteva una economia diffusa ogni circondario di paese aveva la sua fabbrica di scarpe , la sua fabbrica di jeans , la sua fabbrica di borse ecc
le cose non costavano molto e lavoravano tutti.
e non era mafia
glauco galucoma 2013-10-25 13:25:07
Gio... se parli di apparire ok..io ho comprato due paia di pantaloni a 35 euro ...non è un discorso di costi elevati ma di apparire..vuoi far eil figo con la borsa firmata e pur di far eil figo la compri tarocca....se vuoi una borsa a poco rezzo vai al mercato oppure in catene di abbigliamento a costi contenuti (Zara, ecc ecc) se vuoi fare il finto figo..allora compra tarocco!! è nettamente una tua e nostra responsabilità etica!!!
Gabriele 2013-10-25 18:28:55
Taroccona !!!!
Hook60 2013-10-26 08:18:27
Due considerazioni, non è imposto da nessuna norma vestire firmati, acquistare merce contraffatta oltre che essere sciocco, parere personale senza nessun intento di giudicare nessuno, alimenta un tipo di economia che danneggia le imprese e quindi i posti di lavoro.
Quello che mi lascia perplesso, molto, e' capire come i due imputati abbiano potuto acquistare degli immobili perciò con atti notarili, bonifici, imu, contratti di somministrazione utenze, imposte comunali, dichiarando quale reddito? I vicini di casa, la polizia municipale, nessuno si accorgeva dei volumi di merce che transitava nella residenza di questi individui?
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