A Senigallia negato il diritto alla visita medico-sportiva
Paradisi: "La cenerentola della sanità marchigiana, incredibile disservizio mai risolto dal responsabile"
“La dottoressa visita una settimana si e una settimana no. Non so dirle il perché. La prossima visita disponibile è per il 29 gennaio“. Come dire: meglio far rinunciare i figli all’attività agonistica. La voce della gentile operatrice è un po’ imbarazzata. Ma questo è.
Ancora una volta la Asur di Senigallia impedisce di fatto ai nostri giovani che vogliono praticare attività sportiva agonistica il diritto (stabilito per legge) di effettuare a carico del servizio sanitario la visita di idoneità agonistica. Il prossimo posto libero per la visita è il 29 gennaio, quando finiscono i campionati giovanili.
Una beffa per le famiglie senigalliesi costrette a ricorrere ai privati a pagamento (il costo medio della visita è di circa 60-70 euro, ergo per molte famiglie impossibile da sostenere) o a emigrare in altre Asur più attrezzate e più efficienti. Uno scandalo che si perpetua ormai da anni con il responsabile del servizio, il dott. Fiorenzuolo, che si ostina a non risolvere un problema gravissimo che si ripropone ogni anno (leggi questo articolo del 2011 e questo del gennaio 2013, Ndr).
Anche le sollecitazioni rivolte al responsabile in sede di commissione consiliare sport negli anni passati (ad esempio ordinando la concentrazione del servizio nei primi mesi dell’anno sportivo, essendo perfettamente inutile la presenza costante del medico da febbraio ad agosto quando la richiesta del servizio è minima o assente) sono cadute nel vuoto.
Il dott. Fiorenzuolo e i dirigenti pubblici della Asur, sul punto, hanno dimostrato una indifferenza e un cinismo che lascia interdetti. Nemmeno di fronte alle sollecitazioni unanimi della commissione consiliare sport hanno deciso di fare un passo verso le esigenze dei cittadini senigalliesi.
Il risultato è che il nostro servizio pubblico di medicina sportiva (che non va potenziato, ma solo modulato differentemente) rappresenta ormai la cenerentola della sanità marchigiana. Il risultato: i cittadini che pagano tasse esorbitanti per l’assistenza sanitaria sono costretti a pagare due volte per lo stesso servizio. Mentre i responsabili di tali ormai inaccettabili inefficienze non pagano mai.
non sempre dipendente statale equivale a inefficienza e spreco.
i dipendenti statali sono tenuti al rispetto delle leggi e delle regole
il che equivale a dire certificazione ecc.
nel privato basta che si fanno le cose e si fanno
poi in taluni casi le regole non vengono rispettate tanto nessuno controlla ed il cliente paga
Ci si accorge delle cose nel privato quando le cose vanno male.
in sintesi basta che il cliente paga e nel privato hai un foglio di carta.
nel pubblico non è così ; se non sei in regola il foglio dicarta non lo hai
Il discorso sopra fatto è generico e non è da riferire all'articolo del giornalista
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