L’Udc Senigallia interviene sulla proposta ‘Anti-movida
"I giovani devono riappropriarsi della città: non vanno in alcun modo 'ghettizzati'"
L’UDC senigalliese ritiene che l’idea di creare una zona franca fuori dal centro città per la contrastare la movida del week end non può essere condivisa in quanto una tale soluzione equivarrebbe a far morire il centro storico e darebbe inoltre un messaggio sbagliato alla cittadinanza.
I giovani non vanno in alcun modo “ghettizzati”, messi da una parte, “scansati” perché danno fastidio e fanno rumore e allora è meglio accomodarli in un luogo in cui possono fare ciò che vogliono, purché sia lontano.
Il mondo giovanile non deve essere visto come un problema, ma per quello che realmente sono, cioè una risorsa per tutta la società, perché rappresentano il futuro e la speranza, così come gli anziani sono la memoria e la radice solida su cui costruire il bene comune. La logica del mettere da parte perché “infastidisce” va contro questa profonda verità che riguarda tutti.
Non condividiamo neppure l’idea – che pare adombrata – di uno svago senza limiti che potrebbe ben riguardare la cd. zona franca pensata per accogliere la movida cittadina: una tale prospettiva risulta non solo profondamente sbagliata ma anche pericolosa. Non possiamo, infatti, trasmettere ai giovani questo tipo di messaggi ,già lautamente propinati dai media: il senso del limite nella vita in generale così come nel divertimento in particolare è un valore che va promosso e preservato, giacché la sregolatezza è sempre nociva e deleteria, tanto per chi la agisce, quanto per chi la subisce, e non aiuta sicuramente a crescere in modo equilibrato.
Sul punto vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per il crescente abuso di sostanze alcooliche, oltre che di droghe, tra i giovani e in particolare fra gli adolescenti: tale drammatico fenomeno va combattuto con determinazione e senza sconti, ma che riteniamo la soluzione non sia certo quella di spostare la location del divertimento e magari, prolungando senza limiti gli orari, incrementare ulteriormente le possibilità di consumo ! Su tale delicato argomento vanno chiamati in causa tutti gli attori sociali, dalle famiglie (che però vanno aiutate e sostenute nel loro imprescindibile e preziosissimo ruolo educativo) alla scuola, alle istituzioni e al mondo dei media, il quale invece sembra dare messaggi del tutto opposti, salvo poi fare le cd. campagne di prevenzione allorché ci sia la sollecitazione di fatti di cronaca. Ovviamente le norme esistenti in tema di somministrazione di bevande alcooliche debbono essere applicate in modo rigido e senza sconti, per dare un segnale che sia anche valoriale a tutti, a soprattutto ai nostri ragazzi: quindi sì divertirsi, no rovinarsi!
I giovani devono riappropriarsi della città, devono sentirsi parte di essa, la devono amare e amandola rispettare, solo così la città può crescere e rimanere viva, altrimenti “lentamente muore”: non dimentichiamo, infatti, che Senigallia è principalmente una città turistica, conosciuta e stimata come tale anche oltre oceano. A tal proposito riteniamo che occorra, oggi più che mai, tendere la mano a tutti gli operatori del settore, che anche in questo momento di crisi, si stanno adoperando e stanno compiendo i loro sforzi e sacrifici per portare avanti le loro attività anche per il bene dell’economia cittadina, essi vanno ascoltati e, per quanto possibile e sempre nei limiti delle regole, sostenuti. Ci sono poi zone della città che andrebbero addirittura valorizzate, come per esempio Piazza Garibaldi, in tal modo sgravando anche il carico di persone che si concentra nei medesimi punti.
Insomma riteniamo che la città debba diventare sempre più un luogo di incontro, di scambio, di solidarietà e di amicizia e non un mero dormitorio!
D’altra parte concordiamo sul fatto che tutto questo debba avvenire in modo regolamentato, ordinato e armonico, gli eccessi vanno certamente evitati perché nocivi e deleteri per tutti in special modo per i giovani, ma – ribadiamo – mettere da parte e ghettizzare non è la giusta strada. Altro discorso sarebbe quello di adibire una o più zone della periferia a contenitore di eventi di una certa dimensione, che naturalmente non potrebbero essere contenuti in centro città, ma questa ci sembra una soluzione del tutto ovvia e ragionevole.
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