L’ipotesi paventata da alcuni quotidiani nazionali secondo la quale il Governo nella nuova legge di stabilità sia in procinto di tagliare 3,5 miliardi di euro dal fondo destinato alla sanità è inaccettabile. La drastica riduzione delle risorse a disposizione costringerà le Regioni ad aumentare i costi dei servizi sanitari e ad introdurre nuovi ticket.

Concordo con le prese di posizione dei presidenti di Regioni e resto convinto che, prima della sanità, ci siano altri settori dove è possibile effettuare tagli anche consistenti alla spesa, a partire dai Ministeri e dagli stipendi dei loro superdirigenti. E’ qui che possiamo e dobbiamo intervenire: un ulteriore taglio alla sanità sarebbe invece incomprensibile e soprattutto inaccettabile, per le Regioni sulle quali ricadranno le conseguenze di una tale decisione, e per i cittadini che saranno costretti a fare i conti con un aumento delle tasse e una riduzione della quantità e della qualità dei servizi. La sanità ha già contribuito all’economia del Paese e non può sopportare altri sacrifici perché rischieremmo di far collassare l’intero sistema sanitario.

Il diritto alla salute è un diritto universale e inalienabile; non si può togliere l’Imu anche sulle case di lusso e poi far gravare il costo dei servizi sanitari sui cittadini bisognose di cure.

Le Regioni hanno già fatto sentire la loro voce e anche noi parlamentari ci attiveremo immediatamente, a partire dalla Commissione Bilancio della Camera, per evitare che questo accada, tutelando gli interessi dei cittadini e garantendo il diritto universale alla salute”.