A Senigallia il IX congresso Aims
"Mediare la crisi tra le generazioni" il titolo dell'iniziativa fino al 12 ottobre
E’ in corso a Senigallia, fino al 12 ottobre, il IX congresso internazionale dell’AIMS, l’Associazione che a partire dal 1995 ha introdotto in Italia la teoria e la pratica della Mediazione dei confitti con indirizzo sistemico, e che oggi conta più di 2000 associati tra professionisti di diversa estrazione: psicologi, avvocati, medici, insegnanti, operatori sociali e pedagogisti.
Con l’entrata in vigore della legge sulle professioni non regolamentate da albo (L. 4 del 14.01.2013) anche l’AIMS è destinata a mutare pelle, trasformandosi da associazione con spiccate finalità culturali ad associazione professionale, ma, dice il presidente dott. Aldo Mattucci, “non a cambiare l’anima di fondo quella di essere una realtà di incontro di persone diverse capaci di dialogo e di scambio che hanno piacere di incontrarsi e di riflettere insieme, crescendo sul piano culturale, etico, e delle relazioni umane di amicizia e di solidarietà“.
Uno dei punti di forza dell’AIMS è proprio la sua spiccata multiprofessionalità: chi infatti fa oggi il mediatore professionale non necessariamente viene dal campo psicologico-terapeutico, ma oltre un terzo degli associati appartiene all’ordine forense ed un altro terzo è rappresentato da operatori sociali, educatori insegnanti.
“Questo ci permette uno scambio ricco ed originale intorno all’unico tema che veramente ci caratterizza e ci appassiona – dice ancora il Presidente Mattucci – quello della gestione non distruttiva dei conflitti in ogni ambito della vita sociale, con un focus particolare, ma non esclusivo a quelli interni alla famiglia“.
Il congresso AIMS 2013 assume dunque una importanza particolare sia sul piano della vita associativa sia per la tematica che è stata scelta e che prosegue la grande tradizione dei congressi AIMS di entrare con il proprio contributo originale dentro ai grandi temi che la società nel suo complesso vive.
II presidente Aldo Mattucci così spiega il titolo del congresso, “Mediare la Crisi tra le generazioni“: “Abbiamo scelto di provare ad affrontare con la nostra logica, la lettura della crisi che attraversa la società nel suo complesso e nei diversi ambienti, spesso vista come una successione di immagini che ci scorrono davanti senza che siamo in grado di fermarle, di analizzarle, sembriamo spettatori della crisi, anche se ci sentiamo coinvolti, ci pare non dipenda da noi. Come è ben chiaro a chiunque, non si tratta di una crisi solo di tipo economico, in quanto essa porta con se la fine di alcuni miti che fino a poco tempo fa parevano intoccabili e destinati a guidarci: il mito del progresso inarrestabile; il mito della integrazione multiculturale; il mito della unicità del modello familiare; il mito della bontà del passaggio generazionale sia per ricchezza che per qualità di vita, e via dicendo. Ci troviamo in sostanza di fronte ad una nuova torre di Babele, ed è urgente perciò ricominciare lo sforzo comune di ascolto e comprensione“.
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