Case fantasma nelle Marche, l’Agenzia delle Entrate ne scova 35mila
Conclusa l'operazione che ha portato alla luce immobili non censiti e sconosciuti al catasto regionale
Si è conclusa anche nelle Marche l’operazione “case fantasma”, che ha portato all’individuazione di 35.515 unità immobiliari sconosciute al Catasto della regione, con l’attribuzione di una maggiore rendita di oltre 16 milioni di euro, e un conseguente maggior gettito ai fini Imu, delle imposte sui redditi (Irpef e “cedolare secca”) e dell’imposta di registro sui canoni di locazione.
L’operazione di regolarizzazione è stata realizzata in tutta Italia grazie all’incrocio delle mappe catastali con le immagini aeree rese disponibili dall’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), per individuare così i fabbricati presenti sul territorio ma non nelle banche dati catastali.
Il totale delle unità immobiliari emerse è di 35.515, a cui corrispondono rendite catastali accertate di 16.333.265 euro. A oltre 28 mila fabbricati è stata attribuita, dopo che gli interessati hanno provveduto spontaneamente a presentare gli atti di aggiornamento del Catasto, una rendita definitiva di circa 12 milioni. I rimanenti 4.224.078 euro equivalgono al valore delle rendite presunte di 7.230 immobili che non erano stati accatastati volontariamente dai proprietari alla data del 30 novembre 2012, giorno in cui si è conclusa l’attività di accertamento.
Il Dl 78/2010 ha infatti previsto, in attesa dell’accatastamento definitivo, l’attribuzione di una rendita presunta agli immobili mai dichiarati e non ancora regolarizzati, associando agli stessi una rendita catastale provvisoria. Per presumere le rendite catastali e associarle ai fabbricati, l’Agenzia delle Entrate si è basata su precisi parametri, acquisiti anche con sopralluoghi esterni agli edifici non in regola.
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