Intervista al Comandante della Guardia Costiera di Senigallia
Molteplici attività da controllare e un contesto, quello senigalliese, tutto particolare
Ufficialmente è dal 26 luglio che è Comandante del porto di Senigallia, ma già due mesi prima era tornato (perché di un ritorno si tratta) nella cittadina in cui partì la sua carriera nella Guardia Costiera.
Stiamo parlando di Cristoforo De Giuseppe, salentino, grande conoscitore delle Marche per aver “sostato” ben 12 anni a Civitanova Marche e altri 4 a Porto Recanati dove si è fatto notare per le sue doti professionali e umane.
Assieme a otto persone, porta avanti le attività – dopo il congedo di Antonio Montinaro – dell’Ufficio Locale Marittimo, con competenze su una serie notevole di settori: dalla pesca al controllo del demanio marittimo (la gestione però è in capo ai Comuni, per esempio nel rilascio delle licenze), dalla sicurezza in spiaggia (di competenza anche dcelle altre forze di polizia) alle verifiche strutturali e sull’occupazione, da quelle sulle dotazioni delle imbarcazioni al controllo del porto e della balneazione e persino della tracciabilità dei prodotti ittici che finiscono sulle nostre tavole.
“Si tratta comunque di settori che riguardano la sicurezza dei bagnanti o in genere degli utenti della spiaggia e del mare in tutte le sue forme – spiega De Giuseppe. Senza scivolare in inutili cavilli, bisogna dire che la situazione a Senigallia è decisamente tranquilla, non si presentano gravi criticità. Una stagione tutto sommato senza gravi problematiche, se si eccettuano alcuni piccoli incidenti e sanzioni e, soprattutto, il decesso del turista napoletano sulla spiaggia di Senigallia. Qualche problema in più l’abbiamo avuto nel confrontarci con la popolazione e nel far capire le regole vigenti, per cui ad inizio stagione siamo dovuti ripartire con alcuni episodi di sequestro di materiale abusivamente depositato nella spiaggia, principalmente quella a nord del porto“.
Già, perché il tema dell’abusivismo è uno dei più scottanti (senza fare allarmismi) sulla spiaggia di velluto. Innanzitutto la pesca sportiva, per la quale esistono quote “stagionali” da tenere in considerazione e che, per quanto riguarda ad esempio la pesca del tonno, erano già state superate ancora prima di agosto.
Per le vongole e le cozze, che turisti e residenti pescano spesso senza conoscere le norme e le relative sanzioni. Per le prime c’è una soglia giornaliera di 5kg, per le seconde non si supera i 3 kg. Ma soprattutto c’è una serie di vincoli per rendere più sicura la pesca, come il imite dei mille metri dal porto, il divieto di pescare i mitili a ridosso delle scogliere artificiali (solo su quelle naturali – vd. Conero – è possibile coglierle) e il vincolo orario che permette la pesca solo prima delle 7 di mattina o dopo le 20.
“Il problema – spiega il Comandante De giuseppe – è che non solo non si conoscono le regole, ma spesso nemmeno c’è una reale ricerca dell’informazione che potrebbe evitare salate multe oltre al sequestro del pescato“.
Per le attività dei pescatori ci sono soglie e regole più severe, oltre a sanzioni pecuniarie, amministrative ed eventualmente penali: intanto non si può pescare sotto il limite dei 600 metri dalla costa, oltre a dover osservare una soglia di 600 kg giornalieri per soli quattro giorni la settimana in periodo di fermo pesca.
“Quello che manca del tutto a Senigallia – continua il responsabile dell’Ufficio Locale marittimo – è una vera e propria attività di mercato del pesce: nonostante dal Comune vi sia una grandissima e benevola attenzione verso il rilancio del porto, questo stenta un po’ a ripartire, complice anche una situazione critica del settore della piccola pesca e non solo, in tutte le marinerie dell’Adriatico“.
Proprio il porto sarà uno dei temi al centro del dibattito senigalliese dopo i lavori che ne hanno restituito alla città la navigabilità e soprattutto una prima parte – quella di levante – completamente camminabile. Da pochi giorni è stato “varato” il regolamento per le attività portuali, in cui si tengono conto delle opere di ristrutturazione e di miglioramento del porto di Senigallia – 6° stralcio, che prevedono la realizzazione delle banchine del nuovo avamporto (parte di ponente).
Nell’area portuale però, nonostante siano già stati effettuati con fondi regionali, servirebbero nuovi lavori di escavo del fondale, dato che il pescaggio di tre metri, necessario a fare uscire le cinque imbarcazioni dell’ex Navalmeccanico, si è – nel giro di poco tempo – ridotto in diversi punti a soli due metri, tanto che per uscire ed entrare nel porto è necessario percorrere il tratto centrale dell’imboccatura.
Tra gli altri “nodi”, c’è anche quello della sede della Guardia Costiera senigalliese, che potrebbe essere trasferita una volta demolita l’edificazione dell’ex Club Nautico (ora sede del Cimasub) o nel piazzale antistante la darsena Nino Bixio o addirittura dall’altra parte del porto, proprio nell’area dell’ex cantiere Navalmeccanico, dove ora hanno trovato posto circa 120 parcheggi.
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