Senigallia, il Comitato Acqua Bene Comune contro i distacchi per morosità
"Cosa aspettano i sindaci a interrompere questa odiosa pratica? E' un'emergenza democratica"
Martedì scorso (3 settembre, Ndr) siamo stati contattati come ‘Comitato Acqua Bene Comune Senigallia’ da due famiglie residenti a Roncitelli. Quel giorno un operaio di Multiservizi S.p.A. è stato cacciato e “rispedito al mittente” perché ha provato a staccare la fornitura dell’acqua in una casa dove oltre ai genitori vivono 4 bambini di pochi anni. Tutto questo per una vecchia bolletta non pagata, ma mai notificata o segnalata tramite raccomandata.
Innanzi tutto esprimiamo le congratulazioni per la fermezza e l’opposizione dei nostri concittadini e li ringraziamo per il loro tempestivo avviso, sperando che anche altri, in situazioni simili o addirittura peggiori – come quelle di morosità per difficoltà economiche – ci contattino e ci rendano partecipi in tempo. Speriamo anzi che anche altri si oppongano al distacco: poichéstiamo assistendo ad una vera e propria emergenza democratica nella gestione di un diritto fondamentale delle persone, l’acqua appunto.
Cosa aspettano i sindaci, soci di Multiservizi S.p.A., nonché primi responsabili dell’igiene pubblica e della salute dei cittadini, a interrompere questa scellerata azione messa in campo da Multiservizi? A quando una moratoria che impedisca a Multiservizi di continuare senza scrupoli a staccare le forniture dell’acqua senza preoccuparsi minimamente delle situazioni delle persone, lasciate senza un diritto fondamentale fonte di vita e salute?
Non c’è scusa o motivazione che tenga per azioni del genere; è indescrivibile l’arroganza e il menefreghismo nel togliere l’acqua a famiglie con bambini, come in questo caso, o a persone in difficoltà economica o peggio persone anziane o con malattie.
Conosciamo bene la situazione economica precaria di Multiservizi, sappiamo di debiti accumulati con le banche per scelte e scommesse finanziarie a dir poco discutibili; è forse per questo che siamo arrivati a questo punto? Non contano gli statuti e le belle parole dei nostri sindaci quando tempo fa dicevano e scrivevano che l’acqua è un bene privo di rilevanza economica?
Il susseguirsi e il ripetersi di queste vicende sembrano dimostrare purtroppo il contrario: apprendiamo anzi, dopo questa triste vicenda, che Multiservizi S.p.A. ha campo libero per fare quello che vuole con tutta l’arroganza possibile, senza il minimo filtro delle amministrazioni e senza alcun controllo sociale.
Sono mesi che, come comitati provinciali, proponiamo strumenti alternativi per il calcolo della tariffa, aumentando il costo degli sprechi e garantendo a chi è in difficoltà economica il minimo vitale gratuito. Per fare questo sia Multiservizi che l’AATO 2 dovrebbero porsi in maniera dialogante con i comitati e la cittadinanza coinvolta.
Per quanto riguarda infine il discorso dei 50 litri giornalieri a persona garantiti come diritto, sono anni che li chiediamo e che spingiamo perché siano formalizzati all’interno dei regolamenti di gestione del servizio idrico. Ma per fare questo, oltre alla volontà di Aato e Multiservizi c’è bisogno dei “misuratori di portata d’acqua” da inserire nei contatori degli utenti!
Quindi “cara Multiservizi” non prendete in giro le persone dicendo che gli verranno garantiti quando sapete benissimo che non è ancora praticabile perché manca la volontà e l’investimento per attuare questa buona e doverosa pratica.
Chiediamo, oggi più che mai, alle amministrazioni di assumersi le proprie responsabilità deliberando da subito uno stop provvisorio all’odiosa pratica dei distacchi.
Siamo portatori di proposte che, attraverso la rimodulazione delle fasce tariffarie, e tenendo conto del numero di persone collegate all’utenza domestica, possono dare risposte concrete: sia in merito all’accesso inalienabile di 50 lt di acqua al giorno a persona; sia alla ingiustificata penalizzazione dei nuclei familiari più numerosi che spendono di più, non solo perché consumano più acqua, ma anche perché per loro aumenta il costo unitario (a mq) del bene.
I nostri amministratori vogliono discuterne? Oppure vogliono limitarsi alle altisonanti dichiarazioni sull’acqua come diritto umano e continuare nella pratica del “solo se hai i sodi per pagarla”?
27 milioni di cittadini, tra cui tantissimi senigalliesi, hanno dichiarato con il voto referendario di giugno 2011 che l’acqua non è una merce e che su questa non si devono fare profitti.
Siamo venuti a conoscenza di una brutta vicenda che ha coinvolto la nostra città, nello specifico alcuni nostri concittadini, vicenda che ci auguriamo non si ripeta più.
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