Roghi dolosi nei campi a Senigallia e dintorni: “Vincere la ritrosia a parlare”
Il Comandante dei Carabinieri commenta le indagini e invita gli imprenditori a fornire elementi
A poca distanza dagli ultimi casi di incendi nelle zone agricole del senigalliese, il Comandante dei Carabinieri della Compagnia di Senigallia, Lorenzo Marinaccio, ha delineato un quadro del fenomeno, che nel corso dei mesi si va ripetendo con lo stesso copione.
“Dopo ogni rogo, mi preoccupo di sentire direttamente l’imprenditore agricolo danneggiato, per raccogliere elementi utili alle indagini – spiega Marinaccio – ma le risposte che ottengo sono sempre simili: ‘non ho problemi con nessuno’, ‘non ho motivo di sospettare di alcuno’, ‘escludo categoricamente il dolo’…”
In verità, come ci ha confermato il Comandante, in seguito ai rilievi effettuati dai Vigili del Fuoco, ai Carabinieri di Senigallia risulta che tutti gli incendi a terreni o attrezzature agricole sono di chiara origine dolosa: vengono sistematicamente trovati gli inneschi (stoppini o addirittura carbonella), ma nonostante questo le vittime dei danni negano l’origine dolosa.
“Fossimo al meridione, si potrebbe parlare di un velo di omertà – afferma il Capitano Marinaccio – ma Senigallia è un altro ambito, quindi la definisco ritrosia a fornire elementi utili alle indagini”.
I Carabinieri hanno comunque messo in campo alcune ipotesi su cui lavorano per portare avanti il lavoro investigativo.
“Di certo non si tratta di piromani, perchè il piromane appicca il fuoco indistintamente in un terreno, senza colpire segnatamente, ad esempio, un trattore o un magazzino. Qui si tratta di una o più persone che vogliono danneggiare economicamente alcuni imprenditori, forse per sostituirsi a loro nell’assegnazione dei lavori”.
In sostanza Marinaccio parla di uno o più imprenditori che si vedono esclusi dal mercato, ipotizzando una sorta di monopolio da parte di altri, che ottengono sistematicamente le commesse per la lavorazione dei campi. A questo punto scatterebbe, da parte di chi sta subendo il torto, l’azione dolosa per tentare di estromettere il concorrente.
Purtroppo questa resta solo un’ipotesi, finchè i Carabinieri non riusciranno ad ottenere dai diretti interessati qualche testimonianza o qualche elemento in più. “Occorre valicare una cappa di condizionamento, che al momento ci troviamo davanti”, conclude Marinaccio.
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