Senigallia, festival organistico a pieno regime
Alberto Barbetta incanta nel concerto d'Organo al Portone
Non era facile esibirsi dopo l’autorevolissimo concerto del maestro russo Daniel Zaretsky, che aveva lasciato a bocca aperta il pubblico, il 25 luglio scorso. Il ventiseienne Alberto Barbetta non si è fatto intimorire, con calma assoluta ha affrontato l’imponente organo Pinchi del Portone e lo ha accarezzato con uno stile compassato e un repertorio “azzeccatissimo”.
Con grande semplicità e sicurezza alla fine del concerto ha dichiarato: “Ho preparato il programma del concerto di questa sera attingendo al mio repertorio, ma anche osservando le scelte dei maestri che si sono esibiti su questo strumento prima di me. Alcune le condividevo altre meno. Ho fatto la mia sintesi e quindi la mia scelta“.
Barbetta ha esordito con Kyrie en taille à 5; Fugue à 5; Cromorne en taille à 2 parties; Trio en dialogue e Dialogue sur les grands jeux, dalla messa del “Livre d’Orgue” di Nicolaus de Grigny (1672-1703) a cui ha fatto seguire la Fantasia, fuga in do BWV 537, la Corale “Schmücke Dich, o liebe Seele” BWV 654 e Preludio e fuga in Sol BWV 541 di Johann Sebastian Bach (1685-1750).
Fin da subito è apparso evidente che l’interpretazione di Alberto Barbetta è incline allo stile un po’ languido della scuola francese. Don Giancarlo Giuliani, parroco del Portone e responsabile del progetto del Festival Organistico Internazionale “Città di Senigallia”, aveva avvertito il numerosissimo pubblico fin dalla presentazione del concerto: “Nella nostra città ci sono tanti concerti dove si ascolta la musica degli anni ’40 e ’50, noi andiamo un po’ più indietro, arriviamo al ‘600“.
La serata è proseguita con l’Allegretto Dalla sonata n° 4 op. 65 di Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847) e gli impegnativissimi Studio in forma di canone n° 5 op. 56 e Schizzo n° 3 op. 58 di Robert Schumann (1810-1856) eseguiti senza timori reverenziali, dimostrando tutta la bravura e la presenza scenica del maestro vicentino.
L’ultimo brano, le Litanies di Jean Alain (1911-1940) ha visto molto impegnato sia il giovane organista che il suo registrante che ha dovuto fare letteralmente i salti mortali per cambiare i tanti registri differenti e voltare la pagine che si esaurivano alla velocità del vento.
Come dicono i francesi “chapeau”. Non stupisce che Alberto Barbetta che attualmente frequenta il Cycle de spécialisation en orgue con Christophe Mantoux dopo aver seguito un corso di perfezionamento allo stesso Conservatorio di Strasburgo con Aude Heurtematte, sia vincitore di numerosi premi organistici fra cui il 1° premio al Concorso Organistico di Napoli, il Prix du Président “Musique et Orgue” al concorso internazionale di Saint-Pierre-lès- Nemours in Francia e il primo premio al concorso nazionale “C. Guglielmo Bianchi” di Varzi.
Dopo lunghe e ripetute uscite chiamate dagli applausi scroscianti, Barbetta non si è voluto smentire e nel bis ha eseguito una “Tierce en taille” di Guillaume, affermando con i fatti, che gli piace trasmettere la grande espressività delle forme dell’organo classico francese.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!