“Bella addormentata” a Senigallia: focus su vita e persona con Marco Bellocchio
Alla serata dibattito a tre assieme a Beppino Englaro e Paolo Marchionni - FOTO e VIDEO
E’ stato un dibattito interessante e pieno di spunti – tra attualità e tecnica cinematografica – quello andato in scena prima e dopo la proiezione della pellicola “Bella addormentata” all’Arena Gabbiano di Senigallia il 27 luglio. Protagonisti della discussione il regista Marco Bellocchio, Beppino Englaro e Paolo Marchionni. Presente un buon numero di persone accorse per vedere un film che ha fatto discutere e continua tuttora a far pensare.Un film, la “Bella addormentata“, ambientato negli ultimi giorni di vita di Eluana Englaro, la ragazza che, a seguito di un incidente stradale, ha vissuto in stato vegetativo per 17 anni, fino alla morte naturale tramite l’interruzione dellanutrizione artificiale.
Una vicenda che nel febbraio 2009 attrasse gran parte dell’opinione pubblica italiana, amplificata dai media – in primis stampa cartacea e televisione – e divise il popolo italiano in favorevoli e contrari per arrivare a un acceso scontro nell’aula del Senatoalla notizia della morte di Eluana.
Tale evento costituisce lo sfondo ed il pretesto della narrazione fatta da Bellocchio, la sequenza intrecciata di quattro storie, nelle quali il minimo comune denominatore è rappresentato dall’interruzione o meno del nutrimento artificiale e dello stato vegetativo.Assistiamo così alla scelta sofferta di un senatore del Pdl che vota secondo coscienza contro la legge proposta dal Governo Berlusconi e dalla maggioranza di cui egli stesso fa parte (la quale impone che l’alimentazione e l’idratazione non possano in alcun caso essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi) e vive un rapporto di crisi con la figlia militante nel Movimento per la Vita; la sofferenza di una famiglia di attori a causa del coma della figlia; la storia di una eroinomane che ha scelto di morire, e di un medico che invece vuole salvarla e farle cambiare idea; e la storia di un ragazzo – che accompagna il proprio fratello minore, affetto da disturbi e cambi di umore, a manifestare a Udine a favore dell’interruzione del trattamento di idratazione ed alimentazione forzata a Eluana Englaro – e che vivrà una storia d’amore con la figlia del senatore.
La proiezione della “Bella addormentata” è stata accompagnata da due momenti di discussione e riflessione prima e dopo lo spettacolo, condotti da Laura Mandolini che ha intervistato i tre ospiti della serata: il regista Marco Bellocchio, Beppino Englaro (padre di Eluana) e il dott. Paolo Marchionni(medico legale all’Asur di Pesaro e docente di bioetica).
Si è cominciato a parlare della scelta dell’argomento del film da parte di Bellocchio, una “scelta di campo e posizione da parte di un artista, che, come cittadino, risponde in una certa maniera di fronte a una tale vicenda drammatica ed è incapace di fare una riflessione generale“. Englaro, protagonista in prima persona di quei fatti, aggiunge: “E’ stato più di una lotta tra due fazioni, perchè sono entrati in gioco convincimento culturali, religiosi, confessionali e filosofici. E’ mancato un certo rispetto da parte delle gerarchie cattoliche (non dei cattolici), anche per i laici intrisi di una certa religiosità, è stata una scelta difficile“.
Da Englaro e da Marchionni particolare rilievo è stato dato all’articolo 32 dellaCostituzione Italiana (La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana), in cui è imposto il rispetto della libertà della persona e della sua inviolabilità, e che non tiene conto dei cosiddetti “principi non negoziabili” propugnati dalle gerarchie cattoliche. In particolare, Marchionni ha messo in luce che la funzione della medicina in questi casi è fare chiarezza senza istituire alcuna dicotomia tra vita e persona.
C’è distinzione – secondo il medico legale – tra “curare” (to cure) e “prendersi cura” (to care): se il primo non è più in grado di garantire la vita, allora porre fine allo stato vegetativo può essere un esempio della seconda opzione. “Non deve essere confusa la sacralità della vita con la totemizzazione della sacralità della vita, ma bisogna trovare un’occasione di incontro senza imporre una visione“, chiude.
In seguito si è passato ad analizzare alcune caratteristiche del film: le scene di incomunicabilità, l’affresco della classe politica prima e dopo il voto in Senato e la notizia della morte di Eluana, affetta da cinismo (“nella sua inadeguatezza“, dice il regista); la divisione tra manifestanti e medici in due tifoserie, rappresentati in maniera ora grottesca, ora cruda e reale (“senza spregio nè con dileggio“, ancora Bellocchio).
E’ stato evidenziato in particolare come l’attenzione mediatica alla vicenda di Eluana Englaro sia cresciuta progressivamente, da un iniziale silenzio (dove medicina, politica e magistratura italiane si sono ritrovate sorprese da tale evento inusuale e incapaci di trovare una line aunivoca per affrontare il problema) al bombardamento mediatico culminato nel febbraio 2009 (nel filmi si vedono quotidiani, spezzoni di TG e immagini di repertorio ce documentano il periodo) per poi riassopirsi e non essere più oggi al centro dell’attenzione.
Una riflessione generale è stata rivolta alla situazione del cinema italiano, in particolare alla sua funzione di denuncia e polemica/dibattito. Bellocchio sostiene che tali caratteri siano ormai scomparsi nelle pellicole italiane, perchè sono stati fatti propri da media come la televisione. “Il cinema è uno spazio di approfondimento e riflessione, non più di dibattito e denuncia“, ha affermato.
Allegati
Il trailer di “Bella addormentata”:
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