Approvato Bilancio a Senigallia: “Sforzi per sociale, no tagli lineari, incertezza tariffe”
I Capigruppo della Maggioranza raccontano i provvedimenti che hanno votato "in solitudine"
Un Bilancio di previsione approvato dopo metà luglio, diventa un Bilancio per oltre la metà consuntivo di spese già sostenute. Se poi ci si aggiunge il fatto che mancano allo stato attuale (e allo Stato attuale anche con la esse maiuscola) normative precise che indichino ai Comuni come muoversi, questo diventa un Bilancio che per la seconda metà è dello “speriamo”.
Ma una programmazione finanziaria andava data a Senigallia per questo 2013, perciò nel Consiglio Comunale del 17/18 luglio si è giunti all’approvazione del documento economico cardine per la vita pubblica della città. Un atto che hanno illustrato in conferenza stampa i Capigruppo Consiliari della Maggioranza: Ilaria Ramazzotti (PD), Adriano Brucchini (Vivi Senigallia), Carlo Girolametti (La Città Futura) ed Enzo Monachesi (CD).
I quattro hanno incentrato i loro discorsi sugli sforzi fatti da una compagine di governo cittadino che ha portato avanti principalmente due decisioni: salvaguardare il sociale e non operare tagli lineari.
Il primo punto è stato attuato riducendo i capitoli di spesa destinati al sociale del 10-12%, a fronte di una riduzione generale del 40%, riuscendo però a garantire tutti i servizi grazie al ricorso a bandi europei che ne hanno permesso la continuità. Anche il piano delle vendite di beni immobili comunali darebbe entrate per il sociale, ma dall’altra parte occorre trovare accordi di compravendita che consentano la cessione senza svendere.
Il secondo punto si snoda attraverso una serie di provvedimenti, quali il mantenimento dell’addizionale IRPEF e dell’aliquota IMU sugli immobili non residenziali, che cercano di non gravare sui lavoratori e sulle imprese.
Al capitolo IMU occorre però iscrivere l’aumento dell’aliquota dal 4 al 6 per mille per gli immobili residenziali: una decisione che sembra andare contro la politica di evitare tagli lineari, ma che, come spiega Ilaria Ramazzotti, andrebbe ad incidere solo su redditi alti e abitazioni sopra i 100 mq, stando a quello che il governo centrale sta prospettando.
Altro tema ingarbugliato è la TARES, tariffa che andrebbe a sostituire la TARSU, ma che oltre ad essere sventolata, non è stata ancora svelata dal governo, per quanto riguarda l’applicazione: un atteggiamento, questo, che fa imbufalire Enzo Monachesi, che non esita a dire “Basta” a questa strategia. Per il momento l’unica cosa che il Comune ha potuto fare è chiedere ai cittadini il 66% della vecchia TARSU per il 2013, in attesa di sapere come muoversi.
Di fronte a tagli del genere sarebbero dovute soccombere spese come quelle per gli eventi estivi, che però trovano sostegno dalle entrate della tassa di soggiorno, che fece tanto discutere prima dell’estate 2012, ma che ora è linfa vitale per il turismo: quel turismo senigalliese che, a detta di tutti e quattro i Capigruppo, ha bisogno di essere ripensato (si ipotizza un convegno sul tema a settembre), di trovare un evento forte per il mese di luglio, di fare sforzi per riportare aspetti culturali in eventi come La Notte della Rotonda, il cui degrado progressivo non piace neppure ai Consiglieri.
Altro tema caldo sono le scuole, in particolare le mense, ma Carlo Girolametti spende parole di rassicurazione sulla qualità del servizio, sulla scelta e il controllo accurato del cibo biologico a Km zero, che porteranno a sfruttare e impegnare risorse del nostro territorio, sul fatto che ora si garantiranno pasti per 21 scuole, non più per 19. Sull’altro piatto della bilancia ci sono due persone che perdono il lavoro: un fatto che lo stesso Girolametti sottolinea, esprimendo il suo rammarico.
Un Bilancio, quello approvato a Senigallia, che viaggia ancora sotto la scure del Patto di Stabilità, colpevole per il 2013 di imporre un risparmio di 5,2 milioni di Euro, quasi due in più rispetto al 2012, ma con la speranza che avere il Sindaco Mangialardi a capo dell’ANCI Marche possa portare ad una rimodulazione del patto, consentendo di aprire le casse comunali.
Dalle casse di Senigallia non usciranno infatti soldi per investimenti pubblici, tranne che per l’appalto dei loculi del cimitero delle Grazie, come Adriano Brucchini ha tenuto a sottolineare nel suo intervento, in cui ha auspicato per i Comuni un futuro in cui si vada oltre l’essere ridotti ad esattori dello Stato.
Un disagio profondo quello espresso dai quattro Capigruppo, che si sono trovati a doversi muovere dentro un dedalo di decisioni non prese dal governo Letta, di decreti del “faremo”, di mancati trasferimenti. Disagio amplificato dal fatto di trovarsi, come Maggioranza in Consiglio a Senigallia, ad approvare “in solitudine” il documento più importante per l’ente cittadino: la Minoranza, tranne Rebecchini, Mancini e Battisti è infatti uscita dall’aula durante il voto.
“Un segnale chiaro da parte di chi prima urla, ma poi non partecipa alle decisioni vitali per Senigallia” chiude commentando la Ramazzotti.
Hanno la netta maggioranza, decidono tutto loro, fanno come vogliono, non ascoltano quello che gli viene suggerito, trattano gli altri (la minoranza o i cittadini che li anno anche votati) come se non ci fossero e si lamentano pure se la minoranza si alza e se ne va per rifiuto delle decisioni prese. La Ramazzotti farebbe bene a farsi un bel bagno di umiltà ed imparare ad ascoltare (almeno) anche gli altri. Che SPOCCHIA.
LA MINORANZA (O OPPOSIZIONE) FAREBBE BENE AD ACCERTARE E RIFERIRE (AI COMUNI MORTALI CITTADINI) SUI MUTUI ACCESI DAL COMUNE. SE SONO O NO TRA QUELLI DEFINITI TOSSICI.
P.S. Signora Ramazzotti, per redditi alti cosa intende? resti meno nel vago, please! E le abitazioni da 100 mq. , vanno intese come SUL o come SUA? Perchè altrimenti la maggior parte delle prime case pagheranno l'IMU. Precisi meglio la cosa , perchè il tanto per abbaiare non serve a niente!
Mentalità che ha sempre fatto fuggire le aziende e gli artigiani.
Non a caso Senigallia non ha e non ha mai avuto una sona industriale degna di nota. Vanno tutti ad operare nei comuni limitrofi. Il guaio è che a questo si accompagna una politica turistica assente, adirittura quasi da ostacolo r quindi disincentivante.
Come è lontana la Romagna , seppur di sinistra!
Con la scusa di difendere il sociale si tassa tutto al massimo. Il 6 per mille sulle prime case è una semplice batosta, la solita che ricade sui poveri cittadini.
Ad esempio le case in cooperativa della zona delle saline, o del Parco della Pace superano per molti e di poco i 100 mq (108 per la precisione). Questi signori pagano eh! Pur se in cooperativa. La seconda casa neanche a parlarne, il massimo 10,6 per mille. Venghino signori venghino ad investire a Senigallia!!!
Adesso aspettiamo la tares....se non ci fosse da piangere verrebbe già da ridere.
La sensazione, per non dire certezza, è che il Comune vuol fare il furbo portando l'aliquota sulla prima casa al 6 per mille. Se abolita la pretendono dallo Stato. Se tutti i comuni facessero i furbi come la grande amministrazione di Senigallia saremmo già in default.
LA PAROLA AI CITTADINI IL PROSSIMO 2015!!!
Empty vessels make most sound!!
Qiesta ela data da non dimwnticare
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