Battista l’alchimista e la realtà informativa (?) trasformata
Il blogger ByoBlu a 360° sullo scandalo dei rimborsi pubblici e sul Movimento 5 Stelle
Parlare dello scandalo dei rimborsi pubblici, in maniera inevitabilmente critica, senza menzionare neppure incidentalmente il Movimento 5 Stelle, è come parlare della Rivoluzione Francese senza nominare mai Maximilien de Robespierre.
O, se volete, è come raccontare la storia della conquista dello spazio senza citare mai Yuri Gagarin, o ancora è come redigere un bigino sull’evoluzione della civiltà sorvolando sulla Grecia e su tutti i suoi pensatori. Esiste un solo editore al mondo che investirebbe un solo centesimo per avere un autore che pubblicasse libri così? E voi ci spendereste un soldo bucato?
Eppure, ci sono editori che pubblicano giornalisti che scrivono cose come quelle che ha scritto Pierluigi Battista domenica 7 luglio sul Corriere. Un intero articolo sulla lotta al finanziamento pubblico ai partiti riuscendo nell’improbabile impresa di non riferirsi mai, manco per sbaglio, nemmeno per un giramento di testa momentaneo, magari per uno svarione dell’ultimo minuto dovuto al caldo, a chi non solo ha fatto quella rivoluzione, ma ha rinunciato a oltre 70 milioni di rimborsi elettorali: l’anomalia nel segnale televisivo che disturba un’immagine da risintonizzare, la sbavatura sui libri di storia da correggere con le seconda edizione ritirando tutte le copie della prima, il trojan nel sistema, la variabile aleatoria che scombina l’output previsto, signori e signori: il Movimento 5 Stelle (tre parole cancellate perfino dal vocabolario e sostituite da riferimenti indiretti alle voci: “diaria”, “rendicontazione”, “dissidenti”, “democrazia interna”).
Quella robetta insignificante da 25% di consenso elettorale, cui il Pigi si riferisce (in maniera dispregiativa) solo quando dice che l’abolizione dei contributi statali avrebbe dovuto essere “la risposta ai venti dell’antipolitica”. Come se quei venti non fossero gli stessi che hanno increspato i mari e sollevato onde che stanno ripulendo spiagge che se ora tutti vogliono vedere più pulite è solo perché quei venti hanno soffiato, e dunque la risposta va data a chi sporca, a chi inquina, a chi sversa carburanti nelle acque, scarica liquami, svuota serbatoi, smaltisce sottoprodotti chimici derivanti dalle lavorazioni industriali che distruggono l’ecosistema, non ai venti che soffiano (sempre siano benedetti).
Sono in molti a parlare male del Pigi, ma il Pigi va anzi rivalutato. E’ uno scienziato. Un alchimista che trasforma la realtà in qualcosa di meravigliosamente diverso. Ci vuole del metodo e tutto il rigore scientifico di un ricercatore o di un monaco per distillare prodotti così perfetti, depurati da ogni contaminazione sconveniente, distillati mediante una serie di complessi alambicchi al fine di eliminare ogni impurità e cancellare dalla storia ogni riferimento alla vita reale. Roba che il Ministero della Verità di orwelliana memoria al Pigi gli fa una pippa. Ma pure a chi gli fa pubblicare queste cose senza chiamarlo in presidenza a chiedergliene conto.
La riprova? Per mesi avete visto, letto e sentito solo di scontrini, diarie e rendicontazioni. Come se i cinque stelle in Parlamento facessero solo quello e non fosse viceversa un argomento di discussione in qualche assemblea convocata dopo l’orario di lavoro e protrattasi perciò talvolta fino a ben oltre la mezzanotte, nella quale tra l’altro non si discuteva se restituire o meno la metà dell’indennità (lo stipendio di base), su cui nessuno ha mai avuto neppure mezzo dubbio, ma quella parte della diaria non spesa, che a testa poteva valere anche cento, duecento euro, se non addirittura zero. Ecco, questo era il problema dell’Italia per i giornalisti, questi erano i titoli che campeggiavano sulle prime pagine dei giornali (negli stessi giorni il Movimento 5 Stelle costringeva il Governo a privilegiare le aziende nella prima tranche di pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni, a discapito per una volta delle banche, ma questa non era una notizia).
E dunque, se questo era il problema dell’Italia, se questi erano i più che giustificati lanci delle prime pagine, ci si sarebbe aspettato che quando questo problema fosse finalmente stato risolto, la stampa tutta avrebbe tirato un bel sospiro di sollievo, dando pari risalto alla soluzione del caso rispetto alla sua denuncia, magari pubblicando edizioni speciali da far rilanciare agli strilloni per strada, con profusione di mea culpa, genuflessioni dell’ultimo minuto, autoflagellazioni per avere infangato 163 eletti del popolo e tutti i loro elettori, e magari – perché no – anche qualche conversione sulla via di Damasco.
Invece, quando giovedì scorso il Movimento 5 Stelle è uscito in piazza Montecitorio, tra la gente, srotolando un bell’assegnone da quasi un milione e seicentomila euro, dove tutti i parlamentari M5S hanno fatto confluire la restituzione pattuita di metà dello stipendio, delle eccedenze delle diarie e di tutte le indennità di carica, quelle stesse prime pagine che per mesi avevano titolato di catastrofi, terremoti e tragedie, che avevano screditato, diffamato, stravolto la realtà delle cose, annunciato sciagure, fatto previsioni sull’uscita di decine e decine di dissidenti, declamando l’epitaffio ricamato e infiorettato con le penne e con l’inchiostro pagati con i soldi pubblici e apposto sulla fine, sulla disgregazione del Movimento 5 Stelle, ebbene… su quelle stesse prime pagine neppure una riga. Neppure una riga sulla prima pagina del Corriere della Sera. Una riga e mezzo, più o meno, sulla prima pagina di Repubblica.
Ma voi continuate pure a pensare che i Cinque Stelle si occupino solo di scontrini. Intanto che pensate, fatevi anche due conti: con oltre 70 milioni di euro di rimborsi elettorali e con un milione e mezzo di euro risparmiati ogni 3/4 mesi (se non venissero restituiti al fondo di ammortamento del debito pubblico), lo sapete quante televisioni e quanti giornali ci si potrebbe comprare, il Movimento Cinque Stelle? Tanti che domani mattina perfino il Pigi inizierebbe a scrivere che l’unica soluzione per il paese è Grillo.
Allegati
Tratto da ByoBlu.com
Per gentile concessione dell’autore.
Riguardo i rimborsi, bravi, ma non basta se per 1 milione restituito ne perdiamo 100 per l'incapacità di collaborare e costruire rapporti e progetti per far funzionare la macchina Italia, la politica è comunicazione e mediazione , altrimenti si chiama REGIME.
s.v.
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