Nel corso di una settimana di lavoro associativo e di confronto con studiosi afferenti ad altri istituti di ricerca/università, l’Associazione di Storia Contemporanea ha incontrato martedì 25 giugno a Pejo (Trentino), la storica Emma Schiavon (Università di Torino, membro della Società italiana delle storiche), autrice negli ultimi anni di importanti ricerche di genere e non, tra le quali si segnala almeno “Torino 1911. Il primo congresso pro suffragio femminile a cinquanta anni dall’Unità d’Italia” (Biblink 2012).

La Prof.ssa. Schiavon ha dialogato con i membri dell’Associazione di Storia Contemporanea presenti, confrontandosi sulla sua esperienza di ricercatrice, raccontando in maniera del tutto informale il suo percorso dalla tesi di laurea (1993) – un originale lavoro sulla Guerra del Golfo da poco terminata (1991) – alla successiva esperienza di dottorato fino alle più recenti pubblicazioni.

In particolare la studiosa ha dibattuto sull’attualità e l’importanza della ricerca storica, “compiuta in maniera onesta e con un grande rispetto delle fonti, che possono essere, però, di natura assai differente tra loro. Non condivido l’abitudine spesso diffusa – ha spiegato – a “snobbare” le testimonianze orali, alle quali troppo spesso si preferiscono a priori quelle archivistiche. Entrambe credo che abbiano invece uguale dignità e possano essere utili alla ricostruzione di una vicenda e alla sua interpretazione“.

Una dignità che Emma Schiavon assegna non soltanto alle testimonianze orali, ma pure a quelle giornalistiche, “fonte da consultare con attenzione ed occhio critico – certo – ma non necessariamente inutili per il ricercatore“.

Nel corso dell’incontro, tra gli altri aspetti trattati, anche il ruolo di internet “indubbiamente innovatore e complessivamente positivo, sia per la ricerca del materiale archivistico, sia come mezzo di diffusione delle pubblicazioni, si veda ad esempio il sistema e-book“, e il faticoso e complesso funzionamento del sistema universitario italiano, alle prese con l’incapacità di adeguarsi ad una realtà mutevole e con le croniche difficoltà di natura finanziaria.