Lotta alle mafie, Senigallia aderisca subito ad ‘Avviso Pubblico’
Diversi i tentativi d'infiltrazione mafiosa nelle Marche e nel senigalliese, servono segnali concreti
Lo scorso 16 gennaio 2013, con motivazioni inconsistenti se non ridicole, il Consiglio Comunale (con Maggioranza PD e SEL) votò contro o si astenne riguardo la mozione all’adesione di Senigallia alla associazione “Avviso Pubblico” e contro l’adozione della “Carta di Pisa”, proposte dai consiglieri Battisti, Mancini e Rebecchini.
L’ “Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata“, ha dichiarato che nelle Marche fino ad ora sono 24 i beni sottratti alle mafie. Quindi le Marche non sono affatto esenti da questo problema, ma i nostri politici locali sembrano non accorgersene. Eccellente l’idea dare la cittadinanza onoraria a don Ciotti; eccellente l’idea di ospitare “Libera” all’interno del Caterraduno. Azioni che abbiamo condiviso e accolto in maniera assolutamente positiva e vanno nella giusta direzione, ma che devono essere supportati da atti che prevengano i rischi di infiltrazioni, tramite l’adozione di norme stringenti.
Ma cosa sono “Avviso pubblico” e la “Carta di Pisa“?
La prima è un’Associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati. Attualmente Avviso Pubblico conta più di 200 soci tra Comuni, Province, Regioni; è presieduta dal dottor Andrea Campinoti, Sindaco di Certaldo (Fi) e la sua sede operativa si trova a Firenze.
Avviso Pubblico promuove la “Giornata della memoria e dell’impegno”, la “Carovana antimafie” e altro ancora in collaborazione con Libera, Arci, Cgil, Cisl, Uil; partecipa poi al progetto “SOS Impresa” di Confesercenti contro il pizzo e l’usura.
La “Carta di Pisa” è il codice etico adottato dagli amministratori (sindaci, presidenti di giunte, assessori, consiglieri, funzionari, ecc.) degli enti che hanno aderito ad Avviso Pubblico.
Con l’intento di prevenire il malgoverno, la corruzione e qualsiasi comportamento che possa favorire l’infiltrazione mafiosa, questo codice prescrive comportamenti improntati alla correttezza, imparzialità e trasparenza, più rigorosi di quelli prescritti dalle leggi vigenti, le quali non sono state in grado da sole di impedire il dilagare della malavita organizzata in tante regioni del Paese.
Ad esempio, l’amministratore che aderisce alla Carta di Pisa non accetta regali e vantaggi, per sé o per i congiunti, da singoli o società che abbiano rapporti contrattuali rispetto ai quali l’amministratore stesso abbia svolto la sua funzione decisionale. Inoltre, prevede una soglia più rigorosa riguardo al conflitto di interessi, esclude il cumulo di cariche amministrative e vieta che l’amministratore, nei 5 anni successivi al suo mandato, possa svolgere attività lavorative o professionali presso privati che siano stati destinatari delle sue decisioni durante il mandato medesimo.
La bontà di osservare simili prescrizioni nei tempi attuali, crediamo che sia immediatamente comprensibile. Ma ci sono anche altre motivazioni che le fanno ritenere indispensabili anche in realtà come la nostra, ancora libere da infiltrazioni mafiose.
Il fatto è che la grande criminalità organizzata ha un organico bisogno di espandere la sua presenza in aree ancora non controllate da suoi affari e più volte dalla stampa abbiamo appreso che più tentativi sono stati indirizzati verso le Marche e anche Senigallia.
Le Direzioni Investigative Antimafia di Milano e Firenze, le Procure di Monza, Alba, Roma e Napoli, stanno conducendo indagini su alcune ditte affidatarie di lavori autostradali e da “la Repubblica” dell’11 dicembre 2012 si è appreso che le isole prefabbricate del nuovo casello di Senigallia rientrano tra le opere oggetto di attenzioni da parte dell’autorità giudiziaria.
Inoltre, come si evince da numerose testate giornalistiche, la Procura di Catania e la DIA hanno promosso indagini a carico della Aimeri Ambiente, ditta che ha gestito il servizio di raccolta dei rifiuti nei comuni del Cir 33, compresa Senigallia, fino a pochi mesi fa.
Certamente le indagini, da sole non fanno colpevolezza (e ci mancherebbe), ma è quanto mai evidente come non si possano dormire sonni tranquilli, essendo così facile, quasi banale, entrare in contatto con realtà facenti capo alla malavita organizzata. Allora perché non adottare subito e integralmente tutti quei comportamenti che vengono promossi e raccomandati dalle associazioni che con tanta competenza e coraggio si battono contro le mafie?
Noi abbiamo la convinzione fondata che il Sindaco e la maggioranza che reggono Senigallia siano più propensi a coltivare l’immagine invece che modificare e migliorare il proprio stile amministrativo.
Quindi, intendiamo cogliere l’occasione della presenza in questi giorni dei volontari di Libera e dello stesso don Luigi Ciotti per rinnovare l’attenzione su questi problemi, riaprire il dibattito e riproporre l’adesione di Senigallia alla associazione “Avviso Pubblico” e l’adozione della “Carta di Pisa” senza alcun altro indugio.
da
Paolo Battisti e Roberto Mancini, Consiglieri di “Partecipazione”
Luigi Rebecchini, Consigliere del Gruppo misto
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