Botte e minacce per droga non pagata, la vittima rivela il piano estorsivo
Tre in manette a Corinaldo grazie ad un'operazione dei Carabinieri, due rilasciati la mattina dopo
Grazie alle rivelazioni di un ex assuntore di cocaina, indebitatosi con il proprio fornitore di 7.000 euro e ora vittima di minacce e percosse, i Carabinieri della Compagnia di Senigallia sono riusciti ad ammanettare a Corinaldo tre persone, responsabili di concorso in estorsione.
La vicenda risale a qualche mese fa, quando la vittima dell’estorsione – D.D., uomo, classe 1973 – è stata aggredita e malmenata in un locale a Barbara, da cui è dovuto poi scappare a casa per sottrarsi ad un pestaggio più grave, per dei debiti non pagati. Da quell’episodio sono partite le indagini dei militari grazie alle ammissioni della vittima del pestaggio e dell’estorsione: già nel maggio c’era stato un primo pagamento di circa 300 euro, pagamento che avrebbe dovuto poi ripetersi mercoledì 26 giugno, pena altri episodi di pestaggi e minacce rivolte anche ai suoi più stretti familiari.
Per porre fine all’azione criminosa e al fine di tutelare la vittima dell’estorsione, considerata in serio pericolo anche visti i profili criminali dei nomi emersi, i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile e delle Stazioni CC di Senigallia, Marzocca e Ripe hanno deciso per un’operazione di osservazione, controllo e pedinamento.
Il piano era che D.D., la vittima, dovesse portare dei soldi, altri 300 euro, in un bar di Corinaldo, consegnandoli in una busta alla barista, risultata poi estranea ai fatti. Da qui i soldi sarebbero poi stati prelevati o da Francesco Annibaldi, classe 1983, residente a Pergola (PU), o da qualche suo “inviato”.
Il servizio mirato ha permesso di assistere al passaggio della busta dalla vittima alla barista e da quest’ultima ai coniugi Antonio Chiarizia, pregiudicato del 1969, e Loredana Caruso, classe 1964, entrambi residenti a Castel Colonna ed entrambi arrestati in flagranza di reato per concorso in estorsione.
Rivelato che le modalità di consegna della busta le aveva stabilite lo stesso Francesco Annibaldi, impossibilitato ad intervenire di persona, l’ideatore del piano è stato raggiunto dai Carabinieri che lo hanno posto a fermo di indiziato di delitto per lo stesso reato contestato ai coniugi.
Durante alcune perquisizioni domiciliari, sono stati posti sotto sequestro telefonici cellulari e apparati informatici, al vaglio dell’Autorità Giudiziaria inquirente. Al termine delle preliminari attività, è stato disposta la traduzione dei tre soggetti (Annibaldi, Chiarizia e Caruso) presso i loro domicili a disposizione dell’A.G. che, nella mattina seguente, ha rimesso in libertà Loredana Caruso e Francesco Annibaldi, lasciando invece agli arresti domiciliari Antonio Chiarizia.
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