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Inaugurata a Senigallia la mostra di Pino Pinelli

Anche il sindaco Mangialardi alla Rocca Roveresca

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Inaugurazione mostra di Pino Pinelli alla Rocca Roveresca

Molti applausi del pubblico per Pino Pinelli alla Rocca Roveresca per la lettura delle sue opere, che ha fatto, sala per sala, accompagnando il pubblico in una interessantissima visita guidata, che è stata seguita da numerosi fotografi del corso di fotogiornalismo e dai video maker del corso per registi di eventi d’arte.


Come aveva fatto notare in un suo intervento alla Rocca Roveresca il prof. Elio Marchegiani, storico direttore dell’Accademia di Belle arti di Urbino, Senigallia riesce a realizzare eventi di arti visive di grande interesse. L’estate scorsa si erano infatti già registrate presenze record nelle mostre alla Rocca Roveresca e al Palazzo del Duca.

Anche per il 2013 il calendario delle mostre estive d’arte contemporanea apre con un evento di grande interesse e richiamo, riguardando la creatività di uno dei maggiori protagonisti della pittura concettuale, Pino Pinelli, affermato anche a livello internazionale. Sabato 22 giugno alla Rocca Roveresca il sindaco Maurizio Mangialardi, l’assessore alla cultura Stefano Schiavoni hanno inaugurato la mostra di Pinelli, sottolineando che si tratta di un evento artistico, che rientra nella rilevazione sulla pittura concettuale avviata ne 2011 dal Museo Comunale d’Arte Moderna di Senigallia.

Questa rilevazione era iniziata con la rassegna intitolata Pittura Pittura, la quale era stata accompagnata da un importante catalogo edito per l’occasione da Arte Contemporanea, la rivista edita da Antonio D’Agostino. Anche D’Agostino è stato presente all’inaugurazione della mostra di Pinelli, insieme a Maurizio Cesarini, che  della definizione di Pittura pittura era stato criticamente il promotore. Il prof. Bugatti,introducendo la testomianza e la visita guidata alla mostra, attuata dallo stesso Pinelli ha ricordato come il suo primo incontro con l’opera di Pinelli fosse avvenuto  al Premio San Fedele a fine degli anni Sessanta. In quegli anni con tele di grandi dimensioni, consistenti in percorsi monocromatici, Pinelli si era presto segnalato  come uno dei protagonisti  della “Pittura Analitica“.

L’ansia di ricerca lo aveva spinto verso nuove frontiere. La svolta innovativa, era stata ufficializzata nel 1975, quando, su invito di Giorgio Cortenova, aveva esposto a Rimini, nella mostra “Empirica”, una piccola opera. Si trattava di un primo piccolo spazio in cui alla tela aveva sostituito la pelle di daino. Si trattava anche del manifesto di allontanamento dall’idea tradizionale di quadro e di superficie dipinta. Un segnale dell’avvenuta individuazione di un campo di indagine rinnovato. Dagli anni Ottanta i suoi frammenti hanno registrato nel tempo variazioni progressive. L’iter è stato quello del passaggio dalle forme modulari, alle dilatazioni energetiche, fino alla realizzazione di quelle che la critica ha definito “scaglie”, disseminate nello spazio espositivo.

Abbandonando infatti i confini rassicuranti della tela e del telaio, Pinelli si è dedicato all’esame del rapporto esaustivo con lo spazio non circoscritto in cui i frammenti vanno a collocarsi, disseminandosi.

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