Spacca: “con la riforma una sanità marchigiana priva di sbilanciamenti”
Il governatore della Regione interviene sulla riorganizzazione che fa discutere a livello locale
“E’ necessario un proficuo dialogo, un confronto vero, per costruire insieme una strategia di riforma del sistema sanitario regionale maggiormente condivisa. Ammetto che ci siano stati ritardi da parte nostra nel confronto che ha accompagnato il percorso, ma ora siamo decisamente orientati a recuperarli in termini di confronto e dialogo. Ognuno deve riconoscersi in questa riforma ed esserne protagonista: istituzioni, professionisti, cittadini”.
Rilancia l’alleanza tra Regione e medici di medicina generale, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, nel suo intervento al congresso della FIMMG regionale al Federico II di Jesi. “La sfida del cambiamento è difficile ma necessaria – ha detto Spacca – e richiede flessibilità mentale e capacità di adattamento. Nelle Marche abbiamo ancora la ‘sovranità’ sul sistema socio-sanitario, grazie alla virtuosità delle azioni sin qui adottate. Possiamo ancora organizzarci i servizi sulla base dei reali bisogni della nostra comunità, interpretando il cambiamento e non subendolo.
Le Marche sono infatti tra le poche Regioni con la sanità non commissariata. Lo scenario finanziario, però, è messo a dura prova dai pesanti tagli nazionali. E’ necessario comprendere quale ruolo si voglia attribuire a livello nazionale alla sanità, quale patto della salute vada costruito nelle relazioni tra Regioni e Stato. E su questo faremo chiarezza”.
Spacca ha ribadito la necessità di una sempre maggiore condivisione non solo sui singoli atti amministrativi della riforma, ma anche sulla strategia di sistema. “Una strategia – ha sottolineato – che mira a dare ordine e appropriatezza al nostro sistema socio-sanitario, rendendolo più coerente rispetto alle funzioni che ciascuna sua componente deve svolgere, evitando sbilanciamenti di una sull’altra. Sinora al centro del sistema è stato posto il presidio sanitario per acuti. Questo, oggi, non basta più. Sono mutate le esigenze di una popolazione sempre più longeva. Accanto alla centralità dell’ospedale ne va dunque riconosciuta un’altra: quella del territorio e della sua azione di prevenzione, di cura di prossimità e di iniziativa. La rete dei medici di medicina generale, in questo scenario, diviene decisiva, così come la creazione delle Case della salute”.
Strutture, ha detto il presidente, che non nascono da un’esigenza di ristrutturazione finanziaria del sistema, bensì di riqualificazione e valorizzazione dei presidi in funzione dei nuovi bisogni di prevenzione, cronicità e invecchiamento, per offrire ad essi una risposta adeguata. “Partiamo da qui, ma non ci fermiamo qui – ha concluso Spacca – Non è soltanto una sfida professionale, ma culturale. Ai medici di medicina generale chiediamo di partecipare da protagonisti a questo cambiamento, di entrare in questa nuova strategia che richiede collaborazione tra medici, un rapporto più stretto con i presidi sanitari per acuti, maggiore integrazione con l’intera architettura della sanità regionale”.
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