Prostituzione a Senigallia, tra oscenità, perbenismo e criminalità
Proposta del consigliere leghista Zaffini: impossibile debellarla? Allora regolarizziamola
E’ possibile che alle 22,30 di un fine settimana una signorina sulla trafficatissima strada statale tra il Cesano e Senigallia sollevi tranquillamente la gonna e faccia vedere la propria “mercanzia” davanti e dietro? E’ quello che io e la mia famiglia abbiamo visto, stupefatti, con i nostri occhi.
A quell’ora di sabato sono tante le famiglie con bambini che percorrono la statale. Non sono forse atti osceni in luogo pubblico? E’ un insulto alla dignità umana: Senigallia non può presentarsi con questa mancanza di decoro all’inizio di una stagione turistica.
Decine e decine di lucciole quotidianamente percorrono le strade consapevoli di poterlo fare fin dal pomeriggio in orari in cui sono sotto gli occhi di tutti minori compresi, spesso in atteggiamenti che definire osceni è poco.
Il settore non conosce crisi ed è in continuo aumento e l’impegno delle forze dell’ordine spesso si scontra con una mancanza di strumenti e di normative. E’ ora che si affronti una strategia a livello nazionale in linea con quello che succede in altri paesi europei.
Non si possono lasciare sole le città ad affrontare il problema e non si possono lasciare sole le donne che vengono sfruttate.
E’ impossibile debellare il mestiere più antico del mondo, ma dietro la strada si nasconde un anello della criminalità organizzata che si arricchisce e che resta impunita su questo sporco traffico. Per questo le parole e i falsi perbenismi non portano a risultati, anzi, in questo caso andrebbe regolarizzata la posizione fiscale.
O si proibisce o si regolamenta così come in altri paesi con grande giovamento per le casse dello stato.
Per questo motivo fin dallo scorso anno ho presentato una mozione in consiglio regionale che impegna il Presidente della Regione Marche ad attivarsi ed intraprendere, in sinergia con altri Presidenti di regione, tutte le iniziative necessarie per modificare la normativa nazionale affinchè si prendano provvedimenti fiscali sull’esercizio della prostituzione, invitando il Ministro del Lavoro e il Ministro delle Finanze ad introdurre una regolamentazione dell’esercizio della prostituzione.
In attesa di questo è auspicabile che la città prenda una serie di provvedimenti così come già avvenuto in altre città come Rimini e Riccione, dove il controllo continuo del territorio da parte delle forze dell’ordine e ordinanze volte a contrastare il fenomeno sotto vari aspetti funzionano come buoni deterrenti.
da Roberto Zaffini
consigliere regionale
In più, la prostituzione in Italia è già tassata. Difatti, cosa aspetta la Guardia di Finanza a far rispettare in maniera vasta e prorompente i dettami dell'articolo 36 comma 34bis della Legge 248/2006 a riguardo della prostituzione tassata, come indicato nella Sentenza della Cassazione n. 10578/2011. In effetti, grazie alla suddetta normativa, tutte le meretrici in Italia, dalla stradale alla escort, devono pagare le tasse con tanto di relativa partita IVA aperta. Questo sarebbe la salvezza delle casse erariali dello Stato.
Solo che non lo si buole capire
E fa comodo non capirlo.
Se le donne fossero più semplici non ci sarebbero lucciole......
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