Rugby: ragazzi e ragazze per superare la violenza
Salvatore Rea, Tecnico regionale per le Marche spiega il progetto "Insieme in Meta"
L’anno scolastico sta per concludersi anche il rugby nelle scuole sta per andare in vacanza. Giovedì 30 al Sena Park, in via del Rosciolo 23, il Sena Rugby ha organizzato un “concentramento” in cui si sono incontrate la Scuola Media Fagnani la Scuola Media Mercantini e la Scuola Media “C. Cagli” di Serra de’ Conti, accompagnate dai professori Ivaldo Marconi, Angela Giulietti e Lorena Gresta.
Si sono giocate due partite: una di Rugby a 7 fra due squadre miste composte da maschi e femmine, e una partita di rugby a 15 fra maschi di seconda e terza media. E’ stata una festa, un’occasione di salutarsi, anche se l’attività prosegue con allenamenti fino a metà giugno e con tornei per tutta l’estate. E’ stata anche una declinazione della formula dei “concentramenti” con cui si svolgono le attività fino alla under 14: due o più squadre si danno appuntamento nell’impianto di uno dei partecipanti e si gioca una serie di partite, normalmente un triangolare.
Quest’anno i risultati per il Rugby giovanile sono stati veramente eccezionali. Grazie al progetto “Insieme in Meta”, che è’ un percorso formativo promosso dalla Federazione Italiana Rugby – Comitato Marche e sostenuto dall’ Ufficio scolastico Regionale rivolto ai giovani di tutte le scuole di ogni ordine e grado della Regione Marche, che ci aiuta a dimostrare come il Rugby sia un gioco per tutti, i tesserati nelle scuole sono stati incrementati del 250%.
Venerdi 17 maggio e sabato 18 si è svolta la fase nazionale dei Giochi Studenteschi di Rugby 2013, assieme alla Festa finale del Campionato Italiano delle Scuole s.s. 2012 – 2013; a cui partecipano gli enti scolastici che hanno disputato con la propria squadra i campionati o i concentramenti, organizzati dalla federazione Italiana Rugby. Le rappresentative si sono ritrovate a Jesolo (VE) presso il PALATURISMO. Per le Marche 320 giovani atleti hanno preso parte alla manifestazione nazionale.
Il 17 e 18 maggio 320 studenti dai 10 ai 16 anni provenienti da Ascoli, Ancona, Fano e svariati comuni della Vallesina e della Valle del Misa-Nevola, hanno preso parte alla Festa nazionale del Rugby giovanile. Per alcuni è stata un’esperienza indimenticabile. Per la prima volta si trovavano a partecipare a una trasferta di due giorni, con gli alberghi tutti per loro. Il tempo libero passava visitando gli alberghi e le delegazioni di città importanti come Milano, Verona Bologna, con atleti agguerritissimi. Una splendida festa che ha concluso il progetto “Insieme in meta”.
Al prof. Salvatore Rea, tecnico per lo sviluppo del rugby nelle Marche e responsabile didattico del progetto “insieme in meta” abbiamo chiesto di precisarci in cosa consiste questo progetto.
“Il progetto “Insieme in meta” della FIR – Marche patrocinato dall’Ufficio Scolastico Regionale e dal Coni Regionale rappresenta innanzitutto un reale contributo alle finalità formative della scuola.
Ha diverse sfaccettature: è certamente opportunità di conoscere e praticare uno sport come il rugby nato nella scuola e pertanto di forte impatto educativo. La scuola. attraverso il “riconoscimento” alla FIR, diventa una sorta di “società sportiva scolastica” dove i ragazzi e le ragazze si allenano un giorno a settimana e per tutto l’anno scolastico, con i loro insegnanti e tecnici esperti, generalmente laureati o laureandi in Scienze Motorie; l’aspetto che completa il progetto è che queste scuole partecipano a delle gare periodiche riservate a quelle che hanno aderito al progetto, o volendo anche con società sportive del territorio.
Ma non è solo questo, il progetto è anche un tentativo di costruire quell’alleanza formativa fra scuola, famiglie, amministrazioni, associazioni sportive e territorio su obiettivi educativi quali il rispetto delle regole, la gestione dell’aggressività e l’integrazione per giungere alla civile convivenza e la solidarietà.
Per far questo ci siamo impegnati organizzando incontri con esperti psicologi che conoscono lo sport, nel nostro caso il dott. Marcantognini con il quale collaboriamo, per discutere su queste tematiche insieme ai genitori, gli insegnanti e le associazioni e trovare insieme strategie educative.
Ma “insieme in meta” è un contenitore aperto che ci consente di accogliere diverse “sensibilità” del territorio, nella Vallesina e della Val Misa, per esempio abbiamo avuto un importante collaborazione con le Avis locali e ridefinito il progetto come “Insieme in meta con L’Avis”. A Jesi, con il contributo della Victoria Company, stiamo sperimentando un progetto “Rugby was born in England” che coniuga il gioco con l’apprendimento della lingua Inglese”.
Ma qual è la differenza con le attività che i ragazzi svolgono normalmente con le associazioni sportive del territorio?
“Intanto non è scontato che tutti facciano sport, anzi…. Comunque ci sono varie e sostanziali differenze: a partire dalla possibilità di giocare con il gruppo scolastico consolidando l’appartenenza, saldando legami e favorendo così l’integrazione, allo “sport per tutti” e quando diciamo “per tutti” non ci riferiamo solo alle differenze culturali e antropometriche ma anche a quelle sessuali, le ragazze, infatti, spesso “relegate” per cultura ad alcuni sport, scoprono il piacere di cimentarsi e giocare a rugby considerato, a torto, perché di “contatto fisico”, tipicamente maschile. Il fatto poi che fino a 12 anni ragazzi e ragazze giocano insieme favorisce quella “cultura della conoscenza”, importante per andare a ridefinire, fin da piccoli, quei “ruoli culturali” che hanno generato, a mio avviso, nella nostra società, elementi di violenza verso le donne, fino a comportamenti atroci, come il femminicidio.
Ci sono poi ragazzi e ragazze spesso stranieri che non frequentano associazioni sportive per ragioni economiche e che all’interno di questo progetto che è del tutto gratuito, trovano l’opportunità per giocare, competere e conseguentemente per integrarsi; e, ancora non dimentichiamoci della partecipazione, auspicata e sollecitata, di ragazzi con diversa abilità o con scarse capacità motorie che restano emarginati dalle esigenze “prestative” dei club e che trovano una loro dimensione all’interno dell’ ” Insieme in meta”.
Infine il progetto è monitorato dalla scuola che garantisce metodologie e proposte finalizzate alla crescita e non al risultato agonistico: questo non significa che i ragazzi non vivano esperienze di confronto e quindi di competizione che, per le implicazioni affettive ed emozionali, risultano essere un impulso motivazionale e un valido momento di verifica, ma lo fanno all’interno di una forte aderenza ai valori dello sport e senza quella eccessiva “agonosticizzazione” che drammatizza le sconfitte e esalta la vittoria.
Quante scuole e studenti sono coinvolti?
Sul territorio regionale collaboriamo con circa 50 scuole di queste 22 hanno costituito altrettanti associazioni sportive riconosciute dalla FIR, e coinvolto attivamente almeno 500 ragazzi e ragazze.
Vorrei però aggiungere qualche parola sui risultati che generalmente si ottengono da questa esperienza che sono molto significativi: I ragazzi più problematici sotto il profilo comportamentale trovano uno spazio di accoglienza e la possibilità di “veicolare” la loro esuberanza verso forme sociali accettabili e all’interno di regole ben precise, e quelli più “timidi” una grande spinta a potenziare quel senso di autoefficacia e quindi di autostima così importanti per affrontare la vita.
Ma le risorse economiche da dove provengono?
Innanzitutto c’è molto volontariato dei Club del territorio, ma il grosso investimento viene dalla FIR che crede fortemente a questi progetti.
Come sempre nelle esperienze che funzionano ci sono persone che si impegnano con entusiasmo e passione: prime fra queste il nostro Presidente Regionale Maurizio Longhi che è in prima linea insieme a tutto il Consiglio Regionale, poi ci sono i nostri “educatori” che conducono concretamente le attività e ovviamente gli insegnanti e le insegnanti degli I.C. coinvolti, che hanno realizzato il progetto con grande professionalità e alle quali va la mia stima e il mio ringraziamento.
Un grazie inoltre ai Dirigenti Scolastici che con una certa sensibilità hanno colto nella nostra proposta un’opportunità formativa per i propri allievi.
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