Sul rogo nel capannone della Comar di Senigallia c’è l’ombra del dolo
Dopo la stima dei danni, ora sono in corso le indagini della Polizia per cercare risposte
Non è escluso il dolo. Questa l’unica certezza che, per ora, accompagna le indagini partite dopo che i Vigili del Fuoco di Senigallia avevano terminato il loro intervento per domare l’incendio in uno dei capannoni della Comar, nei pressi della frazione di Borgo Bicchia.
La Polizia del Commissariato di Senigallia ha subito avviato gli accertamenti per cercare le cause del rogo che, nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 maggio, si è sprigionato nello spazio adibito a deposito di tre imbarcazioni, all’interno di un capannone dell’azienda senigalliese che lavora nel campo della vendita e noleggio di macchine per il movimento terra.
Le indagini sono state prese in carico dalla Polizia, dopo che i Vigili del Fuoco hanno verosimilmente individuato l’innesco del rogo, che ha causato l’inagibilità del magazzino e la distruzione di due delle barche. Non sono trapelate dichiarazioni ufficiali sull’esito delle indagini, ma si sa che quella del dolo non è un’ipotesi che è stata scartata, anzi è una pista battuta dagli inquirenti.
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