Senigallia, il Servizio Prelievi di Sangue a domicilio, forse, a rischio?
Il punto di domanda è d'obbligo!
Questa infatti vuole essere solo un’informazione che alcuni degli operatori addetti al servizio prelievi intendono dare, attraverso la mia voce e la “mia faccia”, agli utenti ed all’intera cittadinanza. Notizia, che non vuole essere assolutamente di carattere allarmistico, ma semplicemente esplicativa.
Alla scadenza annuale del progetto, in cui rientra detto servizio, doveva esserci un rinnovo, che non è stato però firmato da chi di dovere. Gli operatori allora si sono premurati di sollecitare, verbalmente ed informalmente, il loro dirigente di riferimento, affinché sollecitasse tale firma e li tenesse magari informati delle decisioni prese in “alto loco”. Poi, visto il silenzio, si sono mossi, questa volta in via ufficiale e per iscritto, con una lettera inviata alla fine di marzo primi di Aprile, chiedendo all’Amministrazione senigalliese dell’ASUR, che cosa intendessero fare di questo servizio prelievi, come intendevano pagarli, se intendevano rinnovare il contratto. Specificando che il limite per continuare tale servizio, non intervenendo nuovi fattori, sarebbe sta la fine di Aprile.
Dal primo di Maggio, quindi, il servizio sarebbe stato sospeso. Questo anche perché non lo si può interrompere dall’oggi al domani in quanto si sarebbe caduti nel reato di interruzione di pubblico servizio. Avviso però, che con la lettera è stato regolarmente dato, anche se poi si è continuato per la buona fede degli operatori e perché le richieste che pervengono ogni giorno sono tantissime. Alla sera però, ore 19 di venerdì 10 maggio, tutto tace e non era giunta ancora alcuna risposta.
Ora l’atteggiamento rasenta quello dell’approfittarsi della buona fede degli operatori, per cui si è giunti alla decisione ultima ed irrevocabile che nulla avvenendo, l’ultimo giorno delle prestazioni del servizio prelievi è fissata inderogabilmente per il 31 maggio 2013.
A questo punto quindi, non si chiede più neppure una risposta da chi di dovere, che forse non ha tempo per leggere, ancor meno per sentire e figuriamoci quindi per ascoltare.
Ma gli operatori intendono rivolgersi invece ai fruitori di tale servizio, perché qualora sorgessero dei problemi, dei rifiuti, dei ritardi, potranno essere in grado di trarre le proprie conclusioni senza infierire sulle decisioni dei tecnici del servizio prelievi che non ne fanno, si guardi bene, una questione di indennità, ma di assenza e di silenzi ingiustificati da parte della dirigenza.
Il servizio che inizialmente copriva la settimana dal lunedì al sabato, è stato ridotto a 4 soli giorni settimanali. L’indennità relativa a questo servizio di prelievo a domicilio, da Gennaio di quest’anno non viene più corrisposta. Il CUP fino ad oggi ha continuato a fissare appuntamenti anche per il mese di Giugno. Ma perdurando i silenzi, senza il rinnovo del progetto, questo personale, sempre ligio ai suoi compiti, si vedrà costretto a rinunciare a questo incarico, pur comprendendo e scusandosi fin d’ora per i disagi, con quelle le fasce più deboli sia fisicamente che socialmente che ancora una volta saranno loro a rimetterci.
E questo perché? Semplicemente per un motivo di “sufficienza” da parte della dirigenza nel non voler parlare con i propri subalterni, il non voler spiegar le decisioni prese e magari discuterne per trovare una via d’uscita che accontenti Asur, addetti ed utenti del servizio.
Continuando così le cose, immagino ironicamente, che i posti del parcheggio riservato alle auto Asur di Campo Boario, non saranno più sufficienti a contenere tutti i veicoli in sosta, dal momento che questo personale si rifiuterà categoricamente di proseguire il servizio a queste condizioni.
Si pensi solo che i prelievi a domicilio qui a Senigallia sono stati ideati e concretizzati, la data è solo approssimativa, da tanto tempo (circa 1996 o 97 ?). Un servizio d’eccellenza, perchè arriva, ogni giorno programmato, in tutto il territorio fino ad Arcevia servendo così tutte quelle persone, quali i non deambulanti, quelli che vivono da soli, che per motivi fisici e sociali non hanno la possibilità di recarsi nei luoghi destinati ai prelievi. Fino ad oggi era sempre andato tutto bene, ci sono stati sempre ottimi rapporti con i dirigenti, ma adesso, ultimamente da quando l’Asur è stata commissariata, non c’è stato più un referente a cui far capo ed infatti ai primi dell’anno non c’è stato il solito rinnovo di questo progetto, come si suol dire “di punto in bianco”, senza alcuna motivazione ufficiale, senza conoscere i perché di tali decisioni e la causa della sospensione dell’indennità.
Colgo l’occasione al volo, di questo caso, per parlare anche di un altro problema di soppressione. Quello, sempre se è vero, del servizio di dialisi destinato ai turisti nel periodo estivo. La motivazione, sarebbe (il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo, quando a parlare è la voce del popolo e non quella ufficiale, perché con la bocca cucita) quella che il macchinario è obsoleto ed il sovraccarico di lavoro potrebbe causarne qualche inconveniente di natura tecnica, con il blocco totale del servizio stesso. Sarebbero disponibili per i turisti, i centri di Falconara e Fano. E prendere la macchina dopo 4 ore e più di dialisi non è che sia piacevole se si tiene conto che va ripetuta a giorni alterni. Ed infatti si parla già di qualche rinuncia, come quella di una signora di Milano o di un’altra signora, nostra concittadina, residente a Bergamo, anche se ha la casa a Montignano… ma si sa che le voci di popolo non fanno testo!
Quando mi sono permesso poi di far presente, ai miei interlocutori che la situazione economica è quella che è per tutti, mi son sentito apostrofare che sempre qui a Senigallia stanno facendo un concorso per medico legale, quando di già di costoro ce ne sono uno o due. A che servirebbe quindi un altro medico? E se non ci sono soldi per il servizio prelievi, non dovrebbe essercene neppure per questi bandi!
A questo punto, e non sono loro che lo chiedono, ma io che me lo auspico nell’interesse generale, sarebbe giusto che l’altra campana, quella dei voluti assenti, mandasse i propri rintocchi, sempre che legga, senta (ma parlo di campana ed ho i miei dubbi!) e soprattutto ascolti.
occorre istituire un sistema basato sul volontariato, è l'unica possibilità.
p.s. eliminiamo questa gente che per anni ci è costata soldi a spasso con auto dell'Asur a prendersi il caffe o a muoversi a rallentatore che tanto "paga pacchiani"
per capire percepiscono una indennità di trasferta perché vanno al lavoro fuori sede?
Oppure hanno diritto al rimborso delle spese sostenute in quanto vengono mandati in missione ?
Oppure la indennità di cui si parla è legata al rischio del prelievo effettuato al di fuori della propria struttura ?
Non conosco i dati precisi inerenti il servizio,penso,anche in base all'esperienza personale di medico di famiglia,che molti di questi prelievi si riferiscono al controllo dell'INR(un indicatore della funzione della coagulazione del sangue) esame che deve essere ripetuto spesso,in quei pazienti che per diverse patologie(cuore,vene etc..) eseguono terapia con dicumaroli(coumadin..) per abbassare il rischio della formazione di trombi.
In tutti i Paesi Europei,tranne che in Italia, è rimborsabile un nuovo farmaco che ha la stessa funzione del coumadin ,ma che per un meccanismo d'azione diverso non necessita di eseguire questi ripetuti esami del sangue.
Il motivo della non rimborsabilità del farmaco è legato ad una questioni di costi,infatti tale farmaco ha un prezzo decisamente superiore al vecchio coumadin, se però si tiene conto della prestazione nel suo complesso, fatta di ripetuti prelievi di controllo, del costo dell'operatore,della benzina,del reagente etc,etc,credo che alla fine i costi potrebbero essere uguali o inferiori, ma con una importante riduzione del disagio dei pazienti, ed anche del rischio di complicazioni emorragiche.
I pazienti e i medici con loro aspettano da mesi il riconoscimento di un diritto fondamentale come quello di essere curati con i farmaci migliori e più sicuri,come sono questi nuovi anticoagulanti.
Anche agire in questa direzione potrebbe ridurre sensibilmente la domanda dei prelievi a domicilio, a tutto vantaggio dei pazienti e anche,forse, delle casse dello Stato.
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