A Senigallia l’arte di Angela Tonni Perucci ed Ernesto Massimo Sossi
Incontro "Corpo in/controluce-Sconfinamento" con i due artisti dell'arte visiva
Nel terzo dei quattro incontri ideati nel Progetto “Tra immagine e visione–La poesia nelle arti / Le arti nella poesia” saranno presenti – giovedì 9 maggio alle ore 17.30 presso la Biblioteca Antonelliana- altri due artisti dell’arte visiva.Angela Tonni Perucci ha frequentato l’Istituto d’Arte “A. Apolloni” di Fano, diplomandosi in Decorazione Pittorica, ha poi conseguito il Diploma di Laurea in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Ha lavorato alle scenografie di “Pitti Uomo”, per uno stand di maglieria a Firenze. Ha tenuto corsi di pittura presso l’Associazione “Spaziogiovani” di Senigallia.
Numerose sono le collettive a cui ha preso parte , ad alcune delle quali ha partecipato attraverso una selezione come quella del Museo d’Arte Contemporanea “L.Pecci” di Prato; “Pittura al Femminile” presso l’Atelier dell’Arco Amoroso di Ancona; e “Menotrenta”, a Milano.
Ha esposto nella città di Bordeaux (Francia) presso la galleria “Maison de Europe” e negli spazi dell’Arsenal di Zadar (Croazia). Varie le Personali.
Ha insegnato Storia dell’Arte presso un Istituto Superiore di Pesaro. Oggi vive e lavora nella città di Senigallia…nata sotto il segno della materia che troneggiava nelle sue opere a carattere “informale”, fino a qualche anno fa, è passata poi alla purezza della linea essenziale su tela bianca per poi lasciare il posto, oggi, alle sperimentazioni attraverso installazioni e studi scultorei dove la tela diventa manichino… la linea si trasforma in “cintura”… e l’amore prende vita dentro un “cuore”.
Ernesto Massimo Sossi, nato a Taranto nel 1963, inizia a fotografare alla fine degli anni ’70. Nel 1981 si trasferisce a Venezia do ve consegue la Laurea in Architettura e inizia la collaborazione con Italo Zannier.
Sempre a Venezia collabora con Paolo Costantini nella produzione di videotape a sfondo sociale e nella organizzazione, presso diverse scuole medie e superiori, di corsi di storia e tecnica della fotografia per docenti e alunni.
A Venezia (Galleria da Tura), Padova (Fotopadova), Taranto (Castello Aragonese), Pescara (Galleria Fuori Uso), Senigallia (Palazzetto Baviera), Arcevia (AR[t]CEVIA International Art Festival), partecipa a diverse manifestazioni fotografiche collettive e concorsi, nell’ambito di manifestazioni culturali locali, e realizza alcune mostre personali.
La continua ricerca gli permette di costruire uno stile artistico ben definito e originale, che consolida e sviluppa nel tempo, attraverso una produzione fotografica intensa e poliedrica, a cui affianca la produzione di lampade realizzate con materiali di riciclo e la realizzazione di assemblage.
Studioso di etnologia e di antropologia, negli ultimi anni si dedica allo studio di “riti di passaggio” e di “iniziazione” elaborando una personalissima tecnica di “fotografia plurimaterica”. Di ricente pubblicazione un suo libro fotografico dal titolo “Le soglie invisibili”.
Entrambi gli artisti hanno sviluppato un’intensa ricerca della forma visiva, con una forte adesione alla necessità ed al piacere di mostrare l’implicito valore di significati che non si fermano all’apparenza ma che invece dell’apparenza colgono il messaggio più muto e significativo, meno ascoltato o riconosciuto nel suo fondamento antropologico, sociale e culturale.
Le loro opere artistiche orientano lo sguardo a verità diversamente interpretate e sottraggono alla banalità messaggi colmi di storia, per restituirli alla sacralità di mutamenti e riti di passaggio necessari quanto misconosciuti.
Ogni immagine scelta, ogni opera realizzata muove dalla responsabilità che l’artista assume nel crescere di una consapevolezza da condividere.
Chi guarda è spinto ad essere a sua volta responsabile del proprio punto di vista, in una risonanza amplificatrice di senso e significato, secondo una modalità etica del fare arte.
Punti di connessione emergono, anche in questo caso, tra immagine e parola, a conferma d’un patrimonio culturale prezioso per l’asprezza dei tempi che attraversiamo, a cui è necessario corrispondere con la coltivazione d’una umanità globale.
Nel mantenere fermo il proposito del “crescere insieme”, l’iniziativa, aperta al pubblico, si rivolge con particolare interesse anche alle nuove generazioni, perché possano trarre – dalle esperienze artistiche contemporanee – utili riscontri ed ispirazione rispetto ai propri percorsi.
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