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“A Senigallia un preoccupante aumento degli iscritti alle liste di mobilità”

Il consigliere Giacchella (La Città Futura): "si allarga la fascia tra lavoratori di serie A e B"

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Figli di un Dio minore ? Quale crescita, quale futuro, quale lavoro ?. La legge di Stabilità 2013 (L. 24 dicembre 2012 n. 228) non ha prorogato la previsione contenuta nel 1° comma dell’art. 4 della legge 236/93 che permetteva ai lavoratori licenziati in forma individuale per “giustificato motivo oggettivo” da aziende con meno di 15 dipendenti, l’iscrizione nelle liste di mobilità.


L’effetto più grave di tale mancata previsione è da ricondurre al mancato rifinanziamento degli sgravi contributivi connessi all’iscrizione nella lista  con la conseguenza che dal 1 gennaio 2013 le aziende che assumeranno tali lavoratori non godranno di nessuna agevolazione contributiva.

Conseguentemente a ciò dal 1 gennaio 2013:
– non è più possibile iscrivere nella lista di mobilità i lavoratori licenziati in forma individuale ex L. 236/93, mentre continueranno ad essere iscritti i lavoratori coinvolti in procedure di licenziamenti collettivi, ex L. 223/91;
– gli incentivi all’assunzione o legati alla proroga o alla trasformazione a tempo indeterminato di contratti a termine in atto, non essendo stati rifinanziati, non saranno più applicabili ai lavoratori L. 236/93 iscritti regolarmente in mobilità negli anni precedenti al 2013 ed ancora inseriti in lista con conseguente sostanziale depotenziamento dell’iscrizione stessa. Tali incentivi, invece, continuano ad operare per gli iscritti ex L. 223/91.

In sostanza questa mancata previsione fa si che una grossissima fetta di lavoratori, cioè quelli licenziati per giustificato motivo oggettivo (riduzione, cessazione o trasformazione di attività o di lavoro) da aziende con meno di 15 dipendenti è stata tagliata fuori da nuove possibili assunzioni. Di fatto a tali soggetti si preclude:
– una nuova assunzione
–  la mancata proroga di contratti a termine o la trasformazione degli stessi in contratti a tempo indeterminato.Il danno non è solo per i lavoratori ma anche per le aziende e quindi anche per la crescita del Paese.

Infatti da un lato si sta assistendo a mancate assunzioni e da un altro lato si assiste al fatto che molte aziende che hanno in forza lavoratori assunti dalle liste 236/93 non stanno rinnovando o trasformando i contratti in scadenza.
Gli incentivi che venivano riconosciuti alle imprese che assumevano erano comunque sostanziosi e quindi volti a facilitare il reinserimento lavorativo dei lavoratori stessi visto che un lavoratore in mobilità a differenza del lavoratore in cassa integrazione è a tutti gli effetti un lavoratore licenziato.
Tali incentivi prevedevano la riduzione dell’aliquota contributiva a carico del datore di lavoro nella misura prevista per gli apprendisti (10%) fino a 12 mesi  per i contratti a tempo determinato con successivi 12 mesi sempre al 10% in caso di trasformazione del rapporto a tempo indeterminato, oppure 18 mesi in caso di assunzione diretta con contratto a tempo indeterminato.
Ora tali agevolazioni rimangono solo per i lavoratori che sono stati licenziati da aziende che hanno effettuato la procedura ex L. 223/91.

Non può considerarsi soddisfacente la “compensazione” operata a marzo 2013, con apposito decreto del ministro Fornero, che ha previsto il riconoscimento di un bonus (riproporzionando per le assunzioni a tempo parziale) pari a 190 euro mensili, riconosciuto ai datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato o a termine, a tempo pieno o parziale anche a scopo di somministrazione, i lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo da aziende con meno di 15 dipendenti nei dodici mesi precedenti l ‘assunzione. Contributo questo che avrà la durata di 12 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato mentre per quelle a termine avrà la durata massima di 6 mesi.

Di fatto tale provvedimento esclude tutti quei lavoratori licenziati da più di 12 mesi ma ancora iscritti alle liste di mobilità che non potranno perciò più godere della “protezione” degli sgravi contributivi riconosciuti all’azienda che li volesse assumere.

Stupisce che tali provvedimenti siano stati assunti proprio dal Governo dei tecnici e cioè da parte di quel Governo per il quale i mali del nostro mercato del lavoro andavano individuati proprio nella dualità dello stesso e quindi nella netta distinzione tra lavoratori di”serie A”, quelli cioè con contratti a tempo indeterminato e con garanzie e tutele, e lavoratori di “serie B” e cioè i precari e senza tutele.
Di fatto questa mancata previsione non fa altro che allargare la fascia dei lavoratori di “serie B” lasciando intatta quella dei lavoratori di “serie A”.

Interessante è analizzare gli effetti di tale provvedimento in quella che è la nostra realtà cittadina e regionale.
Nel corso del 2012 presso il Ciof di Senigallia si sono verificate ben 733 iscrizioni alla lista di mobilità.
Le iscrizioni ai sensi della legge 223/1991 sono state 101. Come già detto tale iscrizione consegue a licenziamento collettivo da aziende con più di 15 dipendenti.
Le iscrizioni ai sensi della L. 236/1993 sono state 632. Tali iscrizioni derivano da licenziamenti per giustificato motivo oggettivo da parte di aziende con meno di 15 dipendenti. Dal 1 gennaio 2013 per le aziende che vogliano assumerli non saranno previste agevolazioni contributive.

Nella tabella seguente si evidenzia come nel 2012 si sia registrato, presso il Ciof di Senigallia, un preoccupante incremento delle iscrizioni alle liste di mobilità il cui numero si è avvicinato a quello record del 2009.

Iscrizioni liste mobilità Ciof Senigallia
Iscrizioni        2007         2008         2009         2010         2011         2012
L. 223/91       136            118           259            274          117           101
L. 236/93       195             320          530             396          427            632
Totale              331            438          789             670         544             733

Dopo averlo fatto con Senigallia potremo ripetere la stessa operazione con la nostra regione sempre in relazione all’anno scorso.
Per le Marche il 2012 è stato l’anno peggiore dall’inizio della crisi.
Dai dati elaborati da Cgil Marche risulta che le ore di cassa integrazione richieste sono notevolmente aumentate, superando la cifra di 38 milioni di ore che grosso modo equivalgono al mancato lavoro per 21.000 persone. Questo dato andrà chiaramente aggiunto al dato relativo a chi un lavoro l’ha già perso.
Nel 2012, infatti l’”Inps sono pervenute circa 90.000 richieste di indennità di disoccupazione o mobilità, cioè 13.200 in più rispetto al 2011. Incremento che ha interessato l’intero territorio fermo che è stato più significativo in zone quali Senigallia, Urbino, Fano, Fabriano e Tolentino.

Dalla tabella che segue analizzeremo la situazione nel dettaglio:
Domande disoccupazione e mobilità
Domanda                                             2012           2011           Diff.           Diff. %
Ind. Disoccupazione ordinaria            58695        46982         11713        24,9
Indennità mobilità                              7218            6850          638             9,7
Ind. disoc. requisiti ridotti                  23348         22504        844               3,8

Alla luce di questi dati sarebbe opportuno che il nuovo governo individui (nell’ambito delle misure per lo sviluppo che si è impegnato ad adottare a stretto giro) le risorse necessarie per ripristinare le agevolazioni contributive già previste, per finanziare la cassa integrazione in deroga e per dare una soluzione definitiva agli esodati, piuttosto che acconsentire alla pretesa berlusconiana dell’abolizione generalizzata dell’Imu prima casa che agevolerebbe anche i cittadini più abbienti in un momento in cui le poche risorse disponibili dovranno essere  indirizzate a vantaggio delle situazioni di maggiore sofferenza e difficoltà e a sostegno della ripresa economica che stenta a manifestarsi (v. stima OCSE di giovedì 2 maggio sul Pil italiano nel 2013 dato al -1,5%).

Commenti
Ci sono 4 commenti
Ingrao
pasquale torino 2013-05-04 09:06:29
GRAZIE ALLA POLITICA PORTATA AVANTI NEGL ' ULTIMI 2 ANNI DAL PD APPOGGIANDO MONTI INSIEME AL PDL..E ADESSO LA VEDO ANCORA PIU' NERA VISTO CHE HANNO RICOMPOSTO LA TRIADE QUINDI POTRA' SOLO PEGGIORARE QUESTA SITUAZIONE PURTROPPO
Roberto 2013-05-04 17:21:08
E' sempre stato cosi, a parità di merito, serve solamente avere una conoscenza od una buona raccomandazione e la situazione si sblocca...
A nulla serve più cercare lavoro inviando C.V. senza questi "valori", ne tenersi aggiornati presso il centro per l'impiego e nelle varie agenzie di lavoro interinale.
Non piangete x noi, siamo già morti.
Cesare 2013-05-05 01:09:25
Provate a spiegare a Giacchella che il governo dei tecnici ha mandato l'Italia a gambe all'aria grazie ai voti del PD-PDL-FLI-UDC e amenità varie...poi spiegategli anche che la proposta di togliere l'IMU riguarda solamente le case "normali" e non certo le case dei "cittadini più abbienti" se questi posseggono castelli o similari...una volta spiegate queste cose forse sarà più informato.
Massimiliano Giacchella 2013-05-06 10:38:51
Cesare, al momento la proposta sull'Imu non c'è da parte del governo. non a caso al momento si parla di congelare la prima rata Imu in attesa di ridefinire il tutto. C'è una componente al governo che vorrebbe, invece, abolire l'imu sull'abitazione principale e restituire quella pagata nel 2012. L'abolizione dell'Imu sull'abitazione principale riguarderebbe tutte le abitazioni principali e cioè quelle che così sono definite dalla normativa. Grazie per le informazioni ma preferisco informarmi in altro modo
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