1° maggio, Festa del Lavoro e dei Lavoratori, dall’Ottocento ad oggi
In Italia fu celebrato per la prima volta già nel 1890
“Lavoratori, ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l’Internazionale!“.
Questo si legge – in un linguaggio comprensibilmente oggi datato – in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890: è una delle prime testimonianze in Italia della festa del 1° maggio, celebrata ancora oggi in molte parti del mondo come Festa del Lavoro e dei Lavoratori.
La celebrazione nasce sulla scia delle tante battaglie operaie per una maggiore tutela dei propri diritti, pressoché inesistenti, sviluppatesi nel secondo Ottocento.
Ma fu un episodio avvenuto il 1° maggio 1886 a far cadere la scelta sul primo giorno del mese di maggio: in quella data furono organizzati a Chicago uno sciopero e una manifestazione per la riduzione dell’orario di lavoro a 8 ore giornaliere, brutalmente repressi nel sangue.
Nel 1889 il congresso della Seconda Internazionale, riunito a Parigi, stabilì che “una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita (1° maggio), in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa“.
In Italia la Festa dei Lavoratori fu festeggiata per la prima volta nel 1890, mentre con l’arrivo di Mussolini al potere fu sospesa dal 1925 al 1945, per poi riprendere fino ai giorni nostri.
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