Senigallia, contrarietà al piano di alienazione degli immobili
La Fiamma Tricolore critica metodo e merito e chiede di riportare la pratica in Consiglio
Durante l’ultimo consiglio comunale, tra le altre cose, si è parlato della valorizzazione ovvero della dismissione di alcuni immobili non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali. Noi del Movimento Sociale Fiamma Tricolore a tal proposito volevamo esprimere alcune osservazioni.
1. Recentemente il Sindaco Mangialardi ha annunciato che l’Amministrazione comunale a fronte di un minor trasferimento di risorse da parte dello Stato Centrale (Patto di Stabilità), vorrebbe reperire circa 2 milioni di euro mediante dismissioni immobiliari. Volevamo dire al Sindaco di non generare confusione in quanto gli eventuali introiti derivanti dalle vendite non possono essere utilizzati per le spese correnti, cioè destinando tali risorse ai servizi che eroga il Comune, ma solo per finanziare ulteriori investimenti immobiliari e/o abbattere il debito di bilancio.
2. Il periodo attuale è caratterizzato da una crisi economica che colpisce soprattutto il settore immobiliare e quindi crediamo che non sia un momento favorevole per l’alienazione di quei beni suscettibili di valorizzazione. Ancora una volta questa Amministrazione, in continuità con le Giunte Angeloni (Mangialardi e Ceresoni ne erano Assessori), evidenzia una scarsa capacità alla programmazione e ad una corretta visione strategica di medio e lungo periodo sulla valorizzazione del Patrimonio Pubblico. Sono diversi anni che si discute e si discetta sulla giusta scelta riguardante le dismissioni. Negli anni scorsi, precedenti alla crisi economica, occorreva avere maggiore sensibilità, cioè uno sguardo e una visione un pochino più lungimirante, approvando un Piano che in maniera organica programmasse la giusta cadenza delle alienazioni tenendo conto soprattutto dei momenti favorevoli del mercato immobiliare. Con questo, noi della Fiamma Tricolore ribadiamo che le scelte strategiche, non possono essere estemporanee e contingenti, prese di volta in volta a seconda dell’occasione e della convenienza del momento, perché si corre il rischio che al posto di una prospettata, vera e proficua valorizzazione dei propri asset immobiliari, si ottenga l’effetto contrario, cioè un suo peggioramento, svendita e svilimento.
3. Tra gli immobili suscettibili di alienazione, ci sono diversi negozi lungo i portici Ercolani, sottostanti Palazzo Gherardi. E’ noto a tutti che in quell’ala del palazzo, il Comune, dopo aver comprato pure l’altra parte dalla Curia, nel 1877-1878 trasformò il tutto in Albergo Roma. In seguito al disastroso terremoto del 1930, dopo ingenti lavori di demolizione e ricostruzione, l’edificio ospitò il Liceo Classico Perticari dal 1934 al 2001, la Biblioteca Antonelliana fino al 1999, il gabinetto scientifico e la biblioteca storica del Liceo. Ecco perché durante l’ultimo consiglio comunale speravamo in una maggiore riflessione. Il Piano Cervellati, spiega anche da un punto di vista tecnico-aritmetico che Senigallia se vuole riconquistare il senso e il valore della sua città murata (Centro Storico) deve aumentare la superficie abitabile. Quindi, pensiamo che per valorizzare Palazzo Gherardi, se in futuro si dovesse scegliere di destinarlo a nuove costruzioni residenziali pubbliche, in questa scelta non si può escludere i suoi negozi sottostanti.
4. La deliberazione del Consiglio Comunale stabilisce che il piano delle alienazioni e valorizzazioni costituisce variante allo strumento urbanistico generale (comma 2) demandando tutti i provvedimenti conseguenti ai Dirigenti dell’Ufficio Tecnico. Anche in questo caso, il Movimento Sociale Fiamma Tricolore conferma che l’Architettura e l’Urbanistica di una città sono per loro essenza, il modo in cui il Potere si auto-presenta in un determinato periodo storico, ed è insieme un modello che include la società civile, pratica che deve rimanere di natura politica e non solamente tecnica. Così all’Assessore Ceresoni consigliamo di riportare l’intera pratica in Consiglio Comunale e di affrontarla, dopo i dovuti studi tecnici, da un punto di vista politico.
da Riccardo De Amicis
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