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Luigi Lo Cascio a Senigallia: “ecco il mio thriller introspettivo”

L'attore che fu Peppino Impastato ha presentato in un cinema Gabbiano stracolmo il suo primo film da regista

Vigor-Fermana - 28.04.2013
Luigi Lo Cascio intervistato al Gabbiano da Laura Mandolini, con il manifesto de "I cento passi"

Esiste la città ideale? Luigi Lo Cascio prova a darci qualche risposta.
“La città ideale” è l’ultimo film da interprete – ma primo da regista – dell’attore siciliano, 46 anni, intervenuto mercoledì 24 aprile in un cinema Gabbiano stralcolmo a presentare il suo lavoro.


E’ un piacere tornare a Senigallia dopo tanti anni – ha evidenziato l’attore prima della proiezione, ricordando la sua presenza, proprio al cinema Gabbiano, nel 2000 in occasione dell’uscita del film che lo rese celebre, “I cento passi”, nei quali interpretava Peppino Impastato – Ho diversi legami con questa città dove mia madre (tra le attrici del film) ha svolto il ruolo di commissario esterno in esami scolastici di tanti anni fa e dove è nata una mia cara collega come Anna Teresa Rossini. Ricordo benissimo la proiezione de “I cento passi” di 13 anni fa. Molti mi vedono ancora come “Peppino Impastato” e per me è un onore aver interpretato un uomo come lui“.

Passando al suo ultimo film, l’attore-regista ha spiegato: “a Venezia, dove è stato in concorso nella sezione “Settimana della critica”, è stato definito un giallo morale, ed è una definizione che ci può stare. Non morale nel senso di opera che vuole fare una morale, ma inteso come film con un’etica. Il mio è un thriller introspettivo, psicologico potrei dire, girato senza troppi orpelli e in maniera asciutta“.

“La città ideale” però, non di meno, è un film che colpisce: la vicenda di Michele Grassadonia (Lo Cascio), ecologista integralista, che si ritrova accusato della morte di un uomo che in realtà aveva tentato di soccorrere, è tanto paradossale quanto disturbante. Lo Cascio – ottimo come interprete – dimostra pure di sapere muovere la macchina da presa, realizzando un film maturo considerato che si tratta di un’opera prima: se i rimandi a Kafka (per la vicenda) sono palesi, dal punto di vista cinematografico il film ricorda alcuni lavori di impegno civile di Rosi, mentre l’ostinata ricerca della verità del protagonista potrebbe arrivare direttamente da un libro di Sciascia (“Lei è disumano…A quasi tutti gli uomini interessa la vittoria, a lei invece la verità” è la frase chiave del film).

“La città ideale” è però un film estremamente personale, nel quale le figure del regista, attore e interprete si confondono: una lucida riflessione sulla società contemporanea da parte di un autore che si riconferma degno esponente di un cinema non da pop corn.

La pellicola rimarrà per alcuni giorni ancora in programmazionea Senigallia.

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