Doveva essere rinnovamento ed invece sarà ristrutturazione
Come in un film... non ci resta che piangere!
Dopo una sceneggiata durata per ben tre giorni, grazie all’intercessione non di uno statista ma di uno smacchiatore di giaguari ed anche molto modesto, si è potuto “finalmente”, alla sesta votazione, leggere la parola “fine”. Molto modesto dicevo, ma forse è un termine troppo restrittivo, perché come rottamatore è riuscito a fare ancor meglio del Renzi della migliore “annata” datata periodo primarie.
Bersani è riuscito infatti ad impallinare, con soli due colpi in canna, prima un Marini, poi l’intero PD e dopo questo, il prode Prodi. Uno sfasciacarrozze comune avrebbe desistito, Pierluigi invece no. Ha preferito andare oltre l’umano errare, sfidando il diabolico e superandolo. Ed ecco allora vederlo comparire al Quirinale piagnucoloso sulla spalla di Re Giorgio, coinvolgendo gli altri compagni di merenda. E “colazione a casa Clio”, non poteva concludersi che con l’abuso di far vestire un secondo mandato ad un uomo anziano. Io non lo definisco certo un “Golpe”, ma lo ritengo un approfittarsi di chi, vista l’età, ed essendo al limite delle sue forze, non è riuscito a rispondere picche. Nel PD ci sono stati un centinaio di individui anonimi che sono stati chiamati vigliacchi, proprio da colui che si è approfittato di un anziano di 87 anni.
Ma con questa mossa, il sor Pierluigi, dopo aver provocato le dimissioni della Presidente del Partito, Bindi, ed aver offerto le sue e quelle di tutta la direzione, ha spento la luce e “ammainato” la serranda della ditta PD.
Ed ora? Ed ora sono, ancora una volta, solo cavoli amari per i soli cittadini, mentre loro sono impegnati, tutti (PD-PDL-Scelta Civica) a salire sul, questa volta però sgangherato, carro dei vincitori.
In fin dei conti, ho sentito dire da qualcuno dei grandi elettori, si tratta dell’elezione del Presidente della Repubblica e non della soluzione dei problemi economici del Paese. Una cosa per volta. Ed è da questo è nata una mia riflessione.
Come figlio prima e come genitore poi, ricordo che in ogni momento di bisogno nel corso della vita, i figli ti corrono incontro per abbracciarti e chiedere aiuto. Quando sei giovane e nel pieno delle forze. Poi quando sei “vecchio” non ti chiedono più nulla, sono loro che ti danno. Fisicamente, perché oggi poi economicamente neppure potrebbero, anzi forse avviene spesso l’inverso. Questo perché in quelle braccia forti che ti stringono, ed in cui tu ti rifuggi sai che trovi quello di cui tu avevi bisogno: coraggio, sensazione di sicurezza, speranza …
E quando una decina di giorni fa, a Boston, nel corso della maratona, si sono verificati gli attentati con le vittime di cui tutti hanno parlato, seguiti dopo alcuni giorni dallo scoppio in una fabbrica del Texas, con altre vittime, il Presidente USA era sempre lì con la sua presenza come sono soliti fare tutti i Capi dello Stato.
Ho veduto però un Obama non nella veste istituzionale, ma proprio in quelle di un padre di famiglia dalle braccia atletiche, dal portamento eretto, la voce incoraggiante, un petto in cui gettarsi di corsa, che intanto non cadrà all’indietro. Una persona giovane, solida a cui affidarsi e nelle cui braccia trovare rifugio e certezza di sicurezza. Lo Stato, in generale, del resto che cosa è, o meglio dovrebbe essere, se non una grande famiglia?
E da noi invece? Quale sarebbe stato lo scenario in un caso di una simili calamità? E non è che da noi simili occasioni non se ne siano viste!
Ci saremmo trovati a correre dal nostro Presidente e una volta al suo cospetto, avremmo frenato la corsa per timore di buttarlo giù come un birillo. Ci saremmo trovati al cospetto di un uomo anziano doveroso di rispetto a cui nascondere la motivazione per cui eravamo lì, per non preoccuparlo. Non ci saremmo certo però trovati davanti un genitore che ci raccoglieva tra le sue forti braccia, ancorato come una roccia al terreno, da cui ricevere l’aiuto morale, bensì un nonno, tremolante, barcollante, con una stabilità precaria, bisognoso lui stesso di un sostegno, stanco ed avvilito, perché cosciente della sua impossibilità a far fronte agli impegni del momento ed anche alle nostre mute richieste.
L’unica parola che potremmo sentire ripeterci sarebbe il suo “basta“. Ed era quella stessa parola che avremmo voluto urlare anche noi italiani, alla scelta di un triumvirato di vigliacchi nullafacenti, che si sono nascosti dietro le curve spalle di un anziano: “Basta, Basta a prenderci in giro“.
Allegati
Chiuse le votazioni per il Presidente della Repubblica, Marini non ce la fa
Elezione presidente della Repubblica, situazione caotica
Quirinale, il Pd ora punta compatto su Romano Prodi
Presidente Repubblica, al quarto scrutinio è sfida tra Prodi e Rodotà
Presidente della Repubblica: nulla di fatto al quinto scrutinio
Giorgio Napolitano (di) nuovo Presidente della Repubblica
Elezione Napolitano, “decisione che dà unità e speranza all’Italia”
La foto do bersani che da pacca sulla spalla at alfano è identica a quella scattata il giorno 18 nella prima votazione ne quale lo candidato Marini fu trombato dai tiratori franchi
Mi sbaglio?
il giaguaro invece il giaguaro ti ha smacchiato
dovete andare tutti a casa.
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