Senigallia 5 Stelle: dal sindaco parole “degne del dépliant della bandiera blu”
Dopo l'invito a non usare slogan, continua l'analisi: da sdegno e complanare a Imu e speranza
Ricambiamo il benvenuto ricevuto con lettera aperta, pubblicata sulla stampa locale, con il nostro saluto a Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia. Lo ringraziamo per aver capito da subito a quale dei due MeetUp rivolgersi come “altra” parte politica con cui confrontarsi, in quanto esponenti dei veri principi del Movimento 5 Stelle.
Il Sindaco pero’ ci fa subito vedere il cartellino giallo e ci ammonisce: “Non parlate per slogan“. Col rispetto dovuto, facciamo osservare che anche il Suo, caro Sindaco, è uno slogan. A Suo parere, gli esponenti locali del Movimento 5 Stelle commetterebbero “un errore di fondo” per il fatto di “calare automaticamente nella realtà senigalliese le accuse rivolte alla politica nazionale“. E da questa riflessione trae un invito paterno a “cambiare la visuale, analizzando prima la dimensione locale per accorgersi di come molti dei temi da loro invocati su scala nazionale siano già stati attuati nella realtà di Senigallia“.
Non ci è dato di sapere esattamente quale nostra azione lo abbia portato a queste convinzioni; leggiamo però che soprattutto lo inquieta la parola “sdegno“, che insieme a “speranza” abbiamo posto a motivo fondante del nostro impegno di cittadinanza attiva. Ma sì: che motivo avremmo noi di sdegnarci se viviamo in una città la cui amministrazione si dà da fare per chi è rimasto senza lavoro, riduce i costi della politica, considera l’acqua come un bene comune e pratica la raccolta differenziata?
Parole che non sono molto più di slogan, se vogliamo dire: degne del dépliant della bandiera blu. Perché se è vero che ogni città ha una sua qualità, è anche vero che i raccordi (politici, per esempio) tra la realtà locale e quella nazionale non mancano. Ci sbagliamo o la complanare doveva essere un dono del popolo italiano al nostro comune virtuoso?
Ma stia sereno Sindaco, noi seguiremo il Suo consiglio di approfondire “l’analisi politica“, anzi lo stiamo già facendo.
Per esempio: a fine marzo l’amministrazione comunale annunciò l’aumento di due punti di rialzo sull’aliquota IMU per la prima casa, spiegando che solo a condizione che il governo allentasse il cappio del Patto di Stabilità si sarebbe potuto fare un passo indietro. Il 7 aprile scorso, quel che resta del governo Monti ha approvato il Documento di Economia e di Finanza che, sia pure con macchinosità, allenta il cappio. Avevamo chiesto perché, a questo punto, il Comune non mostrava di voler fare il passo indietro che aveva annunciato. Riteniamo adesso di avere avuto parte attiva nella sua decisione di congelare l’IMU, se non altro perché siamo stati i primi a segnalarne la necessità.
Questa si chiama collaborazione volta al bene della collettività. Domande come quelle citate, in ogni caso, non ci sono mosse da un sindaco che si raccomanda, ma da un alto numero di cittadini che vuole sapere. Diciamo da quegli 8864 senigalliesi che, votando alle recenti politiche, hanno portato il Movimento 5 Stelle a essere primo per numero in questa città.
Di loro sì, la nostra azione vorrebbe essere una voce quotidiana. Perché dove non c’è sdegno, non ha spazio nemmeno la speranza.
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