Nelle Marche sono 17 le coop attive nell’agricoltura sociale
Un settore in crescita che coivolge attivamente oltre 400 persone e 700 clienti
Sono 17 le cooperative presenti nel comparto dell’agricoltura sociale nelle Marche, che nasce dall’incontro fra il mondo dell’agricoltura e quello della cooperazione sociale.
Occupano una trentina di persone, coinvolgono nelle proprie attività 400 persone e hanno circa 700 clienti secondo un primo studio effettuato dal settore agroalimentare regionale dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, che raccoglie Agci, Confcooperative e Legacoop Marche, illustrato nella pubblicazione “Agricoltura sociale e cooperazione nelle Marche”.
Un volume che è stato presentato durante il convegno “Produttori di stabilità – La cooperazione per le nuove forme di sviluppo”, organizzato a Bellocchi di Fano (Pu).
L’iniziativa, che conclude il progetto sostenuto dalla legge regionale 7 del 2005 per la promozione della cooperazione per lo sviluppo rurale, annualità 2011-2012, è servita a fare il punto su una nuova opportunità d’impresa.
Dall’unione delle competenze delle coop agricole e quelle sociali, si possono, infatti, sviluppare occasioni di occupazione con la creazione di agrinido, di attività educative per i bambini, di sostegno a persone con disabilità e disagio sociale, di reinserimento lavorativo.
“Con questo progetto – ha detto Mauro Scattolini, direttore di Confcooperative Marche, tracciando un bilancio delle azioni compiute dalle tre Centrali cooperative –, abbiamo cercato di analizzare, insieme ai cooperatori, quali sono i comparti di possibile futuro sviluppo dell’agricoltura, come quello biologico, i progetti di filiera produttiva, come quella cerealicola, e, oggi, l’agricoltura sociale. In queste aree, ci sono possibilità d’intervento che, insieme al miglioramento dell’organizzazione e alla necessità di aumentare la superficie produttiva delle imprese marchigiane del settore, possono contribuire a spingere le coop agricole fuori dalla crisi”.
Secondo Teodoro Bolognini, responsabile settore Agroalimentare di Legacoop Marche, “l’incontro fra questi due settori può aumentare il valore della coesione sociale e della solidarietà come caratteristiche intrinseche della cooperazione. Valori che diventano percorsi educativi e culturali nell’incontro con le scuole. L’auspicio è, perciò, che le cooperative sociali riescano ad intraprendere percorsi condivisi innanzitutto con le aziende agricole che già svolgono, o che sono orientate, verso questo tipo di esperienze unendo le risorse di entrambi per dare vita a progetti innovativi”.
DonSalvatore Frigerio, presidente Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, ha invece sottolineato che “la cooperazione, e nella gestione della montagna in particolare quella agro-forestale, è un modello che può garantire la sostenibilità d’intervento, il rispetto per l’ambiente e lo sviluppo dell’occupazione sui territori”.
Per Riccardo Milano, responsabile Relazioni culturali di Banca Popolare Etica, è “la sostenibilità” il principale fattore su cui puntare per lo sviluppo di un’economia che coniughi “una politica del prezzo equo, la tutela del lavoro, l’equità con una visione futura a tutela delle giovani generazioni. Fattori che si ritrovano già nelle cooperative a cui si dovrebbe affiancare il rispetto per la dignità che viene data a chi lavora la terra”.
All’incontro, cui hanno portato i saluti delle rispettive amministrazioni Stefano Aguzzi, sindaco di Fano, e Massimo Seri, assessore al Lavoro della Provincia di Pesaro e Urbino, alcuni cooperatori, fra cui Patrizia Marcellini, presidente Fedagri Marche, hanno raccontato la loro esperienza di agricoltura sociale. Un comparto su cui anche l’Assam-Agenzia servizi settore agroalimentare Marche sta effettuando un monitoraggio a livello regionale.
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