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Albergo Regina a Senigallia, 27 anni in attesa di un’autorizzazione

Lentezze burocratiche e mancate risposte dal 1986 d'una sanatoria per dei lavori di inizio anni '80

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Albergo Regina a Senigallia

In attesa da 27 anni di una risposta dal Comune di Senigallia e dal Demanio. E’ questa l’incredibile vicenda in cui sono “bloccati” i titolari dell’hotel Regina, la nota struttura ricettiva sulla spiaggia del lungomare Dante Alighieri, per dei lavori effettuati negli anni ’80. Una “situazione kafkiana” come l’ha definita il legale, avv. Roberto Paradisi, dove i cittadini si devono piegare ai tempi biblici della burocrazia.

Roberto Paradisi e Sandro CrivelliniIl caso. Tutto ha inizio nei primi anni ’80 quando il titolare dell’albero Regina, padre degli attuali proprietari, effettua dei lavori su una veranda. Lavori che necessitano di permessi da parte del Comune di Senigallia, il quale, a sua volta, deve richiederlo al demanio pubblico dato che la struttura ricade proprio sulla spiaggia. Stando ad una legge del 1985, è possibile sanare ciò per cui non vi era ancora permesso e nel maggio 1986 c’è la prima richiesta per sanare la situazione. Il Comune “gira” la richiesta al demanio che dovrebbe dichiarare la “disponibilità” dell’area, autorizzazione preliminare per la concessione della sanatoria.
Ma a Senigallia non arriva alcun documento e da 27 anni, nonostante i solleciti, si è in attesa di una risposta da parte dello Stato.

Albergo Regina a SenigalliaNel frattempo, però, oneri e sanzioni per quei lavori effettuati, vengono pagati, motivo per cui non si poteva dire di non essere a conoscenza della situazione. La situazione va avanti tra solleciti e mancate risposte fino al 2006 e poi fino al marzo 2013, quando viene inoltrata nuovamente l’istanza per richiedere l’autorizzazione per quei lavori degli anni ’80.
Nonostante un sopralluogo nell’edificio per verificare quanto effettuato, affermato e pagato, entro il termine dei trenta giorni non arriva nulla e il titolare della struttura, Sandro Crivellini ha deciso di rendere pubblica una situazione incresciosa che crea anche un danno economico all’impresa: già perché finché non arriva la sanatoria per quei lavori, non vi possono essere altri interventi sull’edificio, anche se in spazi diversi da quelli interessati inizialmente.
Sandro CrivelliniL’edificio è datato e avrebbe bisogno di diversi lavori – spiega Crivellini – dalla ristrutturazione all’ammodernamento fino alla sistemazione dell’area che arriva fino al muretto parasabbia, ora lasciata a se stessa“.

Di stranezze per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni ne ho viste tante – commenta l’avvocato Roberto Paradisi –, ma ora siamo di fronte ad una mostruosità burocratica. Per il momento pensiamo a chiudere questa partita che va avanti da 27 anni, poi vedremo di chiedere eventuale risarcimento“.

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