SenigalliaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Uscire dall’impasse per il rilancio dell’Italia: le priorità del PD

Lodolini: "Serve un governo del cambiamento, partendo dal lavoro, dai pagamenti, dai giovani"

1.558 Letture
commenti
Cavallari Group: gestione, selezione, trasporto rifiuti
La Camera dei Deputati, Parlamento

Seppur in una fase tra le più complicate della nostra storia repubblicana, per lo “Stallo” e l’aggravarsi della crisi economica con l’urgenza di dare risposte, i Parlamentari Pd si stanno caratterizzando per la presentazione di numerose proposte di legge, interpellanze, etc. Il tutto aspettando di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, per il quale le votazioni avranno inizio dal 18 aprile.

Il Pd ha rivolto e continua a rivolgere alle altre forze in Parlamento l’invito a concorrere ad uscire dall’impasse consentendo la nascita di un “governo del cambiamento” e, contemporaneamente, dando vita ad una Convenzione per le Riforme istituzionali.

Stiamo lavorando sui contenuti, in attesa di dare al Paese un nuovo governo, un governo di cambiamento per varare importanti misure, finalizzate, innanzi tutto, a fermare e poi invertire il circolo vizioso in corso, attraverso sostegni e incentivi sia ai consumi e all’occupazione, sia all’attività delle imprese, soprattutto piccole e medie. La situazione rischia di esplodere e di essere socialmente ingovernabile nei prossimi mesi. Non possiamo più aspettare. Servono iniziative straordinarie per il lavoro, per i disoccupati e i giovani. Garantire la protezione sociale ai cassaintegrati e precari.

Come Parlamentare ho individuato alcune priorità, convinto che da esse possa dipendere una parte importante del futuro sviluppo della nostra provincia e dell’Italia intera.

1 Pagamento dei crediti delle imprese verso la Pubblica Amministrazione
L’immissione, infatti, di un’ingente iniezione di liquidità, a carico della finanza pubblica, provoca un vantaggio immediato per il sistema delle imprese. Il Governo ha varato il decreto. Vedremo, a breve, il decreto e capiremo se davvero si è fatto un passo avanti. Sia chiaro, comunque, che lo sblocco dei pagamenti della PA verso i creditori, è, per noi, solo il primo passo, il primo atto di una strategia più articolata che porta con sé l’esigenza di smontare il patto di stabilità e consentire loro di agire almeno su tre grandi emergenze: dissesto idrogeologico e cura del territorio; manutenzione degli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole; regolarità dei pagamenti.

2 Revisione del Patto di stabilità interno per consentire sblocco spese di investimento ed esentare piccoli Comuni
Si propongono due correzioni alle norme sul Patto: pareggio di parte corrente ed esclusione di alcuni specifici settori di investimento, così da rilanciare i lavori pubblici sui territori comunali, a partire da edilizia scolastica, sicurezza del territorio, mobilità sostenibile. Si possono così sbloccare almeno 9 miliardi di pagamenti, oggi incagliati nelle regole alquanto ottuse del Patto. A queste due correzioni va aggiunta la proposta di togliere l’applicazione del patto ai piccoli Comuni (con meno di 5 mila abitanti), almeno sino al completamento del riassetto delle gestioni associate delle funzioni fondamentali.

3 Redistribuzione e modifiche dell’IMU
L’obiettivo è dare tutto il gettito dell’imposta ai comuni e cercare di limitare gli effetti del prelievo sulle famiglie con minori redditi. In questo ambito è prioritario che la detrazione sia portata dall’attuale livello di 200 euro fino a 500, esentando circa il 50 per cento dei contribuenti. L’ammanco dovrebbe essere finanziato con un’imposta più elevata sul patrimonio immobiliare al di sopra di una soglia di valore pari a 1,5 milioni. Allo stesso tempo l’imposta va resa più flessibile, lasciando in mano ai comuni una manovrabilità più ampia sulle aliquote.

4 TARES, differimento al 1 gennaio 2014 e sua sostanziale tramite provvedimenti finalizzati anche al contenimento della pressione fiscale a carico di cittadini e imprese.

5 Evitare l’aumento dell’IVA dal 21 al 22% che scatterà il 1 luglio 2013
Il 1 luglio 2013 scatterà l’aumento di un punto dell’Iva (dal 21 al 22%). Vale 3,5 miliardi. Tenuto conto dell’attuale rovinosa caduta della domanda interna sarebbe necessario evitare l’aumento dell’Iva, che produrrebbe un’ulteriore caduta dei consumi e di qui – come già avvenuto in occasione dell’ultimo aumento dell’aliquota Iva dal 20 al 21% – una probabile diminuzione del gettito totale dell’imposta. Esattamente l’opposto di quanto ci si prefiggerebbe di raggiungere. Le risorse finanziarie necessarie possono essere reperite dal riordino dei bonus fiscali e assistenziali e portando avanti il lavoro sulla spending review.

6 Finanziamento della cassa integrazione, ordinaria e in deroga
Vanno assicurate le risorse per la cassa integrazione ordinaria e in deroga che a tutt’oggi non sono ancora sufficienti per coprire le esigenze inevase del 2012 e quelle del 2013. Tanto più che, entro l’estate, migliaia di imprese avranno esaurito tutti gli strumenti di tutela sociale.

7 Costo del lavoro e cuneo fiscale contributivo
Per rilanciare l’occupazione è necessario stabilire nuovi meccanismi di convenienza, avendo come priorità quella di abbassare il cuneo fiscale e la pressione fiscale sul lavoro. Si propone di attuare la riduzione del cuneo fiscale basandola sulle detrazioni da lavoro dipendente e sulla fiscalizzazione degli oneri contributivi sui contratti a tempo indeterminato. Si tratterebbe di una misura diretta alla generalità dei settori e che non solleverebbe critiche da parte della Commissione europea. Di fatto agevolerebbe donne e giovani. In aggiunta si potrebbero offrire misure di sostegno alle imprese che aumentano l’occupazione, con la riduzione delle aliquote Irap e Ires per quelle con base imponibile positiva e con incentivi rafforzati sulle start up innovative.

8 Proposte per arginare la stretta creditizia e rilanciare il credito alle Pmi
È in atto da tempo una stretta creditizia (credit crunch) senza precedenti, che sta mettendo a dura prova le condizioni finanziarie di famiglie e imprese. Il credit crunch è causato in primo luogo da fattori di offerta, legati alla situazione economica e patrimoniale delle banche e poi dalla caduta dell’attività produttiva, quindi da fattori di domanda. Premesso che solo un rilancio della crescita può modificare entrambi i fattori, è necessario intervenire sui meccanismi di reperimento da parte delle banche dei nuovi mezzi patrimoniali. È importante garantire un consistente rifinanziamento dei Confidi. Va inoltre rafforzata l’azione della Cassa depositi e prestiti per il finanziamento delle imprese, estendendo i prestiti a medio termine alle piccole e medie imprese. Va abrogata, infine, la norma che obbliga la Cdp ad agire attraverso le banche, impedendole di finanziare direttamente le piccole imprese, come invece avviene sia in Francia sia in Germania.

9 Sospensione oneri fiscali e contributivi su occupazione giovani
I giovani italiani stanno pagando un conto che diviene ogni giorno più elevato. Sono necessarie misure urgenti di fronte a una situazione che, invece di migliorare, peggiora continuamente, con un tasso di disoccupazione giovanile oggi superiore al 38%.
Un provvedimento d’impatto immediato sul fronte dell’occupazione dei giovani potrebbe essere la sospensione, per almeno un triennio, di oneri contributivi e fiscali sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato. Sul piano fiscale si tratterebbe di un provvedimento che non produrrebbe oneri per lo Stato, mentre sul piano contributivo si possono studiare meccanismi per evitare problemi di copertura durante la vigenza del provvedimento. Una misura di sostegno all’occupazione giovanile va configurata anche per il lavoro autonomo.

10 Una garanzia di formazione per i giovani in cerca di lavoro
Si propone di introdurre in Italia, sperimentandola a livello provinciale e comunale, la misura in discussione alla Commissione europea per il riconoscimento di un vero e proprio diritto di ogni studente che termina la scuola secondaria a ricevere un’offerta di lavoro, di tirocinio/apprendistato o di ulteriore programma formativo, la cosiddetta Youth Guarantee (garanzia per i giovani). Si potrebbero utilizzare a questo scopo risorse finanziarie e organizzative oggi disperse e frammentate. Cogliendo l’opportunità offerta dalla bocciatura del bilancio europeo 2014-2020 da parte dell’Europarlamento, si può chiedere tra le misure nuove da introdurre una sorta di co-finanziamento della Youth Guarantee da parte della Ue, con ritorni per il nostro paese assai vantaggiosi.

11 Il sistema di welfare come fattore di crescita
Vanno definite risorse aggiuntive e certe per il sistema di servizi socio sanitari, che tengano conto delle peculiari esigenze di protezione e promozione degli anziani: anche questo investimento può generare occasioni di lavoro e di reddito e può, se orientato anche ad obiettivi di riorganizzazione del sistema, consentire un più razionale governo della spesa.

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!


Scarica l'app di Senigallia Notizie per AndroidScarica l'app di Senigallia Notizie per iOS

Partecipa a Una Foto al Giorno





Cronaca
Politica
Cultura e Spettacoli
Sport
Economia
Associazioni
Fuori dalle Mura