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Per i Mercoledì d’essai c’è ‘Noi siamo infinito’ di Stephen Chbosky

L'appuntamento è per il 10 aprile alle ore 21.15

Noi siamo infinito

Continua l’ appuntamento della rassegna “Mercoledì d’essai” 2012-2013 al cinema Gabbiano di Senigallia. Come sempre saranno protagoniste le migliori proposte dei vari Festival tra cui Venezia, Cannes, Berlino, Locarno. Mercoledì 10 aprile 2013 sarà in programmazione nella sala 1 il film Noi siamo infinito  di Stephen Chbosky. Spettacolo unico ore 21:15.

È il 1991 e Charlie (Logan Lerman) è un ragazzo molto intelligente, ma allo stesso tempo timido e insicuro, che osserva il mondo intorno a sé tenendosi in disparte. Un giorno due carismatici ragazzi dell’ultimo anno, la bella Sam (Emma Watson) e il suo impavido fratellastro Patrick (Ezra Miller), lo prendono sotto la loro ala protettrice accompagnandolo verso nuove amicizie, il primo amore, il primo bacio, le prime feste, le rappresentazioni del Rocky Horror Picture Show e la ricerca della colonna sonora perfetta della loro vita. Allo stesso tempo, il suo professore di inglese, il sig. Anderson (Paul Rudd) lo introduce al mondo della letteratura, facendo nascere in lui il sogno di diventare scrittore. Tuttavia, nonostante la felicità raggiunta, il dolore del suo passato, segnato dal recente suicidio del migliore amico Michael e dall’accidentale morte di una sua cara zia, tormenta ancora Charlie. Quando i suoi amici più grandi si preparano a lasciare il liceo per il college, l’equilibrio precario del ragazzo inizia a sgretolarsi, fino a palesare una dolorosa verità.

NAZIONE: U.S.A.

DURATA: 103′

GENERE: Drammatico

REGIA: Stephen Chbosky

TRAMA:
Quali possono mai essere i vantaggi di un adolescente sfigato, bistrattato, isolato da tutti i coetanei? Di essere un “ragazzo da parete”, uno di quelli che alle feste resta tutta la sera da solo appoggiato al muro? Chbosky porta sullo schermo un tema antico, sempre snobbato dalla letteratura e dal cinema colto, e spesso rovinato e banalizzato dall’arte commerciale. Dopo quattordici anni dall’uscita del suo libro – tra i più famosi e contestati negli States – porta sul grande schermo la sua storia sull’adolescenza.
Adolescenza amara, vivida, emozionale e violenta. Adolescenza traumatica, spaventosa e straripante. Il regista, soggettista e sceneggiatore ci trascina nella mente di un ragazzo confuso dalla novità dolorosa del liceo e del giudizio lacerante dei coetanei; lo seguiamo passo dopo passo nelle scoperte quotidiane: l’eros, la droga, la sessualità, i traumi infantili che fanno crudelmente capolino. Assistiamo divertiti agli impacciati tentativi di un ragazzo a mostrarsi degno di affetto. Che accetta l’amore che crede di meritare. Adolescenza amara, vivida, emozionale e violenta. Adolescenza traumatica, spaventosa e straripante. Il regista, soggettista e sceneggiatore ci trascina nella mente di un ragazzo confuso dalla novità dolorosa del liceo e del giudizio lacerante dei coetanei; lo seguiamo passo dopo passo nelle scoperte quotidiane: l’eros, la droga, la sessualità, i traumi infantili che fanno crudelmente capolino. Assistiamo divertiti agli impacciati tentativi di un ragazzo a mostrarsi degno di affetto. Che accetta l’amore che crede di meritare.
Si può felicemente notare con quanta cura il regista accompagni la sua opera che si riversa in immagini. La sua regia non si limita ad osservare e raccontare ma partecipa attivamente degli stravolgimenti di Charlie, accennando a temi che rimangono vaghe eco di quello che prima era storia di un libro: il suo rapporto con la droga, i suoi mancamenti, i momenti di viva eccitazione. Si percepisce un accompagnamento affettivo della regia che sfiora più volte il sentimentalismo – senza caderci mai – da cui si può azzardare anche un coinvolgimento autobiografico del regista. Grazie anche all’ottima interpretazione (NB: in lingua originale) dei tre interpreti, Chbosky tratteggia i suoi protagonisti con grande veridicità e riesce ad avvicinarli al nostro immaginario adolescenziale.
Quali sono allora i vantaggi di essere un ragazzo da parete? Ce lo suggeriscono tutti i titoli citati, libri, film o canzoni; ce lo dice Charlie nelle sue parole di commiato; lo urlano i protagonisti nelle loro lotte; lo grida anche un ragazzo con un trauma che si trascina dall’infanzia: nelle enormi misure dell’emotività adolescenziale, trovi la vita nell’indelebile novità dei singoli momenti che sembrano divenire infinito. Banale ma vero.

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