Senigallia: aperto il processo contro i carabinieri Prota e Ubertini
I due furono arrestati nel 2011 per presunte operazioni antidroga pilotate
Si è aperto giovedì 4 aprile al Tribunale di Ancona, il processo che vede imputati gli appuntati Massimo Prota e Simone Ubertini, accusati di falso in atto documentale, detenzione a fini di cessione e spaccio di sostanze stupefacenti, peculato.
A giudizio – per falso ideologico – anche il brigadiere Gennaro Idea.
Prota e Ubertini, in servizio nella compagnia di Senigallia, erano stati arrestati nel 2011 con l’accusa di aver più volte (tra il 2009 e il 2011) alterato alcune operazioni antidroga, compiute pure con l’utilizzo di alcuni “provocatori”, civili con i quali sarebbero stati incastrati gli spacciatori.
Provocatori ai quali sarebbe stata girata come ricompensa una parte della droga sequestrata agli arrestati, non trascritta in un verbale truccato.
Figura chiave in tal senso sembra essere quella del’ “agente provocatore” Dario Eutizi, chiamato a testimoniare (14 novembre 2013) sia dal pm Marco Pucilli, che dalla difesa dei due carabinieri, che respinge ogni accusa.
Più morbidi i reati mossi a Idea, al quale viene contestato di non aver trascritto – nel momento della compilazione di un verbale – l’esatto quantitativo di droga rinvenuto nel corso di un’operazione precedentemente compiuta da Prota e Ubertini: il suo difensore, l’avvocato Corrado Canafoglia, ha più volte ricordato che Idea, giunto sul luogo dell’arresto in un secondo momento, nel compilare il verbale si sarebbe affidato a quanto riferito dai colleghi, non predendo in consegna direttamente lo stupefacente ma tornando in caserma con l’arrestato.
Nel corso dell’udienza preliminare era stato assolto per non aver commesso il fatto il maresciallo Andrea Mecocci, mentre aveva patteggiato una condanna a 18 mesi il brigadiere Luciano Olivieri.
Nel processo, il macedone Zulfi Suljemani, sostenendo di essere stato arrestato dai due appuntaticon prove false, ha chiesto 1 milione di euro di risarcimento.
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