LeG Senigallia: registro delle unioni civili non è solo un simbolo
Canti: "Realizzare condizioni non discriminatorie, la politica dimostri di poter cambiare"
Libertà e Giustizia Senigallia vede con favore e spera nell’approvazione più totale del Registro comunale delle Unioni Civili. Certamente LeG non può che gioire per la completa attuazione dell’articolo 3 della Costituzione a partire dall’Amministrazione comunale, ma vuole precisare alla politica che il Regolamento delle Unioni civili non può essere considerato come uno strumento solamente simbolico.
Questo starà nella volontà e nella forza dell’Amministrazione e delle forze progressiste a cui LeG si appella da sempre perché tutte le coppie di fatto iscritte nel registro delle unioni civili possano avere la possibilità di usufruire dei pieni diritti civili ed anche di partecipare alla vita pubblica della città, come ad esempio per bandi pubblici pubblicati dal Comune di Senigallia.
Infatti, in più di una realtà amministrativa, il Registro delle Unioni civili è diventato da strumento di stimolo alla funzione legislativa dello Stato a strumento per il sistema di welfare comunale. I Comuni, come Milano, si sono impegnati così a tutelare e sostenere le unioni civili, al fine di superare situazioni di discriminazione e favorirne l’integrazione nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio a partire da aree tematiche considerate prioritarie per interventi pubblici: casa, sanità e servizi sociali, politiche per i giovani, genitori e anziani, sport e tempo libero, formazione, scuola e servizi educativi, diritti e partecipazione, trasporti.
A partire dal Registro delle Unioni Civili, oggi, gli atti amministrativi possono realizzare condizioni non discriminatorie di accesso agli interventi in tali aree, evitando condizioni di svantaggio economico e sociale, nel quadro generale della particolare attenzione alle condizioni di disagio, rispondendo a richieste di associazioni, movimenti e includendo soggetti sociali non inclusi nel sistema di welfare per una mancata riforma sociale da parte dello Stato.
LeG si appella in questo modo ai partiti, a partire dalle realtà comunali, perché si possa aprire in questo cruciale momento non una stagione costituente, ma costituzionale. Nella quale siano valorizzati e si dia piena attuazione ai programmi contenuti nella Costituzione in materia di diritto al lavoro, diritti civili, diritti dei migranti, tutela ambientale, democraticità interna dei partiti, etica nell’esercizio di cariche pubbliche, pluralismo dell’informazione, valorizzazione della ricerca e diritto allo studio.
Questi sono i terreni sui quali la politica deve dimostrare di saper cambiare e ritrovare credibilità.
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