Governo e cambiamento: si, ma anche misure urgenti per i Comuni
Lodolini: "Allentare il patto di stabilità e assegnare la nuova Imu alle autonomie locali"
L’urgenza di avere un Governo per il Cambiamento è data dalla necessità di assumere urgenti provvedimenti per il lavoro e l’occupazione. Molto può fare il sistema delle autonomie locali per aiutare e sostenere famiglie e imprese a partire dai pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese con emissione di titoli del tesoro dedicati e potenziamento a 360° degli strumenti di Cassa Depositi e Prestiti per la finanza d’impresa.
Occorre impegnare, da subito, il nuovo Parlamento attorno alla necessità di allentare il patto di stabilità per consentire ai Comuni di fare quelle opere che possono migliorare la qualità della vita dei cittadini (manutenzione scuole, bonifica del territorio, mobilità sostenibile) ma anche sostenere l’attività economica e dare lavoro. Occorre rimuovere l’applicazione del patto di stabilità ai comuni con meno di 5000 abitanti e spingere affinchè vi sia l’esercizio associato di funzioni tra Comuni in convenzione o favorendone economicamente le unioni e le fusioni. La Regione Marche, laddove vi sia la disponibilità di Sindaci e Amministrazioni comunali in prima istanza (come nel Caso di Ripe, Monterado, Castel Colonna), dovrebbe accompagnare la fusione delle Municipalità con la garanzia di forti incentivi.
Per quanto riguarda la nuova Imu, che vorremmo fosse assegnata integralmente ai Comuni, noi vorremmo eliminarla fino a 400-500 euro di imposta sulle prime case, esentando così l’80% delle prime case. Gli immobili delle piccole e medie imprese vorremmo fossero equiparati alle prime case.
Infine, come mi viene frequentemente sollecitato da diversi Sindaci del territorio, occorre realizzare una vera ed effettiva semplificazione che dimezzi i tempi burocratici che oggi sono necessari da quando uno pensa a un lavoro a quando può effettivamente realizzarlo. E’ assurdo, oggi, con tutti i mezzi informatici a disposizione, prevedere all’incirca un mese o più fra l’aggiudicazione provvisoria e l’aggiudicazione definitiva di una gara e poi ancora oltre un mese prima della firma del contratto per poi procedere all’inizio dei lavori. Quasi tutto questo tempo per motivi prettamente burocratici, mentre l’economia attende. Quindi servono, tempi certi e rapidi! Efficacia nei controlli e certezza per i cittadini di vedere realizzate le opere con gli stessi tempi, senza sprechi, con gli stessi costi e gli stessi risultati delle opere dei privati.
Infine. Il Parlamento dovrà porre subito rimedio alla Tares, tassa eredità del federalismo municipale del Ministro Calderoli. Inutile vessazione ai danni dei cittadini, che non tiene conto di quante persone abitano in casa e quindi del volume dei rifiuti prodotti e sganciata dal reddito dei cittadini. Prevede, difatti, di far pagare alle famiglie residenti e alle imprese una maggiorazione sulla tariffa per i rifiuti, calcolata con riferimento ai metri quadri degli immobili, per finanziare alcuni servizi indivisibili come l’illuminazione pubblica o la manutenzione delle aree verdi. In realtà, con l’introduzione dal 2012 in via sperimentale dell’Imu anche sull’abitazione principale, i cittadini già pagano questi servizi.
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