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Fratello nero. Il progetto Side by side

Per riqualificare il Centro Storico, rendere attive forze giovanili locali e immigrate e la città più sicura

Senigallia Lavoro
Parcheggiatori abusivi

Mi rivolgo direttamente a te, fratello nero, perché dirò cose che ti riguardano, e che riguardano anche noi che siamo nati qui o che abitiamo in questo paese che tu hai scelto perché ti dia da vivere.

Il paese in cui sei venuto si trova in una crisi molto profonda e difficile da risolvere: non ci sono soldi e non c’è lavoro.

Ti sarai accorto anche tu di quanto ci troviamo in difficoltà nel dirti “no” dopo avere consegnato il terzo euro a chi ce lo chiede, che ancora non sono passate le dieci di mattina.

Vedendoti all’opera trovo che sei un ottimo parcheggiatore, intraprendente, di modi gentili e sorridenti: certamente migliori di quelli freddi e anonimi del pupo di ferro che si limita a ingoiare monete e a sputare fuori il biglietto.

In buona sostanza, arrivando ti sei creato un lavoro che non viene riconosciuto come tale, perché di utilità incerta e in qualche modo supplementare a quella che svolge il pupo di ferro. Ma è proprio il confronto col pupo di ferro a sottolineare il fatto che forse non ti stimi abbastanza. Forse tu stesso non ti rendi conto di quanto sei importante.

Tu sei molto importante per chi non ti vuole. Pensa: qualche anno fa c’era un manifesto elettorale che portava una fotografia di Umberto Bossi a grandezza naturale, e sotto scritto: “Fuori i clandestini dall’Italia”. Beh, dico io, i leghisti erano stati al governo per tre legislature consecutive, una volta col centrosinistra e due volte con il centrodestra, hanno avuto il ministro delle riforme istituzionali e il ministro dell’interno, e dopo quindici anni vengono ancora a dire che i clandestini devono andare via dall’Italia? Se volevano mandarti via non gli mancava modo; e se non l’hanno fatto, è evidente che ti preferiscono come un problema aperto che non come problema risolto.

Tu sei importate, però, anche per chi dice che sta dalla tua parte. Lui sarà buono con te, e non dirà mai che te ne devi andare. Ogni anno organizzerà una cena multietnica nella quale il cuoco sei tu. E sarà tollerante con te, anche se sa che non hai il permesso di soggiorno. Ti lascerà dunque in mezzo alla strada dove,  grazie alla sua distratta accondiscendenza, tu potrai anche tirare avanti. Resta il fatto però che tu sarai sempre una persona tollerata, non uno che è entrato in Italia ma uno che sta sulla soglia e ogni tanto quello che sta dentro ti apre e ti butta qualcosa.

Vedi bene che, in buona sostanza, xenofobi e xenofili si comportano nello stesso modo: ti lasciano in mezzo alla strada. Ti lasciano a noi, e noi facciamo fronte sganciando qualche altro euro e dividendo con te la nostra crisi. Temendoti, anche; perché non è senza preoccupazione che una donna attraversa di sera il piazzale dove sostano dieci giovanotti tutti pieni di testosterone. Senza parlare del fatto che uno ha anche il diritto di andarsene per la strada sua senza essere ogni volta apostrofato.

In questo modo, soprattutto in certi giorni, a Senigallia ci sono più questuanti che allo porte di Notre Dame nel milletrecento; allora diventa difficile difendersi dalle richieste eccessive e il nostro incontro diventa faticoso, per te umiliante, per noi infastidito. E c’è anche chi si mette a parlare di razzismo senza sapere nemmeno cosa dice.

Perché dico a te queste cose, fratello nero? Perché vedo che le differenze tra te e i nostri figli diventano ogni giorno più sottili. Al pari delle tue, le loro capacità non vengono apprezzate, non vengono cercate, non vengono pagate, e per conseguenza si vanno dissipando per la strada e nei bar. Tu sei giovane, intelligente, robusto, cordiale, in genere conoscitore di tre lingue e comunque voglioso di imparare. Altrettanto i nostri figli, anch’essi umiliati nella dispersione della loro forza e nella svalutazione delle loro qualità. Essere giovani oggi è un primo luogo un problema sociale, e non certo razziale.

Ora, non è forse una causa del nostro malessere il fatto che non sappiamo utilizzare le risorse umane, né dare ad esse vantaggio e soddisfazione? Eppure una soluzione ci sarebbe, e sta tutta dentro le cause della comune crisi.

Prendiamo come punto di osservazione il centro cittadino, tra parcheggi e negozi sempre meno frequentati e sempre meno prestigiosi per in fatto che mancano i soldi e anche i servizi.  E’ lì, come pure all’ingresso dell’ospedale, che tu sei un problema, dove invece potresti essere la soluzione. Mi spiego.

Circa un anno fa il periodico “La Città Futura” pubblicò un’intervista di Giuseppina Massi a Giannino Guazzarotti, uomo di riconosciuta generosità e di grande esperienza nel campo dell’integrazione degli svantaggiati. L’ottimo signore (e mio caro amico) suggerì una soluzione che poteva tornare utile per tutti: metterti un cappello in testa e affidarti la gestione dei parcheggi. La stessa proposta era stata avanzata dal mensile “L’ECO” di Letizia Stortini un paio di anni prima: una cooperativa mista di italiani e non-più-clandestini al posto degli esosi e inespressivi pupi di ferro.

In nessuno dei due casi, se ricordo bene, ci fu risposta scritta; ma fu ripetuto molte volte: che non era possibile regolarizzare i clandestini perché non ci sono i flussi; che non era una buona cosa perché il Comune sostiene con i pedaggi; e con altri impedimenti per i quali l’idea doveva apparire infantile e del tutto strampalata.

Eppure tu, fratello nero, potresti fare un sacco di cose utili oltre a guardare un parcheggio meglio del pupo di ferro. Un sacco di lavori che nessuno più fa in attesa di essere integrato pienamente nella nostra società e nel mondo del lavoro:

– servizio di carico e scarico a vantaggio del centro storico e di chi ci viene;
– servizio di consegna a domicilio per chi non vuole o non può venirci;
– controllo degli animali mentre il proprietario si trova nel negozio e fa acquisti;
– pulizia del piazzale dopo il mercato;
– pulizia del piazzale dei supermercati;
– trasporto ingombranti dall’appartamento al luogo di raccolta;
– lavavetri nelle scuole e nei palazzi pubblici;
– aiuto dei disabili nel salire e scendere;
– guide turistiche e per la città;
– cura delle aiole nelle rotatorie;
– escavo dei fossi e drenaggio delle acque in campagna;
– tante altre cose utili che le necessità sapranno indicare.

Torno dunque con una proposta di integrazione, che chiamerò “side by side”. Consiste in questo:

– il centro cittadino ha visto una contrazione molto forte delle sue attività in seguito alla sua completa pedonalizzazione e in coincidenza dell’acuirsi della crisi economica;
– questo perché oltre al divieto di accesso alle ruote non sono stati fatti interventi migliorativi a servizio delle attività che vi si svolgono e delle persone che ci vengono;
– sta di fatto che il centro pedonalizzato è considerato e vissuto come una limitazione o come un impedimento, e non come un privilegio e un’opportunità, quale esso potrebbe e dovrebbe essere;
– possiamo invece considerare il centro cittadino come un luogo particolarmente attrattivo della città, in tute le stagioni dell’anno;
– il centro cittadino va considerato come un insieme unico, dotato di una direzione unificata. Ecco perché la gestione dei servizi e delle iniziative dovrebbe essere affidata a un coordinatore;
– per altro conto, i parcheggi non sono solo luoghi di sosta e di pedaggio, ma anche luogo di interscambio nella movimentazione di persone e cose;
– i servizi del centro vanno affidati all’opera di una cooperativa o gruppo di prestatori d’opera side by side in elegante livrea, come quelli di un grande albergo;
– ad essi si rivolgono i commercianti per consegne, manutenzione degli arredi, addobbi di stagione e altre importanti operazioni;
– i fattorini “Side by Side”, chiamati col cellulare, provvedono alle consegne al punto di interscambio o scalo, e/o alle consegne a domicilio;
– il pagamento del loro lavoro avviene inizialmente col sostegno pubblico/privato e successivamente il relazione all’incremento dell’attrattività e dei conseguenti fatturati;
– le persone in sovrannumero sono scoraggiate dall’attività di begging e indirizzati nei luoghi in cui ci sono organizzazioni che se ne prendono cura;
– l’esempio della soluzione adottata a Senigallia può essere seguita da altri comuni vicini in modo che si possa arrivare a una consistente regolarizzazione e integrazione del servizio prestato.
Vorrei invitare chi legge e fornire il suo parere, correttivo o migliorativo della proposta secondo il proprio modo di vedere. Vorrei sentire anche te, fratello nero: nel caso gli interessati nell’amministrazione non volessero leggere o sentire, la tua disponibilità al progetto sarebbe già un primo passo per metterlo in modo.

 

Comunità Sistemica / Il Punto di Svolta

Commenti
Ci sono 11 commenti
leo barucca 2013-03-12 07:38:47
La bella intervista di Pina Massi a Gianni Guazzarotti si può leggere qui:
http://www.lacittafutura.info/2012/il-pioniere-che-invento-il-welfare-di-senigallia/#more-689
quilly 2013-03-12 07:57:10
Caro Leo, amico mio, una riflessione intelligente e acuta da par tuo che condivido in gran parte (ci sarebbe da ragionare solo su alcuni dettagli) ma so già che molti commenti che arriveranno dopo il mio ti massacreranno.
Potrei dirti le celebri parole "Non ti curar di lor ma guarda e passa" se tu ed io non sapessimo molto bene che costoro sono la stragrande maggioranza. Bene ho voluto "Strologare" vediamo se ci prendo.
Un caro saluto ci vediamo da Leo e quindi da Linda per il solito caffè!
Quilly
Michele 2013-03-12 09:50:21
Chiacchierare è la specialità di Senigallia a quanto pare, basterebbe che il Sindaco invece di buttare migliaia di euro in inutili cause assumesse questa gente per tutti qui lavori indicati nell'articolo. Anni fa sotto il servizio civile ho prestato assistenza agli anziani, ho spazzato le strade, ho pulito perfino le fogne (gratis o quasi 5000 lire al giorno!), di lavoro da fare ce ne sarebbe a volontà ma poi certa gente cosa potrà dire in campagna elettorale? Niente problemi niente salvatori.
renzo 2013-03-12 12:32:39
E' possibile avere un riassunto di tutto questo bel discorso eliminando le 3296 parole inutili. A metà, l'articolo mi aveva già ampiamente scassato le balle.
Franco Giannini
Franco Giannini 2013-03-12 15:45:47
idem anche per commenti di due righe. Questione solo di sunto?
Michele 2013-03-12 18:51:36
A proposito, vuoi vedere che se un Italiano fa uno di quei lavori sopra elencati dopo 2 giorni gli arriva la finanza che lo rovina?
Marcolino 2013-03-12 22:02:03
Beh, ma perché limitarsi a queste mansioni? poca lungimiranza? certo sarebbe un inizio, ma senza progettualità, sembra. Perché non affidare tutti i servizi del comune a questa cooperativa? così di lavoro ce ne sarebbe praticamente all'infinito.
Se poi riesco ad essere assunto pure io, meglio ancora.
O. Manni
Paul Manoni 2013-03-13 00:16:20
Articolo e proposta che condivido in pieno. @renzo, le difficoltà che hai nella lettura, se vuoi, puoi benissimo risolverle definitivamente non leggendo nemmeno l'altrà metà dell'articolo. Se poi vuoi superarti, puoi perfino fare la cortesia alla collettività, di non commentare. Grazie.
renzo 2013-03-13 12:03:02
Manoni ormai lo saprai che scrivo per il gusto di leggere le tue risposte. Se non ci fossi tu non mi divertirei.
O. Manni
Paul Manoni 2013-03-15 06:02:30
@renzo, allora quando deciderai di diventare un attore di teatro, fammelo sapere che così mi attrezzerò con pomodori, lattughe e sedani a Km 0.
leobad
Leonardo Badioli 2013-03-16 14:25:34
Per Renzo: accetto l'invito alla concisione. Si tratta di legalizzare la presenza di stranieri clandestini offrendo loro possibilità di lavoro in ambiti e settori che sono oggi trascurati come non-economici. E di farlo loro e noi insieme in modo da trasformare un problema in un'opportunità. Del resto, a che servono tante parole? Due ragazzi si amano ma un ricco signore li ostacola. Dopo molte peripezie, compresa una pestilenza, finalmente si sposano. E quel cretino di Manzoni poteva cavarsela con molto meno.
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