Prove tecniche di aperture: il PdL apre al Pd che apre al M5S
Berlusconi, Bersani, Grillo e il balletto degli inviti nel dopo elezioni 2013
Il giorno dopo aver definito chiaramente vincitori e vinti, primi e secondi e terzi alle elezioni politiche 2013, è il momento di pensare a come governare il paese. E proprio per questo è la preoccupazione a farla da padrona.
Da un lato il segretario del PD riesce a fatica a spiegare come muoversi in questi primi mesi proponendo un pacchetto di riforme da condividere con il Movimento Cinque Stelle, senza contare sull’appoggio del PDL. Dall’altro c’è l’esultanza dei grillini per il risultato ottenuto, trasformatasi ora in un’implicita apertura al PD.
E’ un balletto strano quello che si vede nel ‘salone’ Italia: sembra un giravolta continuo tra aperture e chiusure, tra inviti e dinieghi che hanno visto in un primo momento il tentativo del PdL di entrare comunque in un governo allargato per superare l’impasse che si sta creando e provare a manovrare il PD decisamente deluso e che ora si muove a tentoni. Ma lo stesso segretario dei democratici ha fatto capire di non essere interessato al governissimo con un “no” chiaro e tondo.
In un secondo momento (ma nell’aria era già stata lanciata l’idea prima del voto) è la mano di Pierluigi Bersani che prova ad afferrare il M5S: lo stesso Grillo, che all’inizio sembrava deciso a rovesciare la situazione come finora è stata vista, ora sembra più pacato, guarda all’esperienza della Sicilia, si concede ai giornalisti, afferma che andrà al Colle per le consultazioni e che voterà pro o contro il governo PD tema per tema.
Per confermare quest’ipotesi, il Partito Democratico ha lanciato un pacchetto di proposte con cui superare questo blocco iniziale e provare a vedere la risposta dei grillini che hanno conquistato 54 seggi al Senato della Repubblica (il PD 123, il PdL 117, Monti 19) e ben 109 alla Camera dei Deputati (345 al PD, 125 al PdL, 47 a Monti): tre punti essenziali che parlano di come risistemare la politica e i suoi costi, la legge sui partiti e una moralità pubblica e privata. Senza bisogno di intese o alleanze “a tavolino” perché “ognuno si deve prendere le responsabilità in Parlamento“.
E mentre il leader di SEL Nichi Vendola spinge perché si provi a governare con la collaborazione del Movimento 5 Stelle, mentre il segretario del PDL Angelino Alfano prova a ironizzare sull’ipotesi ‘Pd-Sel-M5S’ dagli studi di Ballarò per poi limitarsi a vedere dove traghetteranno l’Italia, Beppe Grillo elogia l’esperienza congiunta in Sicilia con un chiaro “Il modello Sicilia è meraviglioso“. Un’apertura possibile, ma fino a poco fa improbabile, che lascia intendere come ci sia modo di pensare ad un supporto parziale, senza incarichi di governo o poltrone. E solo a certe condizioni. Ad esempio che il candidato premier segua il programma del M5S, riscuotendo così il voto favorevole dei grillini, tema per tema.
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