Marche, stagione venatoria 2012/13: 4 i feriti di cui 2 mortalmente
Su scala nazionale un vero e proprio bollettino di guerra: 108 feriti di cui 21 morti
A quasi un mese di distanza dalla chiusura dellastagione venatoria 2012/13, è stato reso noto dall’associazione ‘Vittime della caccia‘ (www.vittimedellacaccia.org) il bilancio, su scala nazionale, di quanti siano rimasti coinvolti, anche quest’anno, in incidenti, in alcuni casi anche mortali.
Va specificato che in questo ‘bollettino di guerra‘ non rientrano casi di vittime per cadute, infarti o incidenti di altra natura che non siano le armi da caccia. Sono esclusi anche i casi di suicidio con armi da caccia, salvo se trattasi di minori di età.
Per “ambito venatorio” si intende lo spazio in cui si svolgono battute di caccia e, pertanto, le vittime conteggiate in tale contesto sono coloro che hanno subito lesioni, determinate da fucilate, durante azioni di caccia.
Nell’arco temporale che va dal 1 settembre 2012 al 31 gennaio 2013 ( ovvero 62 giorni effettivi di caccia in quanto ogni cacciatore dispone, a scelta, di 3 giorni per cacciare su 5 settimanali) si sono contati su scala nazionale 108 feriti, di cui 21 morti. Delle persone che hanno perso la vita, solo 18 erano cacciatori.
Tra i deceduti figurano anche due minori. Trend in crescita se si considera che nella stagione precedente erano rimasti feriti in 86 e avevano perso la vita in 11.
Nelle Marche si sono registrati 2 morti e due ferimenti gravi. Nonostante nessuna vittima sia stata segnalata nella Valmisa, diversi sono stati gli episodi minori che hanno arrecato danno o potevano avere epiloghi ben più tragici. Numeri che non possono non far riflettere anche coloro che praticano l’attività venatoria nella zona di Senigallia ed il suo hinterland, dove la densità di cacciatori è rilevante.
Spesso ci sta uno scarso orientamento alla sicurezza da parte dei cacciatori che danno per scontato che certi comportamenti non creano pericoli
Non essendo io una cacciatrice fatico a capire ma rispetto comunque chi ama questo "sport", sempre che così possa essere definito. Ma a questo punto mi chiedo: non dovrebbero esserci delle norme di sicurezza maggiori da seguire e da far rispettare in modo tale che un hobby non finisca in tragedia?
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