Senigallia: a Palazzo del Duca inaugura la mostra di Enzo Cacciola
Sabato 9 febbraio una nuova personale nell'ambito di "Maestri del Novecento"
A Palazzo del Duca assessorato alla cultura e Musinf aprono un nuovo capitolo della suite di mostre dedicate ai Maestri del Novecento. “Le mostre di Senigallia hanno registrato record di spettatori sia nel periodo estivo sia nel periodo invernale, ma contiamo su nuovi record perché quello che gli spazi espositivi di Senigallia propongono è davvero un viaggio entusiasmante” dicono l’assessore Stefano Schiavoni, il direttore del Musinf, Carlo Emanuele Bugatti e il direttore della rivista “Arte Contemporanea, Antonio D’Agostino.
Un viaggio che trascina lo spettatore dentro le avventure e le sperimentazioni della cultura visiva del nostro tempo”.
Della mostra che apre sabato 9 febbraio è protagonista Enzo Cacciola, il quale precisa come il modello di pittura che pratica” si ponga in un rapporto di continuità con quello che praticava negli anni Settanta”. “Oggi come allora” sostiene Cacciola ” ciò che per me dà significato al dipingere è il processo operativo con cui questo si attua” . I materiali utilizzati dall’artista sono di tipo industriale, abitualmente impiegati per scopi che non hanno nulla a che fare con l’operare artistico. Infatti i listelli di legno sono quelli in uso per le costruzioni di carpenteria, così come le viti e i bulloni, e similmente i colori di manifattura industriale che vengono usualmente adoperati per l’impermeabilizzazione delle costruzioni. La scelta di Cacciola si prefigge come fine quello di spostare l’attenzione del fruitore e, in definitiva, il senso ultimo dell’opera, dall’esito conclusivo, di natura estetica, alle dinamiche mediante le quali esso si è prodotto. Ciò evidenzia dunque una natura concettuale dell’artista, che si esplica attraverso i diversi stadi di una elaborazione rigorosamente eseguita secondo criteri fissati e sottoposta a un costante controllo razionale.
Enzo Cacciola è nato ad Arenzano (GE) il 12 dicembre 1945. Vive a Rocca Grimalda (AL).
Nel 1973 ha iniziato ad operare su materiali alternativi all’olio su tela e creato i primi pezzi materici prendendo in esame esclusivamente la superficie e i suoi dati linguistici. Nel giugno 1975 ha partecipato alla mostra Pittura analitica curata da Klaus Honnef e Catherine Millet con quadri in cemento tali da rilevare le problematiche relative allo spazio d’analisi offerto dalla matericità dell’opera. La partecipazione a Documenta 6 (Kassel, 1977) ha segnato una parziale rottura con il lavoro precedente, in ragione di una reinterpretazìone in chiave concettuale dell’operato e della funzione dell’artista. A partire dal 1979, su queste basi, ha intrapreso un percorso di riflessione e di ricerca che lo ha condotto a lavorare ed esporre oltreoceano, fra Washington, Città del Messico e Panama City.
Nel 1981 si è confrontato con le tematiche della Transavanguardia, partecipando alla mostra Pittura in radice di Achille Bonito Oliva, aprendosi così alla figurazione, che tuttavia è da lui percepita e resa soprattutto nei suoi aspetti volumetrici e spaziali. Un passo ulteriore in direzione della compenetrazione fra figurativo e concettuale è stato da lui compiuto con l’esperienza di Short memory painting (Milano, 1982), curata da Viana Conti, rivolta a registrare le “incursioni” dell’artista che ha inserito la sua figura e la sua ottica in alcuni capolavori dell’arte dell’Ottocento e del Novecento.
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