208 imprese artigiane chiuse in un anno e un tasso di sviluppo che retrocede a -1,86%. Vive un momento di difficoltà un comparto che negli altri distretti produttivi è in crescita, ovvero i servizi alla persona (benessere, estetica), che nel Senigalliese nel 2012 hanno registrato un saldo negativo di natalità-mortalità di -12 imprese, complice l’abusivismo e le attività in nero che operano una concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolari – commenta Giacomo Cicconi Massi Segretario Confartigianato Senigallia.

Secondo i nostri dati nel Senigalliese, nel 2012, 208 imprese artigiane hanno cessato l’attività a fronte di 167 iscrizioni per un saldo negativo di -41, e questo determina una involuzione del tasso di sviluppo a -1,86%, il peggiore su scala provinciale. Una dinamica che ci preoccupa.

Nel Comune di Senigallia sono state 116 le cessazioni di attività artigiane a fronte di 99 iscrizioni con saldo sempre negativo a -17. I settori che più sono colpiti dalla crisi nel senigalliese sono il manifatturiero e, contrariamente alle tendenze provinciali, il comparto dei servizi alla persona, ovvero tutte quelle imprese che sono collegate al benessere, estetica, parrucchieri, tatuaggi.

Dati alla mano, nel Senigalliese il comparto tradizionale del manifatturiero, che sta vivendo un momento di criticità diffusa, segna nel 2012 un saldo negativo di -19 (tasso di sviluppo a -3,35%), i servizi alle persone -12 (-2,37%), quindi le costruzioni a -7 (-0,82%) e i servizi alle imprese, unico dato lievemente positivo +1 (+0,38%). Questi numeri sono lo specchio evidente della situazione e mettono in evidenza come la crisi ancora coinvolge il comparto storico del manifatturiero e quanto l’abusivismo stia intaccando un settore altrimenti in salute.