Pizzaiolo senigalliese assassinato nel 2009: pena dimezzata per gli autori
Da 30 a 16 anni: per i giudici non c'è l'aggravante dei futili motivi
E’ stata ridotta da 30 a 16 anni di carcere la condanna nei confronti di Victorero Teran Winston Geovani, 39 anni, ecuadoregno, e Brian Alexis Tejada Flores, 28 anni, colombiano, residenti a Jesi.
I due sudamericani sono colpevoli dell’uccisione a Jesi a coltellate del pizzaiolo cubano Ariel Osvaldo Bravo, ai tempi, residente a Senigallia. Secondo i giudici, è venuta meno l’aggravante relativa ai futili motivi.
I fatti risalgono al 4 luglio 2009. Il pizzaiolo 33enne venne massacrato con 14 coltellate in via Pastrengo, davanti al portone di casa della sua fidanzata. Ad accendere la lite poi sfociata nell’efferato delitto, proprio le avances pesanti e ripetute dei due nei confronto della donna. Da prima una lite, solo verbale, avvenuta davanti ad un locale, poi l’aggressione sotto casa.
I due dopo aver convinto con una scusa Ariel Osvaldo Bravoa scendere per strada, lo avevano colpito ripetutamente con una raffica di fendenti. Il pizzaiolo cubano si era trascinato lungo corso Matteotti in cerca di aiuto morendo poco dopo a causa delle ferite subite.
I due vennero arresati dai Carabinieri di Jesi il 5 luglio. Il dimezzamento della pena rappresenta un ulteriore sconto: l’8 marzo 2012 il gup di Ancona Francesca Zagoreo aveva emesso due sentenze di condanna all’ergastolo per i due assassini.
propio un paese delle banane
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