Sinagoga di Senigallia aperta per la Giornata della Memoria 2013
Tra le tante iniziative, la proiezione di un film documentario
Domenica 27 gennaio 2013 sinagoga aperta al pubblico per le iniziative del Giorno della Memoria a cura del Comune di Senigallia, Comunità Ebraica di Ancona, Diocesi locale e in collaborazione con l’Associazione NonCantoPerCantare.
L’intento di questa celebrazione, come noto, è quello di ricordare la Shoah, termine ebraico che significa catastrofe, distruzione totale, con riferimento alle drammatiche persecuzioni della popolazione ebraica perpetrate tra la fine degli anni ’30 e il 1945.
La Sinagoga di Senigallia, situata in via dei Commercianti, rimarrà aperta al pubblico dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00 con visita guidata gratuita.
Alle ore 18.00 in Sinagoga verranno proiettate alcune scene del film documentario “Adio Kerida” di Vesna Ljubic accompagnate dalle letture di brani eseguite dall’attrice Roberta Biagiarelli che della Bosnia ha fatto quasi una seconda casa. I brani musicali, accompagnati all’arpa da Lucia Galli e dalla musicista croata Josipa Tikvicki al violoncello, sono cantati da Antonella Vento e dal baritono Alen Abdagic da Sarajevo.
Seguiranno alle ore 19.00 gli interventi di Amos Zuares, in rappresentanza della Comunità Ebraica di Ancona, di Maurizio Mangialardi Sindaco di Senigallia, di Giuseppe Orlandoni Vescovo di Senigallia e le letture di salmi.
“A Senigallia la giornata della memoria assume una particolare importanza” ha detto il Sindaco Mangialardi “non soltanto per il profondo senso di giustizia e l’autentico sentimento democratico che caratterizza la nostra gente, ma anche perché storicamente la comunità ebraica ha svolto e continua a svolgere un ruolo importante nella vita della nostra città. Sarà molto bello ed importante condividere ancora questa giornata di intensa riflessione e commozione, testimoniando la comune volontà di rafforzare nella società e nelle Istituzioni i valori del rispetto della dignità umana, dell’accoglienza verso l’altro, della multiculturalità, della democrazia” .
Per Mons. Giuseppe Orlandoni Vescovo di Senigallia “Tornare nella Sinagoga di Senigallia è motivo di grande gioia per me, per la Chiesa che vive in questa città. Lo sguardo particolarmente attento, quest’anno, ai vicini Balcani ci mette di fronte anche alle recenti tragedie di fine secolo vissute dai popoli che lì vivono. Ferite ancora aperte che chiedono giustizia, riconciliazione, solidarietà. Pensavamo che dopo Auschwitz la storia avesse voltato pagina. Non è stato così ed è per questo che la memoria ha bisogno anche oggi di menti e di cuori che amino davvero la pace“.
“Adio kerida..” gli ebrei dei balcani da Jasenovac alla Haggadah di Sarajevo
Il racconto degli ebrei dei Balcani, la comunità più numerosa d’Europa, si sviluppa attraverso tre date simbolo, l’arrivo dei sefarditi in seguito all’espulsione dalla Spagna nel 1492, l’apertura del campo di Jasenovac, il più grande dei Balcani, nel 1942, dove durante la Seconda Guerra Mondiale trovarono la morte serbi, zingari, musulmani, ebrei, oppositori politici croati e molti bambini di età compresa tra i tre mesi e i quattro anni, e nel 1992 il nuovo esodo silenzioso degli ebrei dalla città di Sarajevo, assediata nell’ultima guerra.
Jasenovac viene raccontata attraverso i versi del poema “La fossa”, di Ivan Goran Kovacic, dove Sion viene nominata come il luogo da dove proviene la luce, casualmente nell’anniversario della sua nascita (1913) e della sua morte, (fu ucciso nel 1943).
Questa storia, punteggiata da date che ci parlano come numeri della kabbalah si conclude significativamente con la storia del salvataggio della preziosa Haggadah di Sarajevo, ad opera di “veggenti” intellettuali, protettori e amici della cultura, che la mettono al riparo assieme ad altri libri preziosi nel caveau della Banca Nazionale di Bosnia. Proprio dalla Bosnia parte questo viaggio della Memoria, dove a pochi chilometri da noi, solo venti anni fa, nel cuore dell’Europa, è stata nuovamente e sistematicamente perpetrata la pratica assurda del genocidio.
Alcune canzoni e ballate tradizionali sefardite punteggiano la narrazione, rivelando spazi di memoria legati a radici profonde.
La proiezione dell’ ultima scena del film “Adio Kerida” della regista bosniaca Vesna Ljubic, da lei personalmente e gentilmente concessa, concluderà questo racconto della memoria.
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